Momenti di tensione questo giovedì mattina al carcere di Santa Maria Capua Vetere tra carabinieri e agenti penitenziari in seguito a un’operazione di polizia giudiziaria su ordine della locale Procura, nell’ambito di un’indagine sui presunti pestaggi avvenuti il 6 aprile nell’istituto di pena, dopo una accesa protesta verificatasi qualche giorno prima, in piena emergenza sanitaria.
Gli indagati sarebbero 44. Tra i reati figurerebbe anche quello di tortura. In carcere sono stati presenti anche i vertici della Procura di Santa Maria C.V.. Gli agenti hanno contestato le modalità di notifica. Alcuni di loro sono anche saliti su un tetto del carcere.
“Sono arrivata alle 7 e c’erano parecchi carabinieri che fermavano le auto in arrivo al carcere; io sono stata fermata e mi hanno fatto passare, mentre gli agenti li trattenevano per identificarli”. Lo ha spiegato all’agenzia Ansa la moglie di un detenuto, Daniela Avitabile. La donna stamattina era in fila per entrare nell’istituto di pena e racconta quanto ha visto: “Gli altri agenti della Penitenziaria che erano già dentro sono stati fatti uscire e c’è stata tensione”.
“Nella mattinata di oggi – ha detto Michele Vergale, dirigente nazionale del Si.p.pe. (Sindacato di Polizia Penitenziaria) – i poliziotti penitenziari in divisa di Santa Maria Capua Vetere, all’ingresso del carcere e, mentre si accingevano ad entrare in istituto per iniziare il servizio, sarebbero stati fermati dai carabinieri per controlli e, addirittura, avrebbero sequestrato dei telefoni cellulari. Tutti i poliziotti sono usciti nel piazzale del carcere perché si sarebbero sentiti abbandonati dal comandante che sembra non esserci. I poliziotti penitenziari si sentirebbero offesi per le modalità in cui sarebbero stati trattati, considerato che questa azione sarebbe avvenuta in presenza dei familiari dei detenuti. Durante il blocco non erano presenti sul posto nessun funzionario della polizia penitenziaria e neanche il direttore, giunti solo dopo il controllo quando i carabinieri sarebbero andati via; questo avrebbe fatto scatenare la rabbia di tanti colleghi che si sarebbero trovati davanti a questa imbarazzante situazione e si sarebbero sentiti abbandonati. Pare che sul posto, dopo il controllo, siano arrivati anche dei magistrati. Non è ancora chiaro se trattasi di un’operazione di polizia oppure di un normale controllo del territorio. Si sarebbe registrata anche una fila chilometrica di auto e ritardi nell’iniziare un pubblico servizio della polizia penitenziaria. Il Sippe – conclude Vergale – chiederà chiarimenti a chi di dovere per comprendere che cosa davvero sia successo e se potevano essere adottate altre modalità per svolgere l’eventuale operazione di polizia, anche a tutela della dignità non solo della polizia penitenziaria ma dei poliziotti stessi“. Nel pomeriggio il segretario nazionale del Si.p.pe. Aldo Di Giacomo ha tenuto una apposita conferenza stampa per protesta su quanto accaduto
“Riteniamo sconvolgenti le modalità – ha dichiarato il presidente del sindacato Uspp (Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria) Giuseppe Moretti – con le quali i carabinieri stanno eseguendo questa legittima operazione dell’autorità giudiziaria, un’attività che poteva essere portata a termine diversamente: se l’obiettivo era di mettere alla gogna la Polizia Penitenziaria, noi non ci stiamo”.
“Sottolineo che – spiega Moretti – la vicenda sembra sia nata da dichiarazioni rese da detenuti al garante, parole che sono tutte da dimostrare. La legge sulle torture mette alla gogna il personale di polizia penitenziaria senza stabilire quali siano i limiti operativi. A Santa Maria, secondo quanto ci risulta, è stata fatta un’operazione di polizia di carattere straordinario, con l’utilizzo anche di forze esterne, a causa di sospetti riguardo la presenza in carcere di una situazione di sicurezza incontrollabile”.
“Gli agenti sono intervenuti a tutela della sicurezza e quando accaduto oggi a Santa Maria – ribadisce Moretti – è di una gravità inaudita che non ha precedenti. Fermo restando che siamo fiduciosi nella magistratura, ma censuriamo il comportamento della polizia giudiziaria, che poteva ottenere gli stessi risultati con altre modalità”.
“Perché questa eccessiva spettacolarizzazione?“. A chiederselo è l’assistente capo della Penitenziaria, in servizio a Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Napoleone. “Bastava andare a casa dei poliziotti, anche per una questione di rispetto tra Corpi dello Stato. Quel maledetto sei aprile – aggiunge – noi cercammo solo si riportare la calma tra i detenuti. Ed ora ci ritroviamo indagati mentre nessun detenuto ha pagato nulla, neanche un danno; eppure abbiamo avuto danni per centinaia di migliaia di euro. Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo trattati male“.
Qualche poliziotto per protesta ha lasciato il servizio dandosi malato. Secondo quanto si è appreso sarebbero state eseguite dai carabinieri anche alcune perquisizioni.
“Noi lavoriamo già – ha concluso Napoleone – in condizioni di estrema precarietà e facciamo molti sacrifici per mantenere legalità e ordine”.
“Oggi è andata in onda una spettacolarizzazione assurda per notificare degli atti, con carabinieri in borghese e con macchine piazzate in mezzo al viale di accesso al carcere di S. Maria Capua Vetere, ad alcuni appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Anziché farlo all’interno del penitenziario, con tutte le garanzie, si è assistito al fermo da parte dei militi dell’Arma di chiunque entrava e usciva dal carcere per identificazione. Uno show senza senso se non quello di determinare la ferma protesta dei poliziotti penitenziari”. Lo ha denunciato Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), annunciando che martedì sarà al carcere di S. Maria Capua Vetere con il responsabile dello Studio legale del sindacato “per portare la solidarietà al personale e la difesa gratuita”.
“Massima fiducia nella Magistratura, come sempre, ma va con serenità ribadito che – ha concluso – le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”.
Capece, che ha rappresentato ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria “l’incresciosa situazione”, auspica un chiarimento con il Comando regionale dei Carabinieri “sull’agire dei militi dell’Arma”.
“Grande rispetto per il lavoro della Polizia Penitenziaria e piena fiducia nell’operato della magistratura in merito all’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere sui presunti maltrattamenti avvenuti il 6 aprile nel carcere della città“. Lo hanno dichiarato i parlamentari del M5S eletti nella provincia di Caserta, Giuseppe Buompane, Antonio Del Monaco, Margherita Del Sesto, Fabio Di Micco, Nicola Grimaldi, Marianna Iorio, Giovanni Russo, Agostino Santillo. “Pur ritenendo doverosa l’operazione dell’autorità giudiziaria – continuano i parlamentari – forse differenti modalità di notifica degli avvisi di garanzia, avrebbero evitato tensioni tra gli appartenenti a differenti forze dell’ordine. Mentre il Parlamento è impegnato a cercare di risolvere l’emergenza economica provocata dal Covid-19 – rilevano i rappresentanti M5S – notiamo che, come sempre, il primo a spettacolarizzare l’accaduto è il senatore Matteo Salvini, il quale, da vero e proprio sciacallo, si preoccupa esclusivamente della propria propaganda, in un inaccettabile clima da campagna elettorale permanente. Agli uomini e alle donne della Polizia Penitenziaria, senza pregiudizi ideologici, va tutta la nostra gratitudine e stima per il lavoro – non certo facile – che stanno portando avanti in questo momento particolarmente difficile per il paese“.
“Quanto accaduto stamattina al carcere di Santa Maria Capua Vetere non ha precedenti. Una cosa è l’inchiesta altro è mettere pubblicamente sotto accusa gli agenti della polizia penitenziaria. Vanno tutelati, non messi sul banco degli imputati. Dal garante dei detenuti Ciambriello mi sarei aspettato una presa di posizione quando i detenuti assaltarono il carcere mettendo in pericolo la vita degli agenti. Poliziotti lasciati soli dal ministro Bonafede a sedare rivolte in tutta Italia, adesso vengono indagati mentre chi ha devastato le carceri è rimasto impunito. Noi saremo sempre dalla parte delle forze dell’ordine”. Così il consigliere regionale della Lega, Gianpiero Zinzi, che nel pomeriggio ha incontrato insieme al leader della Lega Matteo Salvini gli agenti della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere.