Massimiliano Oldoini è intervenuto a “Cestisticamente Parlando”, il magazine di Radio PRIMARETE Caserta condotto da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Mario della Peruta, Sante Roperto ed Eugenio Simioli (con la regia di Imma Tedesco), in onda ogni martedì dalle 19:35 sui 95.00 MHz FM e in streaming su www.radioprimarete.it. Replica il giovedì alle 0.05, in podcast sulla pagina Facebook “Cestisticamente Parlando-Radioprimarete” e sul canale YouTube “Cestisticamente Parlando”.
Ti aspettavi questo campionato di Serie B così agonistico?
Sinceramente rispetto all’anno scorso si è alzato parecchio il livello, soprattutto del nostro girone. Ci sono parecchie squadre che giocheranno per fare il salto di qualità in tutti e quattro i gironi, come ad esempio Chieti, Omegna e San Severo; ci sono tante squadre che lotteranno per le tre promozioni in A2. Il nostro girone è molto combattuto, lo si è capito già dalle amichevoli estive che c’è molto tasso agonistico e anche tattico, dato che le squadre sono ben allenate, come la stessa Salerno, che abbiamo affrontato domenica scorsa, che ha spezzato tutti i tagli e ci ha impedito ricezioni facili. Sarà un campionato molto equilibrato dove ogni partita non avrà un risultato scontato.
Hai a disposizione una squadra forte, ma soprattutto di uomini, come ad esempio Rinaldi…
Come già ribadito, dedichiamo la vittoria di domenica al padre di Rinaldi che non c’è più. Lui ha voluto restare vicino alla squadra per lottare insieme e vincere sia per il papà che per la JuveCaserta e tutti i tifosi. Quest’estate abbiamo voluto costruire una squadra fatta di gente matura, che avesse già fatto delle esperienze ad un livello molto alto, come giocare delle finali o vincerle, e siamo riusciti a mettere in piedi una squadra, anche con intelligenza, prendendo i giocatori che volevamo. Siamo riusciti insieme ad Antonello Nevola a fare una squadra camaleontica, prendendo giocatori che giocassero in più ruoli e soprattutto con un 5, ovvero Marcelo Dip, che avesse grande esperienza, un vissuto vincente e che coinvolgesse gli altri giocatori. Sugli under abbiamo fatto un po’ di scommesse, ma è giusto che sia così perché poi gli under sono quelli che ti fanno fare il salto di qualità verso la fine del campionato, mentre adesso sono i senior che ti devono dare le vittorie, come è già successo.
A che punto siete a livello difensivo e a rimbalzo nell’idea di squadra che hai in mente?
A livello difensivo, abbiamo fatto una buona partita a Salerno, ma non sono stato contento della gestione di qualche possesso. Siamo stati superficiali nel valore del possesso della palla; quando tu concedi 13 punti agli avversari con alcune stupidaggini, alla fine rischi di perdere la partita e noi non dovevamo perdere questi palloni. Senza questi regali, non saremmo andati nemmeno all’overtime e Salerno avrebbe fatto 55 punti. A livello difensivo, comunque ci siamo, dato che Salerno ha segnato 65 punti in 45 minuti. Dobbiamo fare un lavoro migliore a rimbalzo difensivo perché abbiamo subito 15 rimbalzi offensivi da parte di Salerno, ma tuttavia hanno segnato solo 11 punti da seconda opportunità come abbiamo fatto noi, quindi non posso dire che ci hanno “schiacciato” sotto questo aspetto. In attacco, abbiamo tirato con cattive percentuali, ma è stata una partita fisica, basata sui tatticismi; nonostante questo, abbiamo vinto 3 quarti su 5, quindi su questa vittoria c’è stato un nostro merito sia difensivo che offensivo.
In fase offensiva avete sbagliato tanti tiri aperti, ma è giusto ricordare che è stato l’esordio per tanti e che questa squadra completamente nuova si sta allenando insieme appena da un mese…
Questo è un dato di fatto, si stanno allenando bene tutti i giorni, compreso lo staff e quindi noi siamo “costretti” a sperimentare anche durante la partita, perché non basta un mese e mezzo di preseason per essere così affiatati. Sappiamo che il nostro cammino è molto lungo e difficile. Ci vuole una crescita graduale, perché non possiamo assimilare bene tutto in una settimana, ma abbiamo bisogno di un po’ più di tempo e quindi è naturale che nel corso della partita possono capitare degli alti e bassi. E non è finita, perché domenica affronteremo una squadra che gioca una pallacanestro completamente diversa da una squadra che ha degli obiettivi dentro un sistema, con molte situazioni libere e difficili da scoutizzare.
Un altro aspetto da considerare è la formula del campionato che potrebbe portare una squadra a giocare anche una cinquantina di partite…
Questo è un aspetto da non sottovalutare, infatti noi abbiamo bisogno di gestire i minutaggi dentro la partita e far migliorare gli under giorno dopo giorno, in modo da trovare alla fine del nostro percorso una squadra dove anche 9,10 giocatori possono stare in campo. Non sarà semplice, ma ci proveremo. Dobbiamo continuare a lavorare, volare bassi e far migliorare questi ragazzi in un campionato dove c’è malizia, c’è furbizia, c’è fisicità e noi abbiamo messo in preventivo il fatto che sarebbero andati in difficoltà. Man mano che andremo avanti, cercheremo di farli migliorare e arrivare a gennaio-febbraio che stiano in campo 15 minuti.
Qualcuno storce il naso sul mancato atletismo della squadra, ma nulla si può dire in merito alla tecnica e alla ferocia difensiva…
Sono sincero, non credo che ci siano squadre in Serie B con grandi atleti. Le ho viste tutte e posso dire che ci sono squadre con giocatori un po’ più fisici, ma non atleti. Anche la stessa Salerno non ha dei giocatori verticali, ma ha dei giocatori un po’ più fisici, però dico anche che noi, grazie alla forza di volontà, alla mentalità e ai tatticismi, possiamo ottenere ciò che ci darebbe un giocatore atletico.
Hai vissuto per anni a Caserta e ora sei ritornato da head coach. Un tuo messaggio verso quella parte di ambiente un po’ “agnostica” verso questa squadra?
Cerco di lavorare sempre con grande professionalità dentro e fuori dal campo. Naturalmente sento una grossa responsabilità, sono stato 6 anni a Caserta dal 2007 al 2013, vincendo un campionato di A2, facendo una semifinale scudetto e devo dire che la gente mi ha dato tanto e io ho dato tanto alla gente. C’è un forte senso di appartenenza da parte mia verso la città, vorrei riuscire a ricambiare tutto questo con un risultato importante. Ci proveremo, faremo di tutto, dovremo vincere le partite per dare una soddisfazione ai tifosi, ma dico anche che questo è un nuovo percorso, con una squadra giovane che, nonostante abbia un peso sulla maglia fondamentale e molto importante, giocherà con il coltello tra i denti tutte le partite. Chiedo che la tifoseria e gli appassionati ci siano vicini perché vorremmo onorare al meglio questa maglia, questo nome e questi colori. Già i 150 presenti a Battipaglia sono un ottimo segnale, hanno vinto questa partita “giocando” insieme a noi e buttandosi su ogni pallone con noi. Credo che i tifosi debbano avere, come noi, questa mentalità.
C’è qualcuno da cui ti aspettavi qualcosa di più, ad esempio Galipò?
Galipo’ è un under e non facile per un ’99 andare in campo ed affrontare gente come Maggio e Diomede che ha giocato campionati importanti. Non voglio parlare dei singoli, perché non è corretto e perché siamo all’inizio, ma voglio dire che io porto sempre avanti la squadra prima di tutto e, col lavoro individuale e di squadra, tireremo fuori il talento dei singoli giocatori.
Ci presenti la Luiss che Caserta incontrerà domenica prossima al PalaMaggiò?
E’ una squadra di giovani che giocano una pallacanestro frizzante, che cercano di correre sempre su tutto il campo, che cambiano tantissime difese restando sempre intensi, ottenendo già una vittoria importante contro Napoli. Andrea Paccariè è un allenatore che fa giocare questa squadra con delle regole e dei principi veramente interessanti. Non sarà facile, perché loro non muoiono mai, come è successo contro Napoli dove sono riusciti a vincere la partita ribaltandola. I giocatori più importanti sono il play Faragalli, Veccia che gioca da 3, Infante che gioca sia da 4 che da 5, ma hanno tanti ragazzi giovani interessanti che giocano con un tipo di sistema diverso da analizzare e studiare durante la preparazione delle partite. Dobbiamo provare a limitare la loro vivacità.
(Redazione Cestisticamente Parlando)