Oramai è diventato un incubo e scatta il panico appena ne si pronuncia solo la parola: “meningite”!
E’ quello che sta succedendo a Caserta e dintorni appena si è diffusa la notizia di una 69enne di Casagiove ricoverata nel nosocomio locale.
Trovata dal marito nell’abitazione sita sulla Nazionale Appia in condizioni di semi-incoscienza, la donna è stata immediatamente trasportata al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” per poi essere ricoverata con codice rosso prima in Neurologia e poi in Terapia Intensiva.
Scartata l’ipotesi di un ictus dopo che la Tac a cui è stata sottoposta ha dato esito negativo, la 69enne, con febbre molto alta e forti dolori al capo, è stata infine trasferita nel reparto di Malattie Infettive.
Qui è stata sottoposta ad un esame del liquido cefalorachidiano (LCR) che ha dato esito positivo per la diagnosi di meningite, ma ha escluso che sia meningococcica, eliminando quindi l’ansia collettiva per una forma tra le più pericolose e contagiose tale da determinare allarme sociale.
La paziente è stata comunque posta ovviamente in isolamento mentre è stata avviata, come da prassi, la profilassi riservata ai soli familiari.
Ricordiamo che la meningite è un’infiammazione delle membrane – dette appunto “meningi” – che circondano il cervello ed il midollo spinale.
La malattia è di origine infettiva e può essere di origine virale o batterica.
La forma virale è quella più comune ed anche la più benigna, risolvendosi in 7-10 giorni senza gravi conseguenze.
La forma batterica, più rara, è invece più “seria”: può essere di tre tipi (Meningococcica, pneumococcica e da Haemophilus influenzae tipo b) di cui il primo è quello più grave in assoluto (e contro cui è vivamente raccomandata la vaccinazione!), con evoluzione rapida ed esito fatale. Ma non è la forma di cui è affetta la signora ricoverata a Caserta.