“Assistiamo esterrefatti a una serie di strumentalizzazioni, polarizzazioni ideologiche e regionaliste su ‘aperture’ e ‘chiusure’ delle scuole . Scontri tra tifoserie che – dichiarano in una nota congiunta Matteo Coppola e Gaetanina Ricciardi, segretari generali di Cgil e Flc Cgil di Caserta – non giovano né agli studenti né alla comunità educante. Come ripetiamo ormai da mesi, occorre assolutamente unire insieme la tutela del diritto costituzionale all’istruzione e l’imperativo della tutela sanitaria per docenti, personale ATA e popolazione studentesca”.
“L’apertura delle attività in presenza non deve essere oggetto di contesa politica – proseguono i due dirigenti sindacali – ma il risultato di precise scelte politiche, innanzitutto nazionali. Non si può, dopo ormai un anno dallo scoppio dell’emergenza, proseguire per tentativi con spinte contraddittorie a livello locale. Decisioni che anche nella nostra regione creano solo confusione ed alimentano il senso di sconforto e spaesamento di migliaia di studenti e delle loro famiglie. È ormai palese che tutte le decisioni succedutesi non hanno visto il coinvolgimento delle scuole e condivisione di analisi o proposte, che potessero. Manca un luogo di confronto e concertazione tra tutti i soggetti interessati ad un tema di così fondamentale”.
“A livello provinciale, come sindacato confederale, della scuola e dei trasporti, abbiamo chiesto al Prefetto di Caserta un impegno concreto e incisivo sul piano straordinario dei trasporti, affinché si consenta agli studenti di tutta la provincia, comprese le aree più disagiate, di giungere a scuola in sicurezza; abbiamo chiesto di implementare un serrato monitoraggio della situazione epidemiologica negli istituti (con tamponi e controlli continui e gratuiti) e che il personale docente venga inserito da subito all’interno della campagna vaccinale. Monitoreremo che le soluzioni assicurate dalla Prefettura siano effettivamente implementate”.
“Sin dall’inizio della pandemia abbiamo investito tutto il nostro impegno nel costruire le condizioni per un rientro a scuola in presenza. Perché – e lo ripetiamo ancora una volta – la DAD non può e non deve essere una panacea di tutti i mali. La didattica a distanza è e resta una soluzione emergenziale che non può sostituire la didattica in presenza, elemento essenziale nella pratica educativa, a meno di non accettare come inevitabili i disastri educativi (e psicologici!) che registreremo sul lungo periodo.”
“In questo momento di profonda crisi sanitaria, economica e sociale – concludono Ricciardi e Coppola – la scuola deve essere una priorità. Le Istituzioni nazionali e locali devono porre in cima alle proprie agenda il benessere educativo, sociale, psicologico dei giovani cui è impedito l’accesso a quel luogo fondamentale per l’accrescimento personale e formativo che è la scuola. Ciò può e deve essere fatto garantendo la sicurezza del personale della comunità educante. È ora di finirla con soluzioni improvvisate e contraddittorie che nulla hanno di lungimirante e che finiranno per avere effetti devastanti su un intera generazione, e in special modo su quanti già in situazioni di marginalità e disagio”.