E’ diventata “virale” in rete la notizia della sconfitta in Tribunale di ANAC, ad opera di un piccolo Comune casertano di seimila abitanti, Vairano Patenora che, a gennaio scorso, si è visto recapitare dall’Autorità Anticorruzione una nota che intimava di fermare una gara d’appalto per il rifacimento della pubblica illuminazione.
Il Comune ha rifiutato, ritenendo che un’opera tanto attesa dai cittadini, non poteva bloccarsi per un parere avverso di ANAC. La quale, avvalendosi degli eccezionali poteri che la legge le conferisce – se ritiene che vi siano gravi violazioni del Codice Appalti – ha presentato ricorso al TAR Campania che ha letteralmente assediato con richieste urgenti per sospendere la gara in attesa del giudizio di merito.
In pieno lockdown, il Tribunale ha emanato ben quattro provvedimenti per bocciare le richieste. Finché, nell’udienza di merito, ha sancito che il ricorso era infondato e ha accolto le ragioni del Comune.
La sentenza ha riconosciuto il buon diritto di ANAC a costituirsi in giudizio nei casi di gravi violazioni delle norme sugli appalti. Ma ha stabilito che la Stazione appaltante non aveva affatto violato il Codice e che il ricorso era basato solo sulla presunta illegittimità di una clausola contrattuale, che avrebbe leso il principio di concorrenza.
Il Collegio ha invece escluso ogni limitazione della concorrenza. La supposta irregolarità non avrebbe potuto inficiare la regolarità della gara perché riferita solo al successivo rapporto tra aggiudicatario e Comune.
Soddisfazione è stata espressa dal Sindaco del comune di Vairano Patenora Bartolomeo Cantelmo: «Si conclude un’assurda vicenda giudiziaria che pesava su una procedura di grande importanza per la nostra comunità, la messa in sicurezza e l’efficientamento della pubblica illuminazione. L’amministrazione, sicura della bontà del suo operato, nonostante il parere negativo e la contestuale richiesta di annullamento da parte di ANAC, coadiuvata egregiamente dalla nostra Centrale di committenza, ha comunque portato a termine la procedura di affidamento dei lavori, per assicurare la realizzazione di un’opera pubblica tanto attesa dai cittadini. Con questa sentenza si chiude l’ennesimo tentativo di boicottaggio dell’azione amministrativa, naturalmente con un aggravio di spese per i contribuenti, con il rammarico che noi amministratori dobbiamo combattere anche contro organi istituzionali, che dovrebbero, credo, sostenere il loro operato e non ostacolarlo».
«Quanto alla clausola contrattuale – ha incalzato Francesco Pinto, amministratore della Centrale ASMEL Consortile che raggruppa 1589 Comuni in tutt’Italia – si tratta del corrispettivo richiesto all’aggiudicatario per i servizi di committenza da noi erogati. L’Autorità dovrebbe ricordare che a settembre del 2012 la ha definita pienamente legittima. Da allora, l’abbiamo perciò sempre applicata in oltre 5000 gare. Vero che ANAC ha poi tentennato sul punto, riuscendo ad inanellare, dal 2012 al 2018, ben otto pronunce, ognuna a smentire la precedente. Abbiamo così fatto riferimento alla Sentenza del Consiglio di Stato, che, a giugno 2014, ne ha, invece, sancito inequivocabilmente la legittimità. Le pronunce ANAC non possono superare quelle dei Tribunali. Quando e se il Consiglio di Stato esprimerà nuovo e diverso parere, i Comuni della Centrale si adegueranno. Gli Enti locali, sono soggetti pubblici. E, come ANAC, sono soggetti alla legge e alle pronunce del Giudice amministrativo».
Pubblicata con un post sui social ASMEL, l’Associazione di oltre 3.300 Comuni promotrice della centrale di committenza, la notizia è presto diventata virale con migliaia di like e condivisioni.
Molti i commenti di funzionari pubblici che lamentano insoddisfazione verso l’Autorità, denunciando un palese rallentamento degli iter procedurali.
«Si dovrebbe – spiega Pinto – prendere atto di questo malessere generalizzato che, seppur non vincolante come ovvio, potrebbe far riflettere sulla realtà e spingere a cercare soluzioni concrete. Ascoltare i Comuni, cosa che viene fatta sempre più di rado, può aiutare ad individuare alternative valide ad Autorità che spesso creano più problemi che semplificazioni. Ed oggi che quest’ultima parola è più che mai d’attualità, potrebbe davvero esser giunto il momento per dare il via libera a un cambiamento che metta al centro gli enti locali».