Cultura Provincia di Caserta

Intreccio di illegittimità e collusioni: sequestrato il cantiere di ampliamento della clinica “Pineta Grande” di Castel Volturno

Il Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta, unitamente all’ausilio del Reparto Territoriale di Mondragone, ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che riguarda le opere di ampliamento, in corso di realizzazione, presso la struttura sanitaria Pineta Grande di Castel Volturno (operante nella Provincia di Caserta in regime di accreditamento istituzionale), oggetto di autorizzazione amministrativa con delibere del Consiglio Comunale di Castel Volturno n. 30/2014 e n. 12/2015 e con i permessi di costruire n. 40/2017 e n. 83/2018 rilasciati dall’UTC del predetto comune.

L’ampliamento dell’unico presidio sanitario sul litorale domizio è un progetto da 80 milioni di euro la cui conclusione era prevista per gennaio 2020 e prevede la realizzazione di alcuni nuovi edifici per complessivi 45.000 mq.

Il Giudice per le indagini preliminari ha condiviso l’impianto accusatorio che ha ipotizzato, allo stato della richiesta cautelare reale, i reati di cui agli artt. 44 del DPR 380/01, 734 c.p. e art. 181 D.lgs 42/2004.

Tale richiesta cautelare è stata avanzata all’esito di una complessa e articolata attività investigativa, avviata nei mesi di febbraio/marzo del 2018, consistita:

–  nell’acquisizione di documentazione presso pubblici uffici,

–  nello svolgimento di attività di intercettazione telefonica e ambientale,

–  nell’audizione di persone informate sui fatti e nell’interrogatorio di coindagati,

– nello svolgimento di complesse attività peritali nella materia urbanistica/paesaggistica/ambientale,  in quella  della programmazione sanitaria, dell’accreditamento istituzionale ex d.lgs 229/1999, e nella materia delle autorizzazioni alla realizzazione di strutture sanitarie e socio sanitarie.

Le indagini sono state avviate nel febbraio/marzo del 2018 a seguito della richiesta di accesso da parte di altra struttura sanitaria (operante nella Provincia di Caserta) agli atti del procedimento amministrativo conclusosi con il rilascio da parte dell’UTC di Castel Volturno del P. di C. 40/2017, accolta dal TAR Campania, in cui si ponevano in evidenza alcune irregolarità in relazione al rilascio di tale autorizzazione edilizia/urbanistica.

Le complesse risultanze probatorie, investigative, hanno fatto emergere come l’ampliamento, in corso di realizzazione, della Casa di Cura Pineta Grande, autorizzato con delibere del Consiglio Comunale e successivi permessi di costruire, si ponga in palese violazione della normativa riguardante la realizzazione o ampliamento di strutture sanitarie di cui al D.lgs 229/1999 e della regolamentazione regionale di cui alla Delibera di Giunta Regionale Campania n. 7301/01 della normativa edilizia/urbanistica.

E’ risultata violata la normativa in tema di realizzazione e/o ampliamento, inteso anche come aumento di posti letto/degenza o di funzioni/servizi sanitari, di struttura sanitarie o socio sanitarie.

Il Consiglio comunale di Castel Volturno autorizzava l’ampliamento volumetrico della struttura, e quindi il passaggio da 150 posti letto a 574 posti, sebbene mancasse la verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenza di localizzazione territoriale ex art. 8 ter D.lgs 229/1999 e, nel 2015, sul presupposto che Pineta Grande fosse inquadrabile come DEA di I livello sulla base di una programmazione regionale del fabbisogno sanitario del tutto giuridicamente inesistente.

L’art. 8 ter D.lgs 229/1999 e la DGR Campania 7301/2001 prevedono che la realizzazione o l’ampliamento di strutture sanitarie o socio sanitarie, ove richiedano interventi edilizi, possa avvenire solo in caso di esito positivo della verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenze di localizzazione territoriale e che le due autorizzazioni edilizia e alla realizzazione ex art. 8 ter d.lgs 229/99 siano rilasciate contestualmente.

Le due delibere di ampliamento (2014 e 2015) adottate dal Consiglio Comunale si pongano altresì in contrasto con la normativa edilizia/urbanistica, in particolare con il disposto di cui all’art. 9 della DPR 380/2001 e con le disposizioni regionali Campania legge n.16/2004 e successive modifiche e disposizioni regolamentari, norme che vietano nei Comuni privi di strumentazione urbanistica, nel perimetro urbano, nuove costruzioni o ampliamenti di costruzione già esistenti.

Per superare tali problematiche e quelle inerenti l’accordo di programma 2003, con cui Pineta Grande veniva autorizzata ad un primo ampliamento, solo in parte attuato negli anni 2006-2008 e tra altro in difformità degli elaborati progettuali licenziati in sede di conferenza di servizi e accordo di programma, i vari attori della complessa vicenda ricorrevano in modo improprio alla legge sulla espropriazione per pubblica utilità e alla normativa sulle opere pubbliche (la Casa di Cura Pineta Grande può essere al più inquadrata nel regine delle opere “private ” di pubblico interesse), sebbene non avessero esigenza di imporre il vincolo preordinato all’esproprio e di espropriare aree/terreni di proprietà di soggetti diversi da quello attuatore o realizzatore dell’intervento.

Tale ricorso è servito a poter superare illegittimamente i limiti derivanti dal disposto degli artt. 7 e 9 del DPR 380/2001, vale a dire i limiti di salvaguardia (che servono ad evitare la consumazione del territorio in assenza di pianificazione generale), che si applicano ai comuni sprovvisti di strumento urbanistico, che vietano in detti comuni, nel perimetro urbano, ove ricade la Casa di Cura Pineta Grande, nuove costruzioni o ampliamenti volumetrici di quelle esistenti, facendo ricorso abusivo alla forma semplificata di variante dello strumento urbanistico, ai sensi degli artt. 10 e 19 della legge sulla espropriazione per pubblica utilità, variante normativamente e giuridicamente impossibile in ragione della totale assenza di strumentazione urbanistica sul territorio comunale (sono stati derogati i limiti normativi di salvaguardia conforme e modalità non previste dalla legislazione nazionale e regionale).

L’accordo di programma 2003, stipulato tra Regione Campania, Provincia di Caserta, Comuni di Castel Volturno e di Villa Literno con l’adesione di Consorzio Rinascita e Fontana Blu (in gran parte non realizzato ad oggi anche con riferimento ad opere o interventi pubblici, ricadenti sui privati aderenti), prevedeva all’art 6 la realizzazione da parte del medesimo gruppo societario la realizzazione del Centro di eccellenza sanitario per le alte specialità, l’Ospedale Domiziano, il tutto subordinato alla verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario a livello regionale e alla preventiva sottoposizione alla Valutazione Ambientale Strategica.

L’accordo di programma prevedeva la realizzazione di tale Centro in altra zona del territorio di Castel Volturno, non soggetto a vincolo paesaggistico.

Le deliberazioni consiliari tuttavia consentivano a Pineta Grande di realizzare l’ampliamento, con aumento da 150 posti a 574 posti, sebbene mancasse la verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario.

Il Consiglio Comunale non solo ha autorizzato tale ampliamento, ma con delibera 3/2016 decideva anche di non assoggettare a Valutazione Ambientale Strategica il progetto di ampliamento, strumento di verifica dell’incidenza dell ‘opera sugli aspetti ambientali.

Rispetto a tale fase procedimentale, sono state registrate chiare e macroscopiche illegittimità.

Essa è stata gestita dal responsabile dell’UTC, sebbene privo di competenze formali (la normativa di settore attribuisce la competenza a un organo tecnico “Autorità competente” all’Ente territoriale che deve essere diverso dall’organo che ha funzione in materia edilizia e urbanistica), in un complesso di relazioni illecite, collusive, instaurate tra tale Ufficio tecnico e lo staff tecnico di Pineta Grande.

Sono emerse in epoca successiva all’adozione di tali deliberazioni assunzioni presso Pineta Grande di parenti di consiglieri comunali e di funzionari comunali che sono interventi nelle vicende dell’ampliamento, direttamente o indirettamente.

E’ emerso altresì come l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo avesse contatti diretti con Pineta Grande, mettendosi a disposizione arrivando a fornire anche in maniera indebita e “clandestina” atti che riguardavano le iniziative che intraprendeva altra Casa di Cura in ordine alle autorizzazione concesse a Pineta Grande per l’ampliamento ed interessi personali nella vicenda dell’ampliamento.

E’ risultato che per assicurarsi un dignitoso e rispettoso futuro personale al termine dell’incarico politico di Sindaco, si è attivato per l’istituzione dell’ottava farmacia comunale (egli è il presidente della INCOFARMA che gestisce le farmacie comunali), prelazionandola, con l’intenzione di aprirla all’interno della struttura sanitaria Pineta Grande.

Sono emerse illegittimità anche con riferimento agli aspetti paesaggistici, le quali si inseriscono anch’esse in dinamiche collusive instaurate tra lo staff tecnico di Pineta Grande e il Funzionario della Soprintendenza.

L’istruttoria svolta per i pareri paesaggistici di competenza della Soprintendenza, ente deputato alla tutela del vincolo imposto sull’area ove ricade l’intervento, è risultata del tutto carente, come emerso dalle consulenze e della dichiarazioni rese da testi qualificati.

Le relazioni paesaggistiche sono risultate incomplete mancando di foto idonee a consentire, mediante simulazione, di valutare e apprezzare l’incidenza della medesima opera sul contesto tutelato. L’ampliamento autorizzato, per le sue dimensione e tipologia, unico nella zona, incide sui caratteri esteriori dei luoghi, modificandoli, e altera in maniera significativa le visuali dalla strada Domiziano. E’ una struttura mastodontica per le sue dimensioni, con concentrazione volumetrica assai complessa e rilevante.

I progetti prevedono che una ulteriore estensione di tale corpo di fabbrica sino ad arrivare al termine del lotto, con collegamento perpendicolare all’altro corpo di fabbrica in corso di realizzazione e posto sul retro della struttura esistente.

Le risultanze investigative hanno fatto emergere come l’UTC di Castel Volturno, nella persona del suo Responsabile Carmine Noviello, già tratto in arresto nel gennaio del 2019, si ponesse a completa disposizione delle esigenze imprenditoriali di Pineta Grande, nell’ambito di dinamiche collusive illecite.

La estrema disponibilità del Responsabile dell’UTC nei rapporti con Pineta Grande si inserisce in dinamiche di scambio.

Il fratello del Noviello è risultato coinvolto, con incarico remunerato, nella direzione tecnica riguardante l’ampliamento con la funzione di assicurare in immediato collegamento tra Pineta Grande e UTC e fornire in anticipo informazioni sui controlli che venivano disposti a livello comunale.

Il genero di Noviello ha iniziato a collaborare con Pineta Grande, nella qualità di medico, a partire dall’anno 2017, con remunerazione, per poi essere assunto a tempo indeterminato il giorno prima che il medesimo responsabile adottasse il P. di C. n. 83/2018 con valore di autorizzazione alla realizzazione ex alt. 8 ter del D.lgs 229/1999, servito a Pineta Grande per superare le problematiche evidenziate dalla casa di Cura concorrente e le prime risultanze investigative che avevano fatto emergere tale problematiche.

Sono emerse ulteriori assunzioni a partire dal 2017 in favore di parenti di altri dipendenti comunali, sia dell’UTC sia dell’Ufficio Sanità.

In particolare, nel settembre del 2018 la P.G. delegata da questa Procura accertava presso Pineta Grande l’esistenza di circa 40 posti letto sanitari in più rispetto a quelli autorizzati, situazione che ha trovato riscontro anche a seguito delle acquisizioni documentali presso l’ASL che hanno fatto emergere come Pineta Grande negli anni abbia effettuato più ricoveri in regime di accreditamento rispetto ai posti degenza formalmente autorizzati e accreditati e come per alcuni anni abbia fatto risultare ricoveri programmati, ordinari, come disposti dal medico di pronto soccorso, falsificando la documentazione, al fine di poter poi ottenere il rimborso in extra budget sul presupposto che le prestazione urgenti non sono rifiutabili.

Di tali irregolarità veniva investito l’Ufficio sanità di Castel Volturno e tuttavia il dipendente competente indicava a Pineta Grande la strada da seguire per trovare la soluzione.

Forniremo tutti i chiarimenti necessari – ha detto Vincenzo Schiavone, imprenditore molto conosciuto e sotto scorta per aver denunciato e fatto condannare gli estorsori del clan camorristico dei Casalesi, presidente della Clinica di cui è proprietario il padre Beniamino per dimostrare l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Resta il profondo rammarico per il blocco di un’opera di pubblica utilità, un Presidio Ospedaliero quale il Pineta Grande Hospital, da sempre al servizio dei cittadini della Campania, di quelli provenienti da fuori regione e di migliaia di extracomunitari. Il sequestro danneggia finanziariamente noi, le maestranze, i 1200 dipendenti del gruppo di cui fa parte la struttura, ma rischia di penalizzare ancora di più un territorio privo di servizi, anche quelli essenziali“.

Con l’ampliamento, la clinica Pineta Grande dovrebbe passare dagli attuali 600 addetti ai 1100 dipendenti, e da 150 posti letto a 400, posti letto recuperati in parte dalla contemporanea chiusura delle altre strutture della stessa proprietà (80 posti letto della Casa di Cura Padre Pio di Mondragone, 54 posti letto della Casa di Cura Villa Bianca di Napoli e 49 posti letto della casa di cura Villa Ester di Avellino)

 

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