Il 33enne aversano Santo Riccio si è costituito ai carabinieri della città normanna dove gli era stato notificato l’ordine di arresto su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia.
Riccio è dagli inquirenti ritenuto esponente del clan camorristico Mazzata di Cesa (che è una “costola” del più tristemente noto clan dei Casalesi).
Sfuggito al blitz effettuato martedì scorso dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sulle estorsioni ai danni dei commercianti del paese atellano e che ha fatto scattare le manette ai polsi del 26enne di Aversa Luca Scarano e del 49enne di Cesa Vincenzo Marino mentre sono finiti ai domiciliari il 25enne di Villaricca Carlo Abategiovanni ed il 24enne di Aversa Aniello Pecovella, Riccio si è presentato alla stazione dei carabinieri accompagnato dal suo legale.
L’indagine è scattata dopo le dichiarazioni rese da Tammaro Scarano detto “Scarulella”, principale autore delle condotte estorsive contestate, già recluso in quanto condannato a 13 anni di carcere per altra causa ed ora collaboratore di giustizia, il quale ha ammesso le sue responsabilità ed ha chiamato in correità i complici.
Sono sette le estorsioni contestate al gruppo ed effettuate ai danni di vari commercianti di Cesa tra il 2013 e il 2017.
Tutti gli arrestati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, estorsione e detenzione illegale di armi e munizioni, aggravati dalla finalità mafiosa.