Risveglio assai “umido” questo 25 aprile all’A.S.L. di Caserta.
Infatti, alle prime luci dell’alba, i titolari dei negozi siti al pianterreno si sono resi conto che, dal secondo piano in giù, tutti i locali del cosiddetto “Palazzo della Salute” erano completamente allagati.
Una cascata di acqua che, partendo dal secondo piano ove è allocato il Poliambulatorio per le visite specialistiche, ha invaso al primo piano gli uffici della Medicina di Base e – soprattutto – quelli del Servizio di Riabilitazione che ha subito i maggiori danni.
Successivamente l’acqua ha invaso anche i piani inferiori, mettendo KO il CUP (sito al piano terra) ed i Servizi di Radiologia, Senologia e Farmacia (siti al seminterrato) fino a lambire il Servizio di emergenza del 118 locale.
Tutto lo sconquasso si è scatenato a causa della rottura, in un bagno sito al secondo piano, di una tubatura al di sopra dei pannelli che formano la controsoffittatura del locale.
Immediatamente allertati, sono prontamente intervenuti i Vigili del Fuoco di Caserta che hanno posto fine alla “cascata”, dopo aver messo in sicurezza l’intero edificio bloccando l’erogazione della corrente elettrica, oltre al servizio idrico ed a quello di telefonia.
Mentre ora si sta procedendo alla “conta dei danni”, resta evidente che la Struttura non è operativa, ma, grazie alla giornata di chiusura per la festività, il tutto non ha arrecato problemi immediati agli operatori ed all’utenza.
Le squadre di emergenza sono ora al lavoro – e lo saranno fino alla tarda serata odierna – al fine di poter garantire per domani la regolare ripresa delle attività, anche se comunque non si potrà fare finta che nulla sia accaduto.
Quanto è avvenuto denota la grave carenza – più volte denunciata alla Direzione Generale dell’A.S.L. Caserta, ma sempre inascoltata – di un servizio di sorveglianza dell’intero edificio pubblico ove, soprattutto nelle ore di chiusura notturne, tutto può accadere senza che nessuno dia un qualsiasi allarme che serva, prima di tutto, a limitare gli eventuali danni.
Non osiamo infatti immaginare cosa poteva succedere se la cosa fosse avvenuta un sabato pomeriggio con uffici e negozi chiusi fino al lunedì seguente.
Il tutto a poco meno di un anno dalla scadenza del rapporto contrattuale (assai “oneroso” per l’Ente Pubblico) tra la A.S.L. e la proprietà dell’edificio (NdR: famiglia Coppola) che pare non abbia intenzione di rinnovare l’impegno il che costringerà a breve l’Azienda Sanitaria a doversi trasferire altrove. In questo senso la stessa proprietà del Palazzo della Salute ha messo “a disposizione” dell’Azienda pubblica un altro edificio poco distante dall’attuale.
Forse però sarebbe meglio se i vertici aziendali incomincino ad ipotizzare l’acquisto (con la stipula, per esempio, di un mutuo ventennale) di un edificio “ad hoc“, caso mai di proprietà del comune capoluogo già in dissesto, da ristrutturare ed adeguare alle esigenze del servizio sanitario.
Sarebbe un atto di gestione manageriale serio e “dovuto” …ed anche rispettoso dei soldi pubblici che meriterebbero di non essere ulteriormente dilapidati (ad esclusivo beneficio di chi?).