Se era vero che, dove passava Attila – il celebre re degli Unni, avversario irriducibile degli Imperi Romani d’Oriente e d’Occidente – non cresceva più l’erba, sembra che stia per diventare altrettanto vero che, ove interviene a Caserta il Sindaco Carlo Marino e la Sua giunta, non vi saranno più alberi.
Difatti sembra imminente l’abbattimento di ben 160 alberi nella città capoluogo il che costerà alla collettività, nonostante il sofferto doppio dissesto economico, quasi 83mila euro, il doppio cioè di quanto costerebbe invece la necessaria manutenzione.
Ad essere messi giù, tra corso Trieste, via Roma, via Cesare Battisti, piazza Vanvitelli, parco Primavera a Tuoro, viale delle Querce e vicolo Nicola Abbagnano al parco degli Aranci nell’ex zona 167, circa 120 “grevillee robuste” (di origine australiana), 35 pini e qualche palma.
E saranno le seguenti ditte ad effettuare l’intervento:
– Urbania arredo srl di San Nicola la Strada: rimozione di una sessantina di grevillee su corso Trieste (importo previsto 27.653,15 euro),
– Verde Golfo sas di Melito: rimozione di una trentina di pini in viale delle Querce e vicolo Nicola Abbagnano (importo previsto 27.110,36 euro),
– Eurogarden srl di Melito: rimozione di una sessantina di grevillee in via Roma e via Cesare Battisti (per circa 27.653,15 euro)
a cui vanno aggiunti altri interventi per la rimozione di una palma in piazza Vanvitelli e di alcuni alberi al parco Primavera di Tuoro.
In merito a ciò abbiamo ricevuto dal Panda Team del Wwf Caserta OA il seguente comunicato stampa che, come Redazione di Radio PRIMARETE Caserta, non solo pubblichiamo integralmente, ma anche condividiamo in toto:
“Nonostante le ripetute richieste di intervento all’attuale Amministrazione Comunale al fine di valorizzare il Verde Urbano a Caserta e di considerarlo come una ricchezza della città per la sua bellezza e per gli effetti benefici che esso produce per la salute dei cittadini, non solo abbiamo continuato a rilevare, periodicamente e costantemente, interventi radicali e deleteri di capitozzatura – pratica arboricola già da considerarsi deprecabile – ma addirittura prendiamo atto, attraverso le determine “DETERMINAZIONE REGISTRO UNICO n. 1972, 1973 e 1974 del 27/12/2018”, della volontà di abbattere n.160 alberi.
Premesso che l’attuazione delle suddette determine hanno un solo precedente nella storia di Caserta (l’abbattimento dei platani di Viale Carlo III) e che rappresenterebbe un precedente pericoloso a conferma di “Caserta quale città incapace di futuro”, riportiamo in sintesi i motivi del nostro dissenso:
E’ dovere dell’Amministrazione Comunale, per evitare interventi radicali, deleteri e/o estremi, tutelare e curare il patrimonio arboreo stilando un Piano regolatore del Verde.
Se ci sono alberi pericolanti, essi vanno curati ed eventualmente abbattuti in maniera selettiva; ci sembra difficile ipotizzare che a Caserta ci siano ben n.160 piante diventate improvvisamente e contemporaneamente pericolose per l’incolumità di persone e cose; in questo caso, esistono perizie tecniche che provino la loro pericolosità?
Visto che la presente Amministrazione si preoccupa, giustamente, dell’incolumità di persone e/o cose, per quale motivo non adotta lo stesso zelo per altre situazioni parimenti pericolose? Ci riferiamo al rischio che pedoni e ciclisti corrono quotidianamente nel percorrere le strade di Caserta, per il traffico sempre più invasivo, per il parcheggio selvaggio e per le pericolosissime buche presenti ovunque. Di contro, si prevede l’abbattimento delle piante che invece danno benessere e bellezza alla città.
E’ da sottolineare che le suddette determine prevedono un piano di abbattimento delle piante, ma non un piano di sostituzione.
Il verde pubblico a Caserta, storicamente, dopo Vanvitelli, è sempre stato considerato concettualmente come spazio da riempire con delle piante, senza tener presente il loro potenziale sviluppo (sesto di impianto), giusto per riempire gli spazi avanzati da lottizzazioni e cementificazione senza nessun criterio progettuale; peggio ancora, la viabilità in Via delle Querce fu realizzata senza prevedere lo sviluppo dei pini preesistenti alla lottizzazione dell’area, secondo la logica “tanto, se danno fastidio, si possono sempre tagliare”.
E’ scandaloso piantare alberi, “grevillea robusta”, nel caso specifico essenze australiane, senza prevedere la loro crescita, senza tener presente la storia della città, senza tener presente la macchia mediterranea, un patrimonio che tutti ci invidiano.
Sembra impossibile, ma prima di deliberare l’acquisto delle “grevillea robusta” e la loro messa a dimora, nessun sindaco, assessore, tecnico comunale ha mai pensato di chiedere il parere ad un agronomo istituzionale interno all’amministrazione comunale, provinciale o all’Ufficio Foreste della Regione Campania oppure – scusate l’ardimento! – a qualche associazione ambientalista che forse qualche contributo avrebbe potuto dare coinvolgendo esperti a livello nazionale, senza spendere un centesimo in più.
Come se non bastasse, non è stato mai effettuato alcun intervento per contenere gli effetti di un errore progettuale clamoroso.
L’unico rimedio di cui è capace l’attuale Amministrazione Comunale è abbattere tutto senza prevedere gli effetti: desertificare il centro storico, aumentare le isole di calore, aumentare gli effetti dell’inquinamento da traffico oltre che rendere più brutta la città.
Per i suddetti motivi, chiediamo al Sindaco di Caserta ed agli assessorati competenti di:
- sospendere l’abbattimento indiscriminato delle n. 160 piante previste dalle suddette determine;
- prevedere un piano di manutenzione ordinario e straordinario, affidato a personale competente, costituito da agronomi istituzionali;
- limitare gli abbattimenti alle sole piante “certificate come pericolose” per persone e cose;
- di conoscere l’iter del corretto smaltimento dei rifiuti, ottenuti dai suddetti interventi”.