E’ stata la prima di Sandro Pochesci, nuovo allenatore della Casertana FC che, al cospetto dei mass media, ha dichiarato: “A Caserta qualsiasi allenatore sarebbe venuto a piedi. E’ una piazza di calcio. Quando ti chiama un club come la Casertana, anche se mancano sei giornate, non puoi non rispondere presente. Probabilmente da altre parti non avrei accettato. Caserta è Caserta. C’era già stato un contatto, poi la società fece le sue scelte a novembre. Quando il direttore mi ha chiamato domenica sera, non c’ho pensato su due volte. Non so nemmeno il contratto quale sia. Non mi interessa. A Terni ho lasciato quattro anni di contratto in B soltanto per dignità e non vengo certo qui a pretendere qualcosa. Dovrò conquistare tutto sul campo. Sarà la società a decidere. Per me è importante la faccia”.
“Io vengo – ha detto come presentazione – dai dilettanti. Sono partito dalla prima categoria. Se si pensa che vengo qui a fare sei partite da scampagnata, vi sbagliate di grosso. Per me sono sei finali. Non trovo scuse. Questa è la mia squadra e mi deve dare tutto. Io devo riaccendere l’entusiasmo dentro questi ragazzi. Quell’entusiasmo che ti permette di superare ogni ostacolo. Con la Ternana sono stato in panchina per 23 partite, ho collezionato 13 pareggi, 3 vittorie, 7 sconfitte, avevo il quarto attacco in Serie B con 12 esordienti con un allenatore esordiente. Sono salito di 7 categorie, mentre allenatori come Spalletti e Mancini non li hanno vinti certi campionati. Io sono partito dal basso, ho esperienza. Io ho 580 panchine, molti mi dicono che ne ho 30 in Prima Categoria, 30 in Promozione, 30 in Eccellenza, ma per me restano comunque presenze, qualsiasi sia la categoria. Io mi gioco la faccia. Per me sei partite sono un campionato. Non mi accontento di andare a fare i play-off da decimo. L’ho fatti a Fondi, ma non posso farlo a Caserta”.
“Si gioca – ha continuato Pochesci – con i giocatori che abbiamo. Io darò loro dei principi e poi dovrò capire quello che posso ottenere da questi ragazzi. Qui ci sono giocatori che molti club non hanno neppure in B. Devo riaccendere un giocatore come Floro Flores. Lo scorso anno contro di me spaccò la partita. Appena sono arrivato ho chiesto loro di farci una foto. A giugno ci sono tre o quattro compleanni, e voglio festeggiarli con loro, mentre siamo ancora in campo a lavorare. Per la prima volta alleno giocatori forti. Questo capita agli allenatori con un curriculum. Io ho questa fortuna. Abbiamo fatto un patto. Dobbiamo compattarci e ritrovare l’entusiasmo perduto”.
Il neo-mister ha poi aggiunto: “Ho trovato un presidente eccezionale. Lui e la moglie mi hanno accolto con grande calore ed affetto nella loro azienda, mentre erano nel pieno del loro lavoro. Ho accettato perché ho visto una persona ferita. Un uomo che mi ha fatto capire che io gli devo riaccendere la fiammella. Come tutti i passionali vanno dall’esaltazione alla delusione in un attimo. Mi sono messo in testa di far tornare la voglia a questo uomo. Ama la Casertana. Non ho trovato un imprenditore come gli altri. Ma un grande lavoratore ed un famiglia per quale non si può che dare tutto”.
“Per quanto riguarda i tifosi – ha concluso – hanno sempre fatto la differenza. Da avversario mi sono ritrovato più volte al loro cospetto. Facevano paura. Sono loro l’arma in più della Casertana. Il dodicesimo uomo. Oggi la nostra squadra è debole. Abbiamo bisogno di loro. Non devono contestarci. C’è tempo per farlo. Tutti insieme dobbiamo venirne fuori. I tifosi sono la Casertana”.
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