Politica Provincia di Caserta

No al declassamento dell’Ospedale di Piedimonte Matese: presto in regione i 17 sindaci della comunità montana

Una sala convegni a Sepicciano gremita di gente ha dato vita a quella che di fatto è la prima assemblea pubblica in cui istituzioni e cittadini del territorio si sono confrontati sulla questione declassamento dell’Ospedale Civile di Piedimonte Matese.

Per volere del neopresidente della Comunità Montana Francesco Imperadore è stato, infatti, organizzato un incontro trasversale, ma soprattutto aperto a tutti. Ben nota, ormai, la problematica e ben noti gli attori della vicenda.

“Presto tutti i 17 sindaci della Comunità Montana del Matese, o chi per essi, saranno in Regione per scongiurare il declassamento”. Ha esordito così il presidente Imperadore, annunciando che, già nei primi giorni di settembre, ci sarà la volontà di difendere a spada tratta il nosocomio matesino, e quindi il territorio, in Regione.

Ad intervenire per conto del Comitato Civico “Art.32”, nato ad aprile 2019 proprio a seguito dell’approvazione da parte dei Ministeri della Sanità e dell’Economia e delle Finanze del Decreto ad Acta della Regione Campania n.103 del 28/12/2015 che di fatto prevederebbe il declassamento del nosocomio matesino, Carlo Iannelli, il quale ha ribadito quello che in questi mesi è diventato il motto del Comitato: “Non cerchiamo responsabilità, ma soluzioni”. Mentre per conto di Cittadinanza Attiva di Piedimonte Matese è intervenuto Mario Leone che ha illustrato con un’oculata ricerca i dati che hanno portato al declassamento.

Di soluzioni possibili hanno disquisito a lungo due medici, strettamente coinvolti in questa vicenda in quanto anche amministratori. Luigi Di Lorenzo, sindaco di Piedimonte Matese, e Alessandro Landolfi, vicesindaco di Gioia Sannitica. I due medici e amministratori hanno affrontato l’argomento, scendendo anche più nel tecnico, pur trovandosi in posizioni diverse, ma uguali nell’intento di difendere le sorti dell’Ospedale.

“Ci sono ben note responsabilità per quanto è accaduto alla nostra struttura ospedaliera, – ha precisato Di Lorenzo – dobbiamo anche andare oltre il declassamento e puntare al riconoscimento di DEA (Dipartimento d’Emergenza e Accettazione) di 1 ͦ livello”.

“Il problema parte da lontano, – ha puntualizzato Landolfi – con la chiusura, nel 2013, del reparto di urologia. Si tratta di scelte politiche sbagliate, senza dubbio, e in qualità di amministratori dobbiamo premere affinché siano riviste queste scelte, ma bisogna procedere per gradi e tener conto di innumerevoli fattori, perciò la necessità di difendere, intanto, la classificazione di PSA (Pronto Soccorso Attivo)”.

Numerosi e altrettanto interessanti gli interventi che si sono susseguiti, a partire da quello di Ermanno Masiello, sindaco di Raviscanina, fino ad arrivare a quelli di chi, a vario titolo, sta lottando per la causa. A moderare, invece, il vicepresidente della Comunità Montana Mauro Martino.

Incisivo e volutamente polemico l’intervento dell’Onorevole Margherita del Sesto, della XIII Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, “in sala anche se non invitata direttamente”, ha precisato. “[…] NESSUN rappresentante istituzionale della Regione Campania è presente al confronto. Ovviamente sono convinta che il problema sarà risolto in prossimità delle elezioni regionali 2020 […]”, ha anche commentato con veemenza sui social.

Il merito dell’incontro, ad ogni modo e come in molti hanno ribadito, è stato quello di cominciare una percorso non virtuale verso la risoluzione del problema. “Un Ente sovracomunale, la Comunità Montana, che di fatto ha come mission quello della valorizzazione delle zone montane, e perciò potrebbe essere l’arbitro giusto per focalizzare l’attenzione sulla sottile linea di confine tra il calo delle utenze e l’inefficienza dei servizi. Ad ogni modo – ha dichiarato Imperadore – quello che accomuna tutti, adesso, è la lotta per il diritto alla salute, affinché un matesino possa non morire per un infarto o possa non doversi spostare per una gamba rotta, per esempio”. 

( Adele Consola )

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