Già la nostra realtà è quella che è e cioè poco esaltante – per non scrivere deprimente – che arriva ad accentuare lo stato di “depressione collettiva” la classifica annuale della vivibilità in Italia.
L’indagine sulla qualità della vita delle città e delle province italiane, realizzata dal quotidiano “ItaliaOggi” in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, vede scivolare di altre 9 posizioni sempre più in basso la città capoluogo e l’intera Provincia.
A guardare la classifica ci si rende conto che si vive meglio nel Nord-Est del Paese, in particolare in quelle città il cui numero complessivo di abitanti si aggira intorno ai 100mila.
Si confermano in testa Bolzano, Trento e Belluno, salgono Siena, Pordenone e Parma, cadono Roma, Bari e Palermo.
L’italia si divarica sempre di più con un Nord che sembra sempre più risalire la china ed un Sud che sprofonda senza apparente rimedio nell’invivibilità politica e sociale.
E la Campania? Uno sfracelo, ben più dello scorso anno!
Salerno, la più in alto, scende di 16 posizioni (dal 73esimo posto del 2017 all’attuale 89esimo) così come Benevento (da 75 a 91); Caserta passa dal 95esimo del 2017 all’odierno 104, Avellino crolla di 23 posizioni (la performance più negativa) dal 82esimo al 105esimo ed infine Napoli che rimane sì stabile, ma sempre in terzultima posizione (108 su 110).
Insomma una debacle che è una condanna senza appello. Quest’anno però – è l’appello che lanciamo alla nostrana classe di amministratori e politici – risparmiatevi le chiacchiere ed i tentativi di giustificazione.
Non se ne può proprio più!