Ai Carabinieri della Stazione di Valle di Maddaloni sono bastate 24 ore di serrate attività d’indagine per ritrovare l’autofurgone “IVECO” e l’escavatore “JCB”, di proprietà della ditta “Bustraser Italia” con sede in Mormanno (CS), rubati nella scorsa serata in via San Rocco, a Valle di Maddaloni, dal cantiere TAV (tratta ferroviaria Napoli – Bari).
I Militari dell’Arma, attraverso la visione di sistemi di videosorveglianza privati e pubblici hanno, minuziosamente, ricostruito il percorso compiuto dai malviventi con i mezzi trafugati che li ha condotti fino ad una cava dismessa, ubicata a Castel Morrone, dove hanno ritrovato i citati mezzi rubati.
Presso quella cava, i Carabinieri della Stazione di Valle di Maddaloni hanno anche rinvenuto mezzi di altre società, non interessate ai lavori TAV, rubati in precedenza in altre località.
In particolare un autofurgone “Iveco” di proprietà di una ditta di Cancello ed Arnone, rubato in Vitulazio sulla SS 7 Appia in data 23.09.2020; un escavatore “komatsu” di proprietà di una ditta di Vitulazio, denunciato rubato ai Carabinieri di Vitulazio nella mattinata odierna.
I mezzi, recuperati, il cui valore complessivo ammonta a circa €100.000, sono stati restituiti agli aventi diritto.
In un’altra operazione militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta, allertati da un solerte cittadino, hanno rinvenuto, all’interno di un versante boscato del Monte Tifata, denominato “Bosco San Vito”, in comune di Capua, in una zona scoscesa ed impervia, una pistola in metallo di colore nero, abbandonata/smarrita sul suolo, risultata essere ad aria compressa tipo softair, riproducente un modello di arma realmente in commercio, pistola Clock 19 gen 5 calibro 9×21, priva di qualsivoglia segno di riconoscimento (tappino rosso in punta alla canna o altro), tanto da poter essere facilmente confusa per una vera e propria arma da fuoco.
La pistola è risultata funzionante e carica con capsule sferiche in plastica dura di colore bianco. In particolare all’interno del caricatore lo stesso conteneva n. 13 colpi mentre un altro analogo pallino era già presente in canna.
Non potendo escludere che i pallini della pistola ad aria compressa o gas compressi, rinvenuta nel bosco, potessero erogare un’energia cinetica superiore a quella ammessa (1 joule all’uscita dalla canna) e, quindi, la stessa sarebbe equiparata giuridicamente ad un’arma comune da sparo, con attitudine a recare offesa alla persona, i predetti militari l’hanno sottoposta a sequestro probatorio, a carico di autori ignoti, per il reato di omessa custodia.