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FIBA vs Sporting Club JuveCaserta: atto primo

L’ultima settimana è stata tra le più turbolente della recente storia casertana, ma il primo appuntamento importante è quello svizzero di mercoledì 29 quando si discuterà del blocco del mercato davanti alla FIBA.
Torneremo sulle vicende Swann e Venafro (su cui stiamo acquisendo informazioni, per cui al momento non ci sbilanciamo, pur con tanti interrogativi…), per ora vi riferiamo del blocco del mercato da parte della FIBA di cui vi abbiamo accennato martedì scorso in Cestisticamente Parlando e su cui abbiamo svolto la nostra attività di cronisti per darvi la possibilità di conoscere i fatti. Vi chiediamo solo la pazienza di arrivare alla fine di questo nostro contributo.

I FATTI. Le vicende che hanno portato la FIBA a deliberare il blocco del mercato di Caserta scaturiscono da tre BAT, non onorati, esecutivi nei confronti del Basket JuveCaserta s.r.l dall’8/6/2018 (precisamente i numeri 915/16, 1106/17 e 1009/17) che la stessa FIBA ritiene di poter “estendere” nei confronti dello Sporting Club JuveCaserta. Pertanto, nell’ottobre 2019 (con notevole solerzia…), la stessa FIBA ha informato la società casertana di aver aperto un fascicolo a suo carico al fine di accertare se il nuovo club avesse collegamenti diretti o indiretti con la vecchia Basket JuveCaserta s.r.l. La società di Antonello Nevola ha evidenziato alla Federazione mondiale che l’attuale club non può essere considerato come la continuazione del vecchio, precisando che la nuova società ha acquistato la Dynamic Venafro (cittadina molisana ove, per i parametri dettati dalla FIP, non esiste una “arena” omologata) ove la stessa ha operato nel corso della stagione 2017/2018. I legali dello Sporting Club hanno inoltre evidenziato che non esistono “link” personali e/o societari con la vecchia JuveCaserta e che la variazione di denominazione è stata approvata dalla FIP che ha accertato la totale mancanza di collegamenti tra le due società (quella nata dall’acquisto del titolo di Venafro con la JuveCaserta esclusa dal torneo di A). Ricordiamo che, dopo l’esclusione del Basket JuveCaserta s.r.l. dalla serie A nel luglio 2017, a Caserta non si è fatto basket per tutta la stagione 2017/2018; nel 2018/2019 il nuovo SCJ ha disputato la serie B (salvata sul campo da Venafro), giocando nell’unica “arena” abilitata e nel luglio 2019, per le note vicende di Pescara, è stata ammessa in A2.

LE CONTESTAZIONI. La FIBA non ha accettato tali eccezioni contestando quanto segue: il nome della nuova società è “virtualmente” lo stesso (Sporting Club JuveCaserta invece di Basket JuveCaserta s.r.l.); il nuovo club ha cambiato nome da Dynamic Venafro a Sporting Club JuveCaserta e si è trasferita a Caserta nel giugno 2018, pochi mesi dopo la cessazione dell’attività del Basket JuveCaserta s.r.l. e la sua esclusione dalla serie A. Sin qui le “considerazioni giuridiche” (sic!); poi la FIBA si avventura nell’“aspetto” e nella “rappresentazione esterna” del nuovo club che dà “l’impressione” di continuità con il vecchio; il nuovo logo è “molto simile” al vecchio; il sito web ufficiale del nuovo club riporta che “lo SCJ riprende la storia dello Sporting Juventus, prima, e della JuveCaserta, poi”; la pagina Facebook del nuovo club riporta: “Sporting Club JuveCaserta…è erede della società “JuveCaserta basket” operante dal 1951”; il nuovo nome è “abbastanza” simile al vecchio (Sporting Club JuveCaserta è simile a Basket JuveCaserta s.r.l.?); i due club giocano/giocavano nella stessa “arena”; i titolari di alcune figure professionali amministrative (dunque non proprietà) sono le stesse; “parecchi” giocatori sono gli stessi (chi a parte Giuri?). Infine, secondo la FIBA, il nuovo club considera sé stesso come erede del vecchio e che questa è l’impressione che dà alla comunità del basket ed al riguardo cita il sito web www.eurobasket.com.

I PRECEDENTI. La FIBA evoca la decisione del CAS (Court of Arbitration for Sport) n. 2017/A/5050 – cui per brevità vi rimandiamo e che potrebbe essere sfavorevole a Caserta – che ha deliberato “links” tra le squadre bulgare del Basketball Club Ticha (nuovo club) e del BC Cherno More Port Varna (vecchio club) nel giudizio attivato dal centro serbo Aleksandar Andrejevic nei confronti del nuovo club per un BAT di 20.000 dollari non onorato dal vecchio.
C’è però anche un precedente italiano favorevole che riguarda i fratelli della Fortitudo Bologna, difesa da uno dei migliori legali italiani del settore, l’avv. Mattia Grassani. Anche nei confronti della F era stato (ingiustamente) decretato il blocco dei tesseramenti nello scorso mercato estivo dei due USA per una pendenza che il coach israeliano Sharon Drucker vantava nei confronti della vecchia società e che la FIBA, “per continuità”, intendeva accollare alla nuova. Crediamo che nessun commento possa sostituire le illuminanti parole pronunciate nel corso di una conferenza stampa, il 30/09/2015, dall’avv. Grassani che, crediamo, possano fare il punto giuridico anche sulla situazione dello SCJ: “…non si può sostenere che il nome Fortitudo sia qualcosa di commerciabile e barattabile davanti al pagamento di qualche migliaia di euro. Questa decisione ripaga la dirigenza Fortitudo di non piegarsi a qualcosa che sarebbe stato molto pericoloso. C’è continuità sportiva, non legale, ma non si può pensare di fare ricorsi perché sul sito ci sono i ricordi della storia che inizia nel 1932. Da quello che c’era sul sito la FIBA ha pensato che ci fosse una prova che questa Fortitudo fosse quella vecchia. Io personalmente ne ho viste tante, ma se ritenessimo che una nuova società non può raccontare ai propri tifosi la sua storia, a prescindere da quale società abbia vinto uno scudetto, allora nel calcio ci sarebbe il caos. Tante società sono ripartite, senza che qualcuno si lamentasse e intimasse a queste di non poter fare richiami alla storia”. Ora, pare, che la FIBA intenderebbe riprovarci con il c.d. caso Strawberry, ma dubitiamo fortemente che l’avv. Grassani gliela faccia passare liscia!

LA FIP. E’, come al solito, il convitato di pietra del tutto assente. Ha escluso il Basket JuveCaserta s.r.l. dal campionato di Serie A, ha poi autorizzato (dopo circa un anno), a seguito delle previste verifiche eseguite, l’acquisto di Venafro ed il trasferimento a Caserta (tutto in base ai propri regolamenti), ma ora non si schiera apertamente al fianco di una sua associata davanti alla FIBA per una vertenza che di giuridico pare aver ben poco. Lo SCJ rischia di entrare in una diatriba che oppone la FIBA ad alcune federazioni (Spagna, Turchia ecc…?) dal sapore tutto politico fondato su principi giuridici quantomeno dubbi sotto il profilo civilistico, per cui…Petrucci, se ci sei, batti un colpo!

LE PROSPETTIVE. Stando ai precedenti, l’accoglimento della richiesta di sospensiva di Caserta è un rebus, ma va rilevato che con i bulgari e con la Fortitudo le deliberazioni sono arrivate nel merito. Ciò potrebbe violare i principi della leale competizione sportiva in quanto o Caserta ha ragione ed allora il blocco ingiusto del mercato potrebbe penalizzarla in modo determinante in questo scorcio di stagione (a mercato aperto Allen sarebbe già negli USA da diverse settimane e Sousa debitamente sostituito) oppure ha torto e allora le controinteressate avrebbero motivo di lamentarsi.
Non siamo ovviamente i legali dello SCJ, però, in conclusione, alcune riflessioni sui punti contestati dalla FIBA crediamo di poterle formulare. La natura degli assunti contestati, a nostro modestissimo parere, appare, quantomeno, diciamo…metagiuridica e di certo non consentirebbe ad uno studente ai primi anni di giurisprudenza di passare gli esami né tantomeno ad un laureato di abilitarsi alla professione!

Andiamo ai singoli punti.

Stessa arena: è notorio che l’unico palazzo omologato per il basket in provincia di Caserta ad oggi è il vecchio e glorioso PalaMaggiò (il PalaJacazzi di Aversa ha una capienza di 2.000 posti).

Logo: li conoscete, dunque verificate voi.

Diversi giocatori: a parte Giuri, chi? Ma con questo assunto anche Hassan già giocava con la Dynamic e allora la continuità con Venafro andrebbe in netto contrasto con l’idea della FIBA?

EuroBasket.com: è senz’altro uno dei siti web di riferimento (noi preferiamo Sportando e PianetaBasket), ma di certo non è la Cassazione cestistica e in più non si capisce il “link” costruito dalla FIBA. Boh?

Figure professionali: a Caserta non sono tantissimi quelli che masticano i regolamenti FIP/FIBA (diciamo uno?); quindi a chi avrebbe dovuto rivolgersi Nevola?

Nome “molto simile”: posto che, come in ogni città, va evocato il nome della stessa, dunque di Caserta, secondo voi nella lingua italiana (ma anche inglese e svizzera) Sporting Club JuveCaserta è simile a Basket JuveCaserta s.r.l. o invece è più “similar” al glorioso Sporting Juventus Club portato avanti dal Cavaliere? Con questo ragionamento, da domani, potrebbero svegliarsi anche Moffet, Nagle o chiunque altro potrebbe avanzare le richieste più fantasiose (Drucker docet).

Storia: l’attuale club utilizza un nome evocativo del glorioso Sporting Juventus Club ed in tal senso la presidenza del dr. Gianfranco Maggiò (il presidente dello Scudetto) è certamente evocativa e, se proprio dobbiamo ricercare un “link”, dovremmo farlo con quella società e non con Basket JuveCaserta s.r.l. Descriverci come gli eredi del glorioso Sporting Juventus Club fondato nel 1951 può condurre a tali aberrazioni giuridiche, non tenendo conto che nel frattempo sono stati acquistati i titoli di Castelletto Ticino e Venafro e ci sono stati il penoso fallimento del 1998 e lo stop del 2017? La perla poi è che la comunità del basket avrebbe la “sensazione” che i due club sono gli stessi; ci inchiniamo di fronte ad un assunto giuridico di tale rilevanza (per cui Carnelutti, uno dei più eminenti giuristi italiani di sempre, si rivolterebbe nella tomba!); pur di imporre un principio sballato ci si riferisce alle sensazioni…ed intanto si blocca il mercato!

In conclusione facciamo nostre le parole di un eminente giurista, l’avv. Grassani appunto: “se ritenessimo che una nuova società non può raccontare ai propri tifosi la sua storia, a prescindere da quale società abbia vinto uno scudetto, allora ci sarebbe il caos”: chapeau!
Lasciamo a voi il commento, sperando di aver riportato i fatti con chiarezza.
Per la vicenda Swann, stay tuned!

 

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