Alla fine il Presidente della Casertana FC Giuseppe D’Agostino ha deciso.
E la sua scelta, scongiurata la sciagurata ipotesi di Eziolino Capuano, è stata quella di lasciare in panchina, nel ruolo di allenatore, il giovane e promettente Raffaele Esposito, affiancandogli però un tecnico di provata esperienza e capacità, Nello Di Costanzo, nel ruolo di direttore tecnico.
“Abbiamo lavorato tanto – ha detto il Presidente ad inizio della conferenza stampa di presentazione svoltasi presso la sala stampa ‘Mario Iannotta’ dello stadio ‘Pinto’ di Caserta – su questa cosa. Abbiamo scelto di portare una figura importante, con tanta esperienza, in società. Mancava un tassello del genere. Conosciamo tutti mister Di Costanzo per quello che ha fatto e chi è, ed abbiamo molta fiducia nel nostro allenatore Esposito, per questo abbiamo optato per questa soluzione. Di Costanzo sarà l’uomo della società che sarà sul campo. Farà in modo che mister Esposito possa maturare la giusta esperienza. Vogliamo costruire uno staff nostro ed evitare di cambiare in futuro. Vogliamo costruire qualcosa di importante“.
D’Agostino ha poi aggiunto: “Perché l’esonero di Fontana dopo una vittoria? Ho ritenuto poco rispettoso nei confronti di tutti che si fosse fermato a fumare il sigaro in campo subito dopo partita. Un gesto di sfida che mi ha spinto a fare questo. Altrimenti non l’avrei esonerato. O meglio, non l’avrei fatto dopo una vittoria. Ho aspettato anche troppo, per come sono fatto io, anche perché tra infortuni, squalifiche, campi e diversi fattori mi avevano spinto a dargli ancora tempo. Ritengo Fontana un allenatore che insegna calcio e, per questo, abbiamo puntato su di lui nel momento in cui stavamo allestendo una squadra giovane. Se invece – ha poi confessato – fossimo partiti subito per un campionato di vertice, avrei optato subito per un altro”.
Chiarita poi anche la posizione del DG Nello Martone: “Sta lavorando tranquillamente, come se niente fosse successo. Perché niente è successo. Il suo gesto a fine partita non va fatto perché 1000 persone non possono sapere a chi ci si sta rivolgendo. Ma indicava me e non ha mancato di rispetto a nessuno. E’ un gesto istintivo. Lui è bersagliato. A me non sta bene questo. Vorrei sapere dove ha sbagliato in 3 anni. La parte tecnica la giudico io. Non potete nemmeno immaginare il lavoro che fatto. Fuori c’è una parte che rema contro. Ognuno ha un proprio interesse. Forse non hanno capito che qua comando io. Se vogliamo criticarlo per un gesto ok, ma il lavoro che fa non bastano cento persone. Qui decido io. Abbiamo una grande sintonia ed ogni errore è condiviso“.
Infine il futuro prossimo e qui D’Agostino è stato categorico: “Bisognerebbe pensare a focalizzare l’attenzione non sul superfluo, ma su situazioni come quelle legate allo stadio, alle strutture. Non bisogna sempre cercare il pelo nell’uovo. Se a maggio la situazione dovesse restare questa, me ne andrò. Mi riferisco alle strutture, ma anche all’ambiente, alla piazza. Se si vuole crescere, lo facciamo tutti insieme. Altrimenti non vado avanti. Sono tre anni che sono qui, ma non ho visto niente e nessuno. Parliamo di una provincia e di una squadra professionistica. Siamo abbandonati. Ed in tre anni siamo una delle poche società a non aver mai preso un punto di penalizzazione. Abbiamo riconquistato la fiducia del calcio italiano“.
Microfono poi al neo capo-allenatore Raffaele Esposito: “Vorrei ringraziare il presidente che mi sta dando l’occasione della vita. Non posso fare altro che impegnarmi e mettere il cuore in questa avventura. Ringrazio mister Fontana per l’esperienza maturata insieme in questi mesi. E’ un grande professionista e, nei suoi confronti, nutro una profonda stima sia dal punto di vista personale che lavorativo. E’ stato un piacere lavorare con lui. Ringrazio mister Di Costanzo per aver accettato questa offerta. Avevo proprio bisogno dell’aiuto di un mister esperto; per lui parla il curriculum. Per me è motivo d’orgoglio essere affiancato da lui. Per quanto riguarda la partita di Rende, il merito va riconosciuto soltanto ai ragazzi. Io ho soltanto lavorato sotto l’aspetto mentale. A Rende abbiamo giocato con la difesa a quattro e penso che si continuerà su questo canovaccio. In Calabria abbiamo fatto un 4-5-1 in fase di non possesso e 4-3-3 in fase d’attacco. Non è detto che sia sempre così. Dipende anche contro chi giochi e su che campo. Lì era necessario giocare in questo modo contro una squadra dinamica”.
Infine è toccato a Nello di Costanzo.
Nato a Roma il 26 luglio del 1961, Cuono di Costanzo (questo il suo vero nome) ha iniziato la sua carriera da calciatore, nel ruolo di centrocampista, prima nelle giovanili del Milan e poi nel Napoli con cui ha vinto uno scudetto di categoria. Ma ciò comunque non gli apre le porte del professionismo, rimanendo “confinato” nel dilettantismo tra Gladiator, Afragolese e Turris.
Appese le scarpette al chiodo e conseguito a Coverciano il patentino di Allenatore di Prima Categoria, inizia la sua nuova carriera guidando in prima categoria la Viribus Unitis che, in 4 anni, porta in serie D, vincendo ben tre campionati.
Dopo un anno alla guida della Palmese (5º posto finale) ed un altro ancora a Somma Vesuviana con la Viribus Unitis (2°posto finale), arriva a Santa Maria Capua Vetere ove vince il campionato 2001-2002 portando il Gladiator in Serie C.
Da quel momento è un susseguirsi di panchine tra i professionisti. Prima il Benevento, poi la promozione in C1 con la Juve Stabia che ripete a Venezia quando prende la squadra lagunare nei bassifondi della C2 per portala alla vittoria del campionato. L’anno successivo, alla guida della squadra veneta, conquista il traguardo dei play-off, poi persi in semifinale.
Nel 2007-2008 debutta in serie B alla guida del Messina con cui centra l’obiettivo della permanenza nella serie cadetta. E’ l’apice della sua carriera!
Dopo le esperienze di Ascoli e Padova, torna in C1 alla guida prima del Barletta e poi della Carrarese. Nel 2013-2014 allena l’Aversa Normanna in Seconda Divisione. L’anno successivo è nuovamente a Messina, ma stavolta conosce la prima retrocessione della sua carriera da allenatore, perdendo il playout del girone C di Lega Pro contro la Reggina. Poi, senza molta fortuna, allenerà prima l’Ischia, poi la Frattese ed infine il Pomigliano. Ora è a Caserta.
“Contento e lusingato – afferma Di Costanzo – di questa avventura. Venire a Caserta è un piacere. E’ una piazza blasonata. Le ambizioni di questo club hanno fatto il resto. Sarò il referente della società rispetto al campo. Affiancherò Esposito, allenatore molto bravo che ha già dimostrato il suo valore. E’ un onore avere questo compito. Di affiancarlo, farlo crescere e di mettergli a disposizione la mia esperienza. Ho girato tanto ed è un piacere venire in questa piazza dopo esserci stato vicino diverse volte. Finalmente si è avverata questa possibilità. Fungerò da supervisore, come strumento nelle mani di questa società. Penso che quello con Esposito è un binomio che può funzionare. Colgo l’occasione per salutare Fontana. Stava facendo il suo lavoro e in prospettiva futura può dimostrare il suo valore. Questo è il calcio. Anche io sono stato sostituito diverse volte, come del resto sono subentrato. Il presidente mi ha detto di aver visto qualcosa nella gara di Rende da cui ripartire. La verve, l’attaccamento e la partecipazione emotiva di chi non era in campo. Ho visto in diretta quella partita e ho avuto l’impressione che seguisse l’allenatore e non volesse mollare. Bisogna chiaramente migliorare, soprattutto quando si gioca in casa. E questo sarà compito dell’allenatore, con me al suo fianco. Pian piano bisogna creare un’identità chiara. In questo momento si fatica un po’. Modulo? Non sono per gli integralismi. Domenica scorsa si è giocato con un certo sistema di gioco, ma dipenderà sempre dall’avversario e della nostra settimana di lavoro”.
( Interviste a cura di Casertanafc.it )