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In attesa del 3 ottobre…

Tanti appassionati ci hanno chiesto di ritornare sulla via crucis della  JC e provare a spiegare come stanno le cose.

Beh, spiegare cose che non dipendono da te è, ex se, impresa piuttosto ardua, ma ci proveremo comunque secondo le nostre capacità e le informazioni acquisite. Quindi mettetevi comodi e rifornitevi di caffè perché il viaggio non sarà breve!

Metodologicamente avremmo due possibilità: partire dal decreto della I Sezione del TAR Lazio (competente in materia di “ricorsi sportivi”) ed andare a ritroso oppure ripartire dall’inizio dell’incubo; preferiamo questa seconda soluzione.

Come sappiamo, il dramma comincia intorno al 13 luglio (potrebbe essere rilevante conoscere anche l’ora, ma non ci imbarchiamo in ulteriori dettagli…) quando Mario Canfora della Gazzetta fa lo scoop e scrive un pezzo titolato “Lodo Jones e bilancio: Caserta estromessa dalla A”.

Il giornalista della rosea scrive: “A furia di tirare la corda, prima o poi si spezza… Le indiscrezioni filtrate ieri da Bologna (dove c’è stata la riunione di Lega…) ed arrivate fino a Roma lasciano ben poco spazio alle interpretazioni. Il club campano per la Comtec… non ha i requisiti per iscriversi al campionato. Nella relazione che invierà domani in Consiglio Federale la Fip spiegherà i motivi per cui non può essere ammessa in Serie A. Sono essenzialmente due: il mancato pagamento in Fiba, al 10 luglio, del lodo esecutivo di Bobby Jones, ed il mancato rispetto dei parametri di ricavi/indebitamento/patrimonio netto per un cifra notevole, più di 200mila euro”.

Prima serie di considerazioni: per quanto è dato di sapere, siccome la Com.Te.C è un organo collegiale che si riunisce a Roma, come mai le “indiscrezioni” arrivano dalla Lega (quindi da Bologna) il giorno prima? Ed ancora chi ha diffuso le “indiscrezioni” prima della riunione del Consiglio federale della FIP? Se fossero trapelate notizie su tutte le posizioni esaminate, vi assicuriamo che qualche altro interrogativo su società che avevano situazioni per così dire… “particolari” sarebbe sorto. Mah, comunque transeat.

L’articolo di Canfora precisa anche i motivi della esclusione: mancato rispetto dei parametri economici e mancato pagamento del lodo di Bobby Jones. In altre parole, per parlare in cestistichese, mancato rispetto dei punti 1 e 3 della delibera FIP n. 346/2017.

In sostanza:

Punto 1) “avere al 31 marzo 2017 un rapporto Ricavi/Indebitamento/Patrimonio Netto con quoziente non inferiore a 1,8. – con un indebitamento complessivo riferito sempre alla medesima data non superiore del 10% rispetto a quello esposto alla data del 30 giugno 2016”

Punto 3) aver adempiuto fino al 30 aprile 2017 ad ogni obbligazione nei confronti dei propri tesserati e nei confronti del Fondo Accantonamento Fine Carriera, ivi compresi gli eventuali lodi esecutivi emessi dal Collegio Permanente Conciliazione ed Arbitrato attivo presso la Lega professionistica nonché quelli emessi dalla FIBA – B.A.T.

La disamina del primo punto, per noi, è piuttosto complicata e verte sulla imputabilità delle somme portate dall’ormai famigerata cartella esattoriale del 2012 (era pre-iavazziana) di oltre €600.000 che Lello Iavazzi aveva dichiarato di aver rateizzato in dodici mesi (gli atti, ovviamente, sono noti solo agli interessati).

Il secondo invece è “simpatico” nel senso che, come l’omonimo inchiostro, appare e scompare: infatti, come vedremo, nella decisione del Collegio di Garanzia del CONI del 26 luglio, questo addebito scompare del tutto! Ha per caso qualche rilevanza che l’esecutività del lodo-Jones è successiva al 30/6 e il BAT proposto da Sacripanti è stato vinto dalla JC con addebito di spese a carico del coach brianzolo? Boh…

La Com.Te.C ha dunque messo sotto la lente d’ingrandimento ben otto società (metà serie A) per varie  situazioni, anche di poco conto (una ad esempio doveva solo depositare il DURC attestante la regolarità dei pagamenti nei confronti dell’INPS al 30/4), da regolarizzare entro il 10/7 e solo Caserta è stata ritenuta alla fine non in regola per violazione dei punti 1) e 3); peraltro qualcuno si chiede: nella determinazione del passivo, quanto pesava questo secondo aspetto nell’eccessivo indebitamento totale?  Ri-boh (che non è il leggendario equino)…

Premesso che crediamo la materia sia ostica anche per gli esperti, altro aspetto da sottolineare è il groviglio di date, nelle quali è facile perdersi del tutto, comunque ritenute tutte “termini perentori”, anche se diverse tra loro (31/3, 30/4, 31/5, 30/6, 5,6 e 10/7…).

Ovviamente, nelle more della seduta del Collegio, intorno alla JC si scatena un circo mediatico che pone in mezzo prima Sosa ed ex giocatori casertani che non sarebbero stati pagati (…mancavano forse solo i nomi di Paul Coder, Oscar e Marcel…); poi la vicenda-Fortune (in cui la JuveCaserta da parte lesa diventa accusata) e dunque la Guardia di Finanza inviata in FIP dalla Procura di S. Maria C.V. con correlati articoli di stampa di testate nostrane che, secondo quanto asserito in conferenza stampa dal legale della JC, sono poi finiti a sostegno della memoria difensiva di Cremona.

Arriviamo così al 26 luglio scorso.

Il Collegio, presieduto dall’ex ministro e magistrato amministrativo Franco Frattini, rigetta il ricorso della JC e condanna Caserta all’esclusione dal basket che conta. In questa sede, per quel che è dato sapere, passa in cavalleria il punto 3), mentre rimarrebbe attuale il punto 1), strenuamente contestato da Iavazzi.

Passano i giorni, e mentre Caserta città (e non solo la JC dunque) viene nuovamente “interessata” da Gianni Petrucci che nega la wild card chiesta (tardivamente) dal sindaco Carlo Marino, vengono rese note le motivazioni delle altre vertenze trattate nella stessa giornata del 26, ma del rigetto del ricorso della JC non si ha alcuna notizia prima delle ferie estive.

Per poter organizzare un ricorso pertinente e giuridicamente fondato, i legali di Caserta chiedono giustamente (e sollecitano con pec) le motivazioni al CONI che, ineffabilmente, solo dopo quarantanove (49!) giorni deposita il provvedimento che sarebbe stato emesso il 26/7! Lo abbiamo già scritto: a pensar male ecc…

In effetti anche noi di Radio PRIMARETE, nel nostro piccolo, qualche giorno fa abbiamo provato a contattare il dr. Alvio La Face (segretario del Collegio) per farci spiegare le ragioni che hanno determinato tale abnorme ritardo, ma il predetto non era disponibile al telefono e non letto le mail da noi inviategli. Se e forse potremmo ricevere una risposta a Natale…ve la invieremo insieme agli auguri!

La FIP, invece, pare abbia sostenuto (il condizionale è d’obbligo, considerato che non abbiamo gli atti) che il deposito è avvenuto contestualmente al ricorso. Chiediamo quindi aiuto al dizionario Treccani: “contestualménte: contemporaneamente, nel medesimo tempo: es…il versamento della somma deve avvenire contestualmente alla firma del contratto”; beh, scripta manent: il ricorso JC “al buio” è dell’11/9 (prima), il deposito del 12/9 (dopo) e senza il punto 3)…ah, mannaggia questa dannata fretta!

Si arriva così al 13 settembre, giorno in cui la Prima Sezione del TAR Lazio, con provvedimento firmato dal dr. Carmine Volpe, nega il provvedimento cautelare perché non sussistono i requisiti di urgenza, il c.d. periculum in mora (conditio sine qua non per un provvedimento cautelare insieme al fumus boni iuris, cioè al diritto), e rinvia all’udienza del 3/10 dove si discuterà nel merito.

Nello specifico il TAR ha motivato la decisione richiamando l’art. 56 comma 1 del D.Lgs. 104/2010 che prevede: “Prima della trattazione della domanda cautelare da parte del collegio, in caso di estrema gravità ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio, il ricorrente può, con la domanda cautelare o con distinto ricorso notificato alle controparti, chiedere al presidente del tribunale amministrativo regionale, o della sezione cui il ricorso è assegnato, di disporre misure cautelari provvisorie…omissis”.

A questo punto possiamo solo provare ad immaginare come abbia ragionato il TAR.

Plausibilmente la FIP avrà ipotizzato di poter organizzare comunque (in caso di accoglimento del ricorso della JC) in tempo un campionato a 17 squadre per cui potrebbe aver assicurato al TAR che Caserta non era danneggiata dallo scorrere del tempo.

Ciò è giustissimo se fosse vero e se la JC avesse una squadra pronta che si allena da almeno un mese; invece, come sappiamo, abbiamo perso Bucchi, Michelutti, Giuri, Arcidiacono, Viggiano, Cefarelli e, pare, l’Omogbo che ha poi firmato a Pesaro. Si dovrebbe quindi ri-fare la fideiussione, farsi ri-consegnare l’apparecchiatura per riattivare l’istant replay (già smontata dal PalaMaggiò ed assegnata a Bologna), farsi rilasciare i visti degli atleti stranieri, trovargli un alloggio…insomma è impossibile, checché ne dica la FIP!

Sempre che, ovviamente, il TAR decida pro-Juve, circostanza questa non assodata, anche se Iavazzi è fermamente convinto di poter far valere le proprie ragioni.

Se non vi siete addormentati leggendo questo articolo, seguiteci ancora perché torneremo in argomento e ricordate che, dal 26 settembre alle ore 19.35, parte la nuova stagione di Cestisticamente Parlando su Radio PRIMARETE che darà ancor più spazio alle opinioni di tutti.

Stay tuned!

(Eugenio Simioli)

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