La Compagnia della Guardia di Finanza di Capua ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di 1 milione e 200mila euro, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – su richiesta della locale Procura – avente ad oggetto le disponibilità finanziarie riconducibili alla “EMMEDIEFFE” S.r.l., con sede a Sparanise, società che operava nel settore della lavorazione industriale dell’alluminio per la produzione di pentolame.
L’adozione della misura cautelare reale è intervenuta a seguito dell’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate di un’indebita compensazione di crediti d’imposta non spettanti per 1.220.000 euro negli anni 2014 e 2015.
L’ipotesi accusatoria deriva dall’utilizzo in numerosi modelli di pagamento F24 di crediti di imposta che non hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni fiscali precedentemente presentate dalla società.
Tale sequestro fa seguito ad un altro analogo provvedimento cautelare dell’importo di 2,8 milioni di euro, eseguito nei confronti della stessa società nell’agosto 2018 dalle stesse Fiamme Gialle capuane, a conclusione di una verifica fiscale che aveva portato alla constatazione di ricavi non dichiarati per oltre sette milioni di euro negli anni di imposta 2013, 2014 e 2016, con una conseguente evasione di imposte per circa 3 milioni di euro, addebitata anche al coniuge del legale rappresentante, quale amministratore di fatto, prima che lo stesso ponesse in liquidazione l’azienda intestandola ad una donna di origine rumena risultata irreperibile.
All’esito degli ulteriori approfondimenti investigativi coordinati da questa Procura della Repubblica, è stato ora possibile accertare anche l’illecito risparmio fiscale di 1.220.000 euro derivante dall’indebita compensazione di crediti inesistenti, in violazione dell’art. 10-quater del D.Lgs. 74/2000.
Pertanto, la Procura – in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione della “confisca per equivalente” – ha avanzato richiesta di sequestro, al fine di inibire il consolidamento dell’ulteriore vantaggio economico derivante dall’evasione.
Il G.I.P., aderendo alla predetta richiesta, ha quindi emesso il provvedimento di sequestro preventivo delle liquidità riconducibili alla società e, in subordine, dei beni nella disponibilità degli amministratori.