“Noi di Speranza per Caserta, assieme ai sindaci di Casagiove, Recale, Capodrise, San Nicola la Strada e alle altre associazioni, ricorreremo – è quanto afferma il movimento casertano in una nota in cui esprime il proprio disappunto per “un esito negativo del ricorso” al TAR Campania – per appellarci alla decisione dei giudici che non sono entrati nel merito degli atti contestati. D’altronde non ci saremmo potuti aspettare nulla di diverso vista anche la scorrettezza dell’avvocatura regionale che, nell’intervento di fronte al TAR, ha preliminarmente espresso le ‘grandi preoccupazioni del governatore De Luca’ per l’esito della vicenda. Una indebita pressione, certamente, e anche l’anomalo silenzio da parte dei giudicanti sono stati sufficienti per farci capire come sarebbe andata. Non per questo ci arrendiamo. Speranza per Caserta ha incontrato i meet up locali e il senatore Agostino Santillo (NdR: si è svolto un vertice con i meetup del Movimento 5 Stelle e con il senatore Agostino Santillo al termine del quale è stato annunciato un ricorso al Consiglio di Stato), siamo stati presenti e saremo presenti nei prossimi giorni agli incontri con i sindaci e torneremo ad informare la cittadinanza su quello che è successo. I casertani devono sapere che l’impianto che il sindaco Marino e la sua maggioranza vogliono realizzare è pericoloso. Sono decine gli impianti anaerobici esplosi in Germania con conseguenze pesantissime (10-15 anni di bonifiche) per i terreni circostanti. Incidenti si contano anche in Italia come Lendinara e Spoleto e noi dovremmo fidarci di chi amministra questo comune, con pessimi risultati, da 20 anni? No grazie! Noi teniamo alla nostra città ed alle comunità che vi abitano e continueremo la battaglia per una sicura localizzazione dell’impiantistica del ciclo dei rifiuti contro le follie di Marino e soci”.
Questo il comunicato di Speranza per Caserta che, assieme ai sindaci di San Nicola la Strada (Vito Marotta), Casagiove (Roberto Corsale), Recale (Raffaele Porfidia) e Capodrise (Angelo Crescente), il, Circolo Legambiente di Caserta ed il Comitato Cittadino San Nicola La Strada Città Partecipata, ha annunciato la presentazione di un ricorso al Consiglio di Stato dopo che, in settimana, analogo ricorso è stato respinto dal TAR Campania.
( L’area in cui dovrebbe sorgere il Biodigestore )
In particolare i giudici della Prima Sezione del Tar Campania (presidente Salvatore Veneziano) hanno sentenziato che la delibera della giunta casertana è stata redatta il 30 giugno 2017 e che quindi non può essere impugnata in quanto i termini per il ricorso sono scaduti il 16 luglio 2017.
Inoltre, siccome i ricorrenti avevano impugnato tutti gli atti relativi alla realizzazione di un impianto da 40mila tonnellate di rifiuti organici (umido) a circa 800 metri dalla Reggia vanvitelliana a partire dalla manifestazione d’interesse della regione Campania per individuare comuni disposti ad ospitare l’impianto (NdR: il progetto è da 26 milioni di euro), la delibera di giunta avente ad oggetto la realizzazione dell’impianto ed infine la gara indetta dal Comune di Caserta per la progettazione del biodigestore, ad avviso dei giudici amministrativi non può “condividersi la prospettazione di parte ricorrente secondo la quale solo con l’indizione della procedura di affidamento della progettazione si sarebbe avuta certezza della localizzazione dell’impianto sul territorio comunale di Caserta, in località Ponteselice, dal momento che la deliberazione di Giunta municipale di Caserta n. 112 del 30 giugno 2017 aveva specificamente approvato lo studio di fattibilità e la progettazione preliminare dell’impianto di trattamento rifiuti ubicato nella zona ASI di Ponteselice, localizzazione che avrebbe potuto essere eventualmente modificata solo al verificarsi di specifiche condizioni, in ogni caso richiedenti un’apposita rimodulazione del progetto. Ne consegue che la localizzazione dell’impianto ritenuta lesiva per le ragioni di parte ricorrente, aveva connotazioni di certezza e stabilità già al tempo dell’adozione della predetta deliberazione, tardivamente impugnata“.
Per quanto poi riguarda l’impugnazione della gara per la progettazione, i giudici hanno ritenuto inammissibile il ricorso “sia per carenza sia di legittimazione che di interesse a ricorrere. Difatti, quanto al primo profilo, si osserva che oggetto esclusivo di tale provvedimento è l’indizione di una gara per l’affidamento delle attività di progettazione definitiva, esecutiva e direzione dei lavori per la realizzazione dell’impianto da realizzare in località Ponteselice, rispetto al quale nessuno dei ricorrenti ha una posizione differenziata e qualificata di portatore di interesse legittimo, non essendo alcuno di essi un operatore economico interessato alla legittimità della procedura di evidenza pubblica in quanto tale; del resto, venendo alla questione dell’interesse processuale, l’eventuale annullamento della procedura, comunque non sarebbe satisfattivo del dichiarato interesse alla delocalizzazione dell’impianto, potendo determinarsi, come effetto conformativo esclusivo di una decisione qui favorevole, la sola reindizione della procedura di gara“.