La Whirpool ritira i licenziamenti e ferma la procedura di vendita dello stabilimento di via Argine.
“Il risultato straordinario conseguito questa mattina – ha dichiarato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello – non può e non deve lasciarci andare a facili trionfalismi.
La partita per impedire la chiusura dello stabilimento napoletano di Whirlpool si è solo riaperta, ma è ora tutta da giocare. E la giocheremo con una consapevolezza in più, ovvero che si può vincere soltanto facendo squadra, come abbiamo fatto in questi mesi. Mesi durante i quali abbiamo lottato strenuamente tra Napoli e Roma, scendendo in piazza quasi ogni giorno con gli operai e portando la loro voce e le nostre proposte ai tavoli aperti al Mise, al Ministero del Lavoro, a Palazzo Chigi.
Abbiamo trasformato la battaglia su Whirlpool in una battaglia per tutti i lavoratori ad affermare i propri sacrosanti diritti, oltre che in una battaglia di un intero Paese che per la prima volta non si è rassegnato, ha alzato la testa ed ha preteso e ottenuto il rispetto degli accordi sottoscritti”.
“Ora è necessario che – conclude Saiello – questa stessa squadra, dai lavoratori a ogni singolo componente del nostro Governo, passando per noi consiglieri regionali che non abbiamo mai staccato la spina su questa vicenda, si compatti sempre di più per mettere in campo ogni iniziativa possibile per raggiungere l’unico risultato per il quale gioire: lasciare aperti i cancelli di via Argine e continuare a produrre lavatrici rese competitive in tutto il mondo grazie a una forza lavoro che rappresenta un’eccellenza per la nostra terra”.
“La lotta per i diritti paga! I diritti dei lavoratori, le ragioni etiche e di giustizia sociale questa volta – hanno dichiarato Alessandro Tartaglione e Francesco Madonna di “Articolo Uno- Leu” – vincono contro la politica senza scrupoli delle multinazionali, che pensano di poter attuare un “usa e getta” in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno. Accogliamo la notizia con grande entusiasmo perché sancisce che esiste ancora uno Stato di diritto e che non è possibile che una multinazionale straniera, qualunque essa sia, possa giocare con la vita delle persone e stracciare unilateralmente gli accordi firmati in sede ministeriale. Va dato certamente merito all’incessante azione dei lavoratori di Whirpool che non si sono mai arresi e che hanno portato la loro storia, di lavoro e umanità, in ogni sede possibile; va poi riconosciuto un enorme lavoro fatto dalle Organizzazioni Sindacali che hanno messo dei paletti chiari e netti per fermare un’operazione che sembrava “senza impatto” e hanno riaffermato la necessità di investire su un futuro certo dell’industria napoletana e campana; si è dimostrato poi che quando la filiera istituzionale regge, quando si afferma con coesione e fermezza il ruolo, sancito costituzionalmente, che l’industria può e deve giocare nel tessuto sociale, la battaglia dei diritti viene vinta.