Su 727 tamponi effettuati, sono 49 i casi di positività al Covid-19 emersi dallo screening che è stato fatto sui residenti nei Palazzi ex-Cirio di Mondragone, colpendo soprattutto i componenti della locale comunità bulgara.
I primi casi sono emersi lo scorso sabato 20 giugno quando una donna di nazionalità bulgara si è recata presso l’ospedale di Sessa Aurunca per partorire ed è risultata positiva al Coronavirus. Subito dopo si è registrato un altro contagio, sempre di un suo connazionale il che ha determinato che l’Asl di Caserta facesse partire le operazioni per verificare se vi fossero altri casi positivi.
Contemporaneamente il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha emesso un’ordinanza istituendo una zona rossa per i cinque edifici dell’area ex-Cirio all’interno dei quali vi sono circa 700 persone tra italiani, ucraini, bulgari, tunisini, marocchini, russi, romeni, polacchi e moldavi nonché cittadini del Brasile e del Venezuela, tutti messi in isolamento domiciliare anche se i positivi appartengono quasi esclusivamente alla comunità bulgara e tutti sono asintomatici.
Alcuni dei contagiati sono stati trasferiti presso il Covid Hospital di Maddaloni mentre la zona è stata presidiata dalle forze dell’ordine che, con posti di blocchi e lampeggianti, hanno cercato e cercano che nessuno si allontani, ma con qualche “falla”: molti infatti hanno fatto perdere le proprie tracce scappando di notte.
Ma la tensione tra gli stranieri e parte del resto della collettività locale rimane altissima al punto tale che è stato richiesto dallo stesso De Luca l’intervento dell’esercito.
Vi sono stati anche scontri quando alcuni italiani, che presidiavano il varco d’accesso, hanno cercato di violare la zona rossa determinando l’intervento della Polizia per allontanarli. Un bulgaro avrebbe lanciato una sedia dal balcone ed i manifestanti, circa 200, avrebbero risposto lanciando pietre e sfondando i finestrini delle auto dei bulgari parcheggiate nei dintorni. Subito dopo una cinquantina di bulgari è uscita fuori dalla zona rossa ed ha dato vita ad un corteo di protesta che ha sfilato per alcune vie della città prima che le forze dell’ordine, non senza fatica, riuscissero a sedare gli animi e riprendere il controllo della situazione.
Ma la situazione rimane indubbiamente assai difficile.
Nel frattempo non sono ovviamente mancate le reazioni “politiche”.
Il Presidente della Provincia di Caserta Giorgio Magliocca bacchetta De Luca e si appella direttamente al buon senso dei cittadini di Mondragone, che hanno visto la comunità bulgara sfilare la per la città, dopo aver violato le disposizioni regionali.
«Io mi appello al grande senso di responsabilità dei cittadini di Mondragone a non raccogliere nessuna provocazione. Proclamare una zona rossa non significa abbandonare i cittadini al loro destino. – continua Magliocca – Le proteste che si stanno verificando in questi minuti da parte della comunità bulgara potrebbero trasformare un’emergenza sanitaria in un’emergenza di carattere sociale».
Queste sono le preoccupazioni del Presidente che, parlando dei sui interlocutori in Regione boccia il loro operato: «Non voglio essere diplomatico: la Regione Campania ha fallito su questo punto perché, oltre a chiudere le persone, avrebbe dovuto occuparsi anche di dare assistenza».
Infine rivolgendosi nuovamente ai cittadini dichiara: «Supereremo anche questa prova».
A Magliocca ha fatto ecco il coordinamento di Forza Italia di Mondragone: “Continuare a minimizzare sulla bomba sanitaria dei palazzi Cirio – è scritto in una nota – è da irresponsabili oltre che estremamente pericoloso per la comunità di Mondragone. Quanto accaduto questa mattina ne è la triste riprova: la violazione del cordone sanitario e della zona rossa è lo specchio di una situazione che nessuno controlla. Ci saremo aspettati dal presidente De Luca una ‘sceriffata’, ma, evidentemente, quando bisogna realmente affrontare le questioni con energia il governatore mostra tutti i suoi limiti… Come Forza Italia sono giorni che chiediamo maggiore controlli e misure drastiche per cercare di contenere il contagio. La convocazione del Coc, finalmente, arrivata solo dopo la nostra denuncia non ci basta. Pacifico e Zannini svolgano la loro funzione di amministratori, altrimenti si facciano da parte“.
Reazione negative sono venute anche dai “Palazzi” del Consigklio regionale della Campania.
“Quanto sta accadendo a Mondragone con la rivolta in strada dei bulgari – ha affermato il consigliere regionale della Lega, Gianpiero Zinzi – è la dimostrazione che alcune comunità sono state autorizzate ad essere fuorilegge. Avevamo avvertito De Luca del fatto che gli stranieri che sarebbero stati impegnati a lavorare nelle campagne in estate dovevano essere controllati. Venimmo tacciati di razzismo e di non aver capito le parole del governatore. Adesso, a distanza di due mesi, ci troviamo di fronte ad un focolaio con la comunità bulgara in strada e i mondragonesi chiusi in casa. Ora De Luca non prende più il lanciafiamme?”
“Quello che sta accadendo in queste ore a Mondragone – ha affermato la candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Campania Valeria Ciarambino – è l’epilogo di quanto avevamo denunciato fin dal primo giorno, quando con i nostri attivisti sul posto abbiamo dimostrato l’assoluta assenza di qualunque forma di controllo. Non è stata messa in campo alcuna misura di carattere sanitario, né è stato previsto il coinvolgimento, che sarebbe stato più che opportuno, della Protezione civile. E’ la dimostrazione che le ordinanze di De Luca sono solo spot sulla carta, conditi da metafore buone per le sue dirette e per ispirare le gag di Crozza, e che se in questa regione stiamo uscendo da questa emergenza non con le ossa rotte, è solo per il senso di responsabilità dei nostri cittadini. Bisognava prevedere una task force operativa sul territorio, con mediatori culturali ed esperti che intervenissero anche sul piano sociale, oltre che su quello sanitario. E non parliamo con il senno di poi, ma in linea con una delle tantissime proposte che abbiamo prodotto nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria”.
“Fare un provvedimento e poi abbandonare una comunità a se stessa – conclude la Ciarambino – è il leit motiv della gestione dell’emergenza da parte di De Luca. Di cittadini malati e abbandonati nelle loro abitazioni ne abbiamo perso il conto. E oggi, a causa dell’arroganza mista alla distrazione da campagna elettorale del governatore uscente, si rischia di far estendere un focolaio che poteva essere contenuto facilmente e con misure adeguate, mettendo a serio rischio un’intera comunità”.