Nel corso di una ricognizione aerea effettuata alcuni giorni orsono dai Carabinieri del 7° Nucleo Elicotteri di Pontecagnano (SA), unitamente a militari della Stazione Carabinieri Forestale di Castel Volturno, sul territorio litoraneo di Castel Volturno e comuni limitrofi, al fine di individuare gli stagni artificiali (cd. vasche) già “allestiti” per la caccia illegale agli anatidi migratori, veniva individuato, all’interno di un’azienda zootecnica, uno di detti laghetti artificiali, in comune di Grazzanise, nei pressi di Via Bonifica, nonché si scorgeva che, alla vista dell’elicottero dei Carabinieri, un pickup di colore scuro si allontanava in maniera repentina dalla zona.
I predetti militari della Stazione Carabinieri Forestale di Castel Volturno, unitamente a personale dell’A.S.L. di Caserta e dell’Istituto Zootecnico Sperimentale del Mezzogiorno di di Portici (NA), si sono portati presso detto allevamento bufalino per effettuare gli accertamenti amministrativi di rito, dove hanno verificato quanto segue:
– realizzazione di uno stagno di acqua artificiale (cd. vasca), di forma rettangolare avente una superficie di mq. 4000, con un appostamento fisso da caccia con struttura di ferro e legno di forma rettangolare avente superficie di circa 12 mq per un’altezza di circa 1.70 m. (con all’interno n. 15 stampi in plastica riproducente l’avifauna selvatica, n. 4 sedute, una stufa a gas e fili elettrici di colore arancione). Il tutto realizzato in assenza di qualsiasi titolo abilitativo comunale;
– presenza di effluenti zootecnici all’interno dei canali perimetrali all’azienda provenienti dal piazzale d’ingresso all’azienda, da uno scarico delle acque pluviali, dal piazzale adiacente alla vasca dei liquami e dallo sgrondo del silo mais;
– un vuoto documentale di almeno un anno nella fase di gestione degli effluenti zootecnici.
Pertanto i predetti militari hanno proceduto al sequestro giudiziario dello specchio d’acqua artificiale e del relativo appostamento fisso nonché dell’intero complesso aziendale e sue pertinenze, deferendo, in stato di libertà, il titolare dell’allevamento per l’esecuzione di interventi modificativi dello stato dei luoghi e della destinazione d’uso in assenza di permesso di costruire, nonché per il delitto di inquinamento ambientale e di “utilizzazione agronomica” di effluenti di allevamento al di fuori dei casi previsti dalla normativa vigente.