Eccola la Caserta che non vorresti e che invece, ancora una volta, per l’ennesima volta, balza agli “onori nazionali” della cronaca nera, mortificando sempre più la maggioranza della nostra collettività, onesta, laboriosa e rispettosa delle leggi dello Stato.
Stavolta le manette sono scattate ai polsi del medico e manager Carmine Iovine (nella foto), cugino dell’ex-boss del clan camorristico dei Casalesi ed oggi collaboratore di giustizia Antonio Iovine detto Antonio ‘o ninno.
A fargli compagnia sei persone tra dipendenti dell’ospedale e titolari di imprese agli arresti domiciliari mentre altre sedici, tra dirigenti ospedalieri ed imprenditori, sono indagati a piede libero. Complessivamente gli indagati sono 24.
E’ la conclusione delle indagini scattate nel 2013 per le infiltrazioni camorristiche nell’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” e che nel 2015 portarono allo scioglimento dei vertici ed al commissariamento.
“L’inchiesta sull’ospedale di Caserta – ha dichiarato il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone – ha delineato un quadro allarmante connotato da un’illegalità diffusa e da una gestione personalistica delle gare d’appalto della struttura che ha reso scadenti i servizi offerti agli utenti».
Il perno dell’illegalità è il dottor Carmine Iovine che, nel nosocomio casertano, la faceva “da padrone”: tangenti, favori, appalti truccati, dalla gestione della sala mortuaria e delle cartelle cliniche al prelievo ed allo smaltimento dei rifiuti speciali, dalla manutenzione edile alla lavanderia, dalla pulizia degli ambienti fino alla ristorazione e alla mensa, persino sui controlli periodici per verificare il corretto operato delle ditte che lavoravano per l’ospedale.
“La circostanza ancora più grave è che anche durante la fase in cui a gestire l’ospedale era la Commissione nominata dal Ministero dell’Interno, Iovine e i suoi collaboratori – ha affermato la Troncone – creavano ad arte atti di controllo relativi all’andamento degli appalti aggiudicati; i controlli però non erano mai stati effettuati”.
Ma Carmine Iovine – secondo gli inquirenti – non ha agito per conto dei Casalesi, ma solamente per proprio esclusivo interesse personale, senza tener in alcun conto dello stato di salute dei pazienti e persino, tra l’altro, della sporcizia presente nelle sale di rianimazione.
La Dia di Napoli diretta da Giuseppe Linares ha verificato la produzione di migliaia e migliaia di falsificazioni in atti pubblici per milioni e milioni di euro su una gestione decennale del noscomio con interessi speculativi anche sulla realizzazione dei nuovi padiglioni dell’ospedale.
Agli arresti domiciliari sono finiti:
– Antonio Alterio,
– Nicola Buonafede,
– Domenico Ferraiuolo,
– Marco Napolitano,
– Pasquale Picazio,
– Michele Tarabuso, amministratore unico della DES S.r.l..
Qualche mese fa è deceduto Frank Maximilien Eusepi, dirigente della società “Servizi ospedalieri”, anch’egli destinatario dello stesso provvedimento giudiziario.