Urge un sopralluogo per verificare la regolarità dei lavori perché il taglio del bosco avviene in un’area delicata sul piano ambientale, culturale e – soprattutto – idrogeologico.
E’ questa la sostanza della missiva inviata dalle sezioni di Caserta delle associazioni Club Alpino Italiano e Lega Italiana Protezione Uccelli a numerosi enti, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed ai Carabinieri, segnalando il taglio boschivo in atto nel bosco di San Vito in località Collina Santo Iorio, nella frazione Sant’ Angelo in Formis del comune di Capua.
La lettera, che porta la firma del presidente Cai di Caserta, Vincenzo Sollitto, e del presidente Lipu del capoluogo di Terra di Lavoro, Matteo Palmisani, esprime la massima preoccupazione per l’entità dell’esbosco definito come una “forte attività di taglio boschivo con annessa apertura di numerose piste e la modifica radicale della conformazione di parte dei sentieri preesistenti.” Un’attività che arriva dopo un’estate di incendi.
Sollitto e Palmisani inoltre sottolineano: “Dalle informazioni in nostro possesso i lavori di esbosco si stanno svolgendo in piena area Sito di Interesse Comunitario IT8010016 Monte Tifata, sottoposta a relativi vincoli, oltre che in un’area a rischio idrogeologico che a vario grado imperversa su tutta la zona di taglio”.
Il taglio, condotto con l’ausilio di mezzi meccanici inoltre avviene “nonostante l’ordinanza n. 67 del 3 agosto 2017 emessa dal Comune di Capua ordini il divieto di alterare e/o modificare lo stato dei luoghi sentieri e mulattiere – scrivono i presidenti delle associazioni, sottolineando come “l’azione delle macchine movimento terra ha invece alterato e modificato radicalmente lo stato dei luoghi”.
Inoltre si paventa il mancato rispetto di altre norme di tutela del territorio:“Abbiamo forti dubbi sul rispetto dei vincoli paesaggistici che interessano l’intera area – è scritto nella missiva – come visibile sul portale http://www.sitap.beniculturali.it/, ex artt. 136 e 157 e D.Lgs. 42/2004 c.d. “ope legis” ( art.142 c. 1, esc. Lett. E,H,M)”.
Tra i possibili danni provocati dall’azione di una ruspa anche il danneggiamento di un antico acquedotto del 1500 che captava le acque delle antiche sorgenti del Bosco di San Vito.
Cai e Lipu nel chiedere alle autorità sollecitate un urgente “sopralluogo per l’eventuale fermo dei lavori” di esbosco, ove condotto in spregio dei vincoli e delle norme ambientali.
“Chiediamo un urgente controllo e riscontro da parte delle autorità competenti – concludono Sollitto e Palmisani – valutando lo svolgimento dei lavori e l’effettivo rispetto delle norme e dei vincoli presenti in un area Sito d’interesse Comunitario, e chiediamo un accurato controllo sulla modalità di taglio e sul rispetto dei vincoli idrogeologici.”