Non poteva essere altrimenti!
Il Consiglio Federale della FIGC, riunitosi nella tarda mattinata di questo giovedì, ha respinto il ricorso presentato dalla Casertana FC tramite l’avv. Eduardo Chiacchio.
All’organismo sportivo toccava esaminare la richiesta di iscrizione alla serie C 2021-2022 della società rossoblù unitamente alle risultanze della disamina già effettuata in merito dalla Co.Vi.So.C. che aveva deliberato sull’irregolarità della documentazione presentata e, di conseguenza, sancito l’esclusione.
Nella stessa seduta il Consiglio federale ha rigettato anche i ricorsi di Carpi, Novara, Sambenedettese e Paganese, anche esse escluse dalla prossima serie C nonché quello del Chievo Verona, di conseguenza escluso dalla prossima serie B.
Adesso la Casertana FC potrà impugnare la sentenza del Consiglio Federale ricorrendo al Collegio di Garanzia del Coni che dovrebbe radunarsi il 26 luglio e che ha la possibilità di entrare nel merito, non limitandosi quindi solo a ratificare sulla scorta della regolarità o meno della procedura eseguita per ottenere l’iscrizione.
Ma i precedenti (come, ad esempio, quello del Como nel 2018) non lasciano presagire nulla di buono, neanche se la società rossoblù dovesse decidere di ricorrere al Tar del Lazio con una richiesta di sospensiva della sentenza e/o, in ultima ipotesi, effettuare un ricorso al Consiglio di Stato.
…anche se un elemento diverso dal solito sembra ci sia e potrebbe far pendere il “piatto della bilancia” a favore della società rossoblù!
Prende corpo infatti una voce, al momento non confermata, di un avvocato casertano, socio di minoranza della stessa Casertana FC fin dai tempi in cui era presidente Giovanni Lombardi, che, transitato con il suo piccolissimo pacchetto di quote nella nuova società rilevata poi da D’Agostino, avrebbe intentato pochi mesi fa una causa di fallimento senza giustificato motivo contro la società rossoblù per poco più di 10mila euro. La questione sarebbe stata comunque successivamente risolta dallo stesso D’Agostino con relativa liberatoria, ma l’istanza di fallimento risulterebbe ancora presente nel registro del Tribunale fallimentare il che, pesando come “un macigno“, avrebbe ovviamente impedito ad ogni assicurazione e/o banca il rilascio di una qualsiasi fideiussione.
Questa la voce che “sta prendendo piede” e di cui attendiamo una conferma. Quel che è certo è che tale compito di ricerca della verità (e delle responsabilità) non è affatto “agevolato” dal silenzio stampa proclamato dalla stessa società rossoblù.
Intanto il tempo trascorre in modo inesorabilmente veloce senza lasciare soverchio spazio neanche ad ipotesi “alternative”.
Infatti una ipotetica ed eventuale iscrizione in soprannumero in serie D comporterebbe il pagamento di una tassa a fondo perduto di 300mila euro ed altri 31mila euro di fideiussione: ma, dato che oramai si è verificata una rottura difficilmente sanabile tra la tifoseria rossoblù ed il presidente D’Agostino (il che rende di fatto quasi impossibile una sua prosecuzione nella guida della società), chi sarebbe l’imprenditore (o gli imprenditori) immediatamente disposto a subentrargli acquisendo il titolo sportivo per poi versare le cifre suddette ed accollarsi il peso di una ennesima ricostruzione di una società e di una squadra?
O – altra ipotesi – ripartire addirittura dall’Eccellenza dopo però aver acquistato il titolo di un società dilettantistica con sede legale nella provincia di Caserta (…ma quelle attualmente presenti non sono affatto disposte a cederlo (..e perché poi dovrebbero?)).
Insomma una brutta storia, la solita, quella che si pensava e ci si augurava di esserci lasciati definitivamente dietro le spalle, almeno per quanto riguardava il calcio.
Invece un destino beffardo ha fatto scomparire da Caserta qualsiasi palcoscenico di un certo rilievo, accomunando tutti gli sportivi in una cocente e crescente delusione frammista ad una rabbia impotente verso chi doveva e poteva evitare questa fine davvero ingloriosa e mortificante per l’intera collettività.
Mentre Caserta continua a “morire” – lentamente, ma inesorabilmente -, ai casertani toccherà, anche in questo caso, limitarsi purtroppo a guardare “le fortune altrui” in TV e/o tramite qualsiasi altro mass-media.