Un vero e proprio mistero quello che riguarda la dismissione e la riqualificazione della cava Luserta di cui si stanno occupando, da tempo, i Consiglieri di Speranza per Caserta Norma Naim e Francesco Apperti, che avevano infatti presentato più di un anno fa una interrogazione a risposta scritta all’Amministrazione comunale di Caserta per conoscere lo ‘stato dell’arte’ della dismissione dell’area di cava.
Infatti, dopo la conferenza dei servizi e l’accordo raggiunto tra istituzioni e impresa, era stato annunciato un ricorso al TAR dalla stessa azienda.
Quella interrogazione non ha mai ricevuto risposta, neanche dopo un sollecito inoltrato a marzo alla Presidenza del Consiglio Comunale.
“Ad un anno di distanza dobbiamo prendere atto dello sgarbo istituzionale dell’Amministrazione – sottolinea la Capogruppo Norma Naim – che si sottrae dal fornire ai consiglieri comunali e alla cittadinanza documenti e notizie su un argomento riguardante la salute pubblica dei casertani in dispregio del Regolamento delle Attività Consiliari. Per questo motivo siamo tornati a protocollare una nuova richiesta affinché l’interrogazione possa essere discussa, stavolta oralmente, al primo Consiglio Comunale utile”.
L’argomento è peraltro tornato prepotentemente di attualità in quanto il Sindaco Carlo Marino, nella qualità di Presidente Anci Campania, ha inviato – secondo quanto riferito dalla stampa – una lettera a vari rappresentanti di Giunta e Consiglio Regionale nella quale si chiede che i singoli comuni possano occuparsi direttamente delle attività estrattive, consentendo anche “la coltivazione di tutte le cave abbandonate in disponibilità dei privati al fine del conseguimento delle esigenze di conservazione dei livelli occupazionali delle aziende”.
“L’eterna dicotomia tra lavoro e salute – commenta il Consigliere Apperti – che evidentemente il nostro Sindaco dopo tante belle chiacchiere, come quelle sulla volontà di chiudere tutti i cementifici sul territorio comunale espressa a margine di un intervento sul Macrico, vuole risolvere ancora una volta a danno della salute pubblica”.