Hanno tentato di introdurre della droga in carcere a Santa Maria Capua Vetere, ma grazie alla professionalità del personale di Polizia Penitenziaria operante nel Settore Casellario lo stupefacente è stato intercettato e sequestrato.
A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Ennesima brillante operazione messa a segno della polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere, che opera nell’azione di contrasto all’introduzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti nel penitenziario casertano. Dopo il sequestro di un microtelefono durante una perquisizione straordinaria avvenuta la scorsa settimana, stamattina gli uomini assegnati al settore colloqui – commenta il segretario nazionale SAPPE della Campania Emilio Fattorello – hanno rinvenuto dell’hascisc abilmente occultata tra gli alimenti contenuti nel pacco postale destinato ai detenuti. La sostanza già pronta per il consumo e la cessione, parrebbe già ripartita in una ventina di dosi che avrebbero senz’altro potuto minare all’ordine ed alla sicurezza del carcere, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario.”
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ricorda che nella Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), che traccia l’andamento del narcotraffico in Italia e, di conseguenza, descrive il consumo di sostanze illecite da parte degli italiani, è emerso che “continua, per il terzo anno consecutivo, il trend crescente delle morti per overdose che, con un ulteriore incremento pari a 37 unità raggiunge quota 373, con un aumento dell’11,01% rispetto all’anno 2018. In oltre la metà dei casi, la causa del decesso è da attribuire al consumo di oppiacei (169 casi all’eroina, 16 al metadone, 1 al fentanil, e 1 alla morfina). Dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia sugli esiti fatali per abuso di droga, sono complessivamente 25.780 i morti causati dal consumo di stupefacenti. L’andamento in atto è un fenomeno estremamente preoccupante, sul quale gli analisti e gli esperti delle diverse discipline dovranno continuare ad interrogarsi per individuare le cause e porre un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio”.
Capece ricorda infine che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.