Santa Maria Capua Vetere

Intitolata a Domenico Russo un’ala del commissariato di Polizia

Sarà intitolata all’agente scelto Domenico Russo (nella foto) un’ala del commissariato di Pubblica Sicurezza di Santa Maria Capua Vetere.

La decisione della Polizia di Stato arriva proprio alla vigilia del 35esimo anniversario della strage di via Carini a Palermo, dove la sera del 3 settembre 1982, un commando mafioso uccise in un agguato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emmanuela Setti Carraro e l’agente di scorta, Domenico Russo, originario di Santa Maria Capua Vetere.

Quella sera “Mimì”, come lo chiamavano i suoi familiari,  seguiva con la sua Alfetta nelle strade di Palermo la A112 del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il nuovo prefetto, insieme alla giovane moglie, Emanuela Setti Carraro, aveva deciso di uscire per andare a cena.

Generale dalla Chiesa e la moglie Emmanuela Setti Carraro

Normalmente Domenico Russo, faceva da autista e da scorta al generale. Era l’unico agente di scorta e l’auto non era nemmeno blindata. Ma quella sera il generale volle guidare personalmente la sua auto con la moglie al suo fianco. Uscirono da Villa Whitaker, sede della prefettura, attorno alle ventuno. Dietro di loro si materializzò il commando mafioso allertato da una talpa. Erano a bordo di  due auto e una moto e armati di tutto punto. Alle 21.15, in via Isidoro Carini, i sicari affiancano l’A112 con dentro il generale e la moglie Emanuela Setti Carraro e un’altra auto affianca l’Alfetta guidata da Domenico Russo. Aprono il fuoco, sono pochi attimi. Per Dalla Chiesa e la consorte non c’è più niente da fare. Anche per Mimì, sventagliate di kalashnikov dagli uomini sulla motocicletta che, secondo i pentiti, era guidata da Pino Greco, detto “Scarpuzzedda”.

La sua auto va a sbattere dietro la A112 con dentro i corpi del generale e della moglie. Mimì, però, nonostante le ferite, scende dall’auto e con la sua pistola d’ordinanza cerca ancora di sparare. Inutile contro un volume di fuoco enorme. Ma Mimì non è morto, è ferito gravemente.  Trasportato in ospedale, i medici lo dichiareranno clinicamente morto. Morirà dopo  il 15 settembre, dopo tredici giorni di agonia. Il giorno dopo la strage di via Carini, sul luogo dell’agguato comparve una scritta: «Qui è morta la speranza dei palermitani onesti».

Proprio il 15 settembre, giorno della morte di “Mimì”, è prevista la cerimonia di intitolazione dell’ala del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Santa Maria Capua Vetere. Alla cerimonia presenzieranno anche i familiari di Domenico Russo.

 (Raffaele Sardo)

Condividi!