Caserta Cronaca

Tutti arrestati gli autori dei furti in auto a via G.M. Bosco e dintorni a Caserta

I Carabinieri della Compagnia di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza dispositiva di 6 misure cautelari coercitive (4 arresti domiciliari e 2 obblighi dì dimora nel comune di residenza), provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura della Repubblica.

L’ordinanza cautelare veniva eseguita nei confronti di sei componenti di un sodalizio criminale, cinque dei quali dediti ai furti su autovettura, il sesto nella ricettazione dei beni sottratti. Questi gli indagati, tutti napoletani, raggiunti dalle ordinanze:

Anthony Ailano, 25 anni,

Pasquale Caiazzo, 28 anni,

Salvatore Caiazzo, 54 anni,

Vincenzo Maurizio Caiazzo, 25 anni,

Antonio Pezzella, 32 anni,

Luigi Sequino, 39 anni.

In particolare, le indagini svolte dalla Stazione Carabinieri di Caserta dal settembre 2016 al febbraio 2017, hanno consentito di identificare gli indagati come responsabili di 15 furti su autovettura commessi per la maggior parte nel centro della città di Caserta (via G. M. Bosco, Corso Giannone, via Ruggiero), tra le ore 08.00 e le ore 09.30.

I furti venivano consumati in danno di genitori che, avendo la necessità di accompagnare i figli minori all’interno degli edifici scolastici, lasciavano momentaneamente incustoditi i veicoli al cui interno vi erano borse, effetti personali, carte di credito, bancomat, telefoni cellulari, tablet, computer portatili, documenti vari e denaro contante.

L’attenzione dei Carabinieri veniva attirata dalle molteplici analogie di tempo, luogo e modus operandi che emergevano analizzando diverse denunce di furto presentate presso la Stazione Carabinieri di Caserta tra settembre e ottobre 2016.

In particolare l’elemento che accomunava quasi tutti gli eventi era rappresentato dalla circostanza che i veicoli, in sosta, erano stati aperti senza alcuna effrazione, nonostante tutte le vittime fossero certe di aver chiuso la propria automobile con il telecomando a distanza. Tale elemento consentì quindi di ipotizzare che i malviventi si servissero di dispositivi elettronici che inibissero la chiusura elettronica delle portiere.

Sulla base degli elementi raccolti dall’analisi delle denunce i Carabinieri effettuavano pertanto mirati servizi nei pressi degli istituti scolastici dove si erano verificati la maggior parte dei furti e, il 15 novembre 2016, riuscivano a trarre in arresto in flagranza Anthony Ailano il quale veniva bloccato alle ore 08.40 circa nei pressi della Scuola Materna Statale “Lorenzini“, ubicata in via G.M. Bosco, colto mentre asportava dal cofano di un’autovettura una borsa.

Le indagini successive all’arresto operato dai Carabinieri, dirette dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito quindi di identificare nei destinatari delle odierne misure cautelari coloro i quali si erano associati per la commissione di un numero indeterminato di furti su autovettura.

Si accertava che gli indagati agivano utilizzando dei disturbatori di frequenza, denominati “Jammer” (nella foto), così da inibire la chiusura centralizzata delle autovetture e, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, si introducevano all’interno dell’abitacolo in modo da impossessarsi di tutti gli oggetti di valore che si trovavano all’interno.

Grazie all’acquisizione delle immagini registrate dagli impianti di video sorveglianza degli istituiti bancarii è stato inoltre contestato agli indagati anche il prelievo fraudolento, effettuato presso gli sportelli ATM, utilizzando le carte bancomat sottratte durante i furti. L’indagine ha inoltre consentito di risalire anche al ricettatore della refurtiva il quale, per conto dell’associazione, si occupava principalmente di resettare telefoni cellulari ed apparati informatici oggetto di furto per poi rivenderli a terzi.

Si acclarava inoltre come il gruppo fosse legato da vincoli familiari. Il promotore ed organizzatore dell’associazione aveva coinvolto infatti anche il figlio come suo braccio destro nonché alcuni nipoti utilizzati per la commissione materiale dei furti.

Il sodalizio criminale era inoltre solito diversificare le località ove agiva all’evidente fine di evitare i controlli delle forze dell’ordine. Sono stati infatti accertati, oltre ai furti consumati nella città di Caserta, anche reati consumati a Pompei, Scafati e Prato.

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