Provincia di Caserta

Sequestrati beni per 25 milioni di euro agli eredi del camorrista Stefano Di Rauso

I Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione reale, emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sottoponendo a sequestro beni mobili, immobili, società e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato di 25 milioni di euro, nella disponibilità dei figli e della moglie del 77enne  Stefano DI RAUSO, deceduto lo scorso mese di luglio, imprenditore operante nel settore delle cave  e del calcestruzzo, già tratto in arresto nel dicembre 2011 dagli stessi militari del Nucleo Investigativo di Caserta in quanto responsabile di associazione di tipo mafioso ed appartenente alla fazione Schiavone del clan camorristico denominato “dei casalesi”.

(Stefano Di Rauso)

Il provvedimento riguarda n. 2 imprese/cave di calcestruzzo, n. 69 terreni agricoli, n. 1 fabbricati rurali, n. 3 appartamenti, n. 3 autorimesse, n. 2 locali adibiti a deposito industriale, n. 37 veicoli e n. polizze vita, n. 1 locale commerciale (adibito ad istituto di credito), n. 3 uffici, tutti ubicati nella provincia di Caserta.

Gli inquirenti hanno sempre considerato il Di Rauso come la “punta di diamante” degli affari del clan camorristico nel settore del calcestruzzo fin dai tempi della “reggenza” di Antonio Bardellino.

Come detto, Di Rauso fu arrestato nel 2011 per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’indagine della Dda di Napoli denominata “Il Principe e la Scheda Ballerina” che portò all’arresto, con l’accusa di  voto di scambio politico-mafioso, di oltre 40 persone tra cui Nicola Cosentino, coinvolto in relazione alla vicenda del Centro Commerciale “Il Principe”, nei desiderata dei Casalesi, ma mai realizzato.

(A dx Nicola Cosentino in compagnia di Berlusconi)

L’indagine, nello scorso aprile, era giunta nelle aule del tribunale portando alla sentenza di primo grado: Di Rauso era stato condannato a nove anni, ma è deceduto dopo poco; l’ex sottosegretario del Governo Berlusconi Nicola Cosentino è stato invece condannato a 5 anni di reclusione.

 

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