“Poco più di tre anni fa, il 1 luglio 2018, iniziava la mia avventura come Direttore della Fondazione Real Sito di Carditello”: inizia così il post su FB di Roberto Formato che spiega pubblicamente le ragioni delle sue dimissioni dal ruolo di direttore della Fondazione del sito borbonico di San Tammaro che pochi anni fa era stato acquistato all’asta giudiziaria dal Ministero dei Beni Culturali.
“Il Real Sito, come molti oramai sanno, è un magnifico complesso monumentale che tuttavia, per una serie di vicende storiche e nonostante il prodigarsi dei volontari, si trovava allora in una situazione disastrosa: vi pascolavano le pecore, i boschi erano invasi da rifiuti, collinette di amianto accoglievano l’ingresso dei visitatori. Per anni il monumento era stato utilizzato dai clan camorristici quale base per lo sversamento di rifiuti speciali nella c.d. “Terra dei Fuochi”. In questo brevissimo lasso di tempo, un piccolo miracolo, probabilmente insperato, ma riconosciuto da tutti, si è però compiuto: i boschi sono stati bonificati e ospitano oggi attività teatrali, educative e sportive; nel galoppatoio si svolge l’importante rassegna estiva del CarditelloFestival; le principali cantine della zona hanno piantato vigneti nei terreni prima inquinati. Una boccata di ottimismo ha permeato un intero territorio violentato e depresso per troppi anni”.
“Il Real Sito ha ribaltato il proprio sistema dei valori: dove prima c’era l’amianto, si svolgono ora le attività di ippoterapia per i bambini autistici; un ragazzo rifugiato senegalese gestisce la mandria dei cavalli Persano; detenuti alla messa in prova si occupano dell’accoglienza dei visitatori. A Carditello sono state insediate le attività del parlamentino studentesco promosso dalla diocesi di Aversa e dalle scuole di una ventina di comuni, mentre Intercultura, che cura lo scambio internazionale di studenti, ne ha fatto la propria sede”.
“Carditello è oggi un centro che genera benessere ed innovazione sociale, ed è attrattiva per le imprese, i giovani e le donne. Qui è nata “Volare sull’Arte”, che gestisce i voli in mongolfiera e in ultraleggero, mentre i boschi, dove già si svolgono attività di yoga e benessere, ospiteranno da aprile 2022 i percorsi acrobatici della nuova start-up giovanile delle “avventure reali”. Una importante collaborazione è stata consolidata con l’Accademia di Belle Arti di Napoli, per la realizzazione di attività artistiche, tra cui la nascita di una sartoria di Carditello, anche connessa alle seterie di San Leucio della Rete San Leucio Textile”.
“Importanti sponsor privati – continua Formato – hanno cominciato a collegare la propria immagine al Real Sito, beneficiando del grande ritorno di immagine testimoniato dal successo del brand Carditello, testimoniato da ben 116 passaggi televisivi, il cui caso è divenuto oggetto di studi da parte di università nazionali e straniere. L’attività di valorizzazione è stata inoltre estesa all’intero territorio: sono stati realizzati i primi sentieri dei “Cammini di Carditello”, tra cui quello dei gelsi, finanziato con un crowdfunding aperto ai bambini, che ha richiamato l’attenzione della “Via Europea della Seta” promossa dal Consiglio d’Europa. E’ stata inoltre sviluppata una importante proposta per mettere in rete i siti interazionali della cavalleria storica”.
( Roberto Formato )
“A Carditello ci sono però anche dei problemi che ho evidenziato – sottolinea il direttore dimissionario – nella mia relazione al Consiglio di Amministrazione svoltosi il 20 dicembre scorso. La gestione della bellissima mandria dei cavalli Persano e la necessaria assicurazione di un servizio di vigilanza 24 ore su 24 generano un importante disavanzo strutturale che non è coperto dai contributi dei Fondatori. Il personale in organico alla Fondazione non dispone inoltre delle necessarie competenze per affrontare le nuove importanti sfide che attendono il sito nei prossimi anni. Di questo ho inteso parlare con il Presidente della Fondazione (NdR. Luigi Nicolais) nei giorni scorsi, inquadrando la fine del mio mandato, a fine giugno 2022, e il suo eventuale rinnovo, quale punto di svolta per affrontare tali criticità, attraverso strategie di rafforzamento delle entrate strutturali e del personale. Le prime a mio avviso dovrebbero provenire soprattutto dalla vendita di biglietti e servizi a pagamento, oltre che dall’attrazione di sponsor, mentre per le seconde è necessario imprimere una svolta, attraendo le migliori risorse presenti sul mercato”.
“Il Presidente ha tuttavia – continua – espresso una valutazione negativa sui risultati ottenuti in questi tre anni dalla Fondazione, basandola su due considerazioni. La prima legata al presunto ritardo dei lavori di restauro; la seconda proprio all’insofferenza del personale.
Ora, è necessario sapere che l’attuale fase dei restauri, svolta con tutte le limitazioni imposte dalla pandemia, non è in capo alla Fondazione, ma al Segretariato Regionale del MIC, cui compete la direzione e l’attuazione dei lavori, rispetto ai quali la Fondazione è un beneficiario finale. Non ha alcun senso collegare la performance del Direttore all’azione di un soggetto terzo che non risponde al suo mandato nè in maniera diretta che indiretta. La considerazione mi è apparsa del tutto pretestuosa. Diverso sarà per i lotti successivi, il cui avvio è tuttavia vincolato alla conclusione dell’attuale fase.
La gestione del personale, al contrario, è – ai sensi dello Statuto – competenza totale del Direttore, rispetto alla quale al Presidente non è consentito di interferire, ma valutarne esclusivamente il risultato finale dal punto di vista organizzativo. Il problema è che il personale originariamente selezionato dalla Fondazione era, a mio avviso, largamente privo delle competenze ed esperienze necessarie a gestire un processo di restauro e valorizzazione così importante. Per questa ragione ho gradualmente cercato di sopperire avvalendomi di importanti competenze esterne, solo attraverso le quali è stato possibile raggiungere i risultati sopra illustrati. Tutto questo senza gravare sui costi della Fondazione, perché sostenute da importanti progetti da me personalmente elaborati ed ammessi a finanziamento. Come è normale in questi casi, l’ingresso di persone nuove ed esperte ha generato la reazione dei dipendenti originari, che ha trovato l’inopportuno sostegno del Presidente, cui erano originariamente legati.
Preso comunque atto della valutazione negativa dei risultati da me conseguiti, espressa a valere su tali due aspetti, e trovandomi in totale dissenso con tale valutazione, che incrina peraltro il rapporto di reciproca e personale stima e fiducia con il Presidente, ho inteso anticipare la conclusione del mio contratto, rassegnando, con il preavviso dovuto, le dimissioni dalla carica di direttore”.
Passati un paio di giorni senza che vi fosse alcuna replica da parte della Fondazione e specificatamente del suo Presidente, Formato ha “rincarato la dose” con una sua dichiarazione all’agenzia di stampa ANSA.
“Me ne sono andato perché non sono stato messo nelle condizioni di proseguire nella gestione di tipo manageriale che avevo impresso alla Reggia di Carditello mentre il presidente della Fondazione Nicolais ha un modo paternalistico di gestire le cose“.
Consumando uno “strappo” con il presidente della Fondazione, Luigi Nicolais, che sembra ormai non recuperabile, l’oramai ex direttore ha concluso: “Mi sono sentito sfiduciato ben prima che scadesse il mio mandato di 4 anni, ovvero giugno 2022. Nella riunione del Cda in cui ho rassegnato le dimissioni avevo posto due criticità, in particolare quella del disavanzo strutturale legato alla gestione dei 50 cavalli di Persano, che costano 300mila euro l’anno – il 75% delle spese totale della Fondazione – e la cui spesa non viene coperta interamente dai soci (Ministero, Regione e Comune di San Tammaro). La seconda criticità riguarda il personale: al Cda ho detto che servono un responsabile tecnico e uno amministrativo perché le persone che ricoprono tale ruolo non hanno le competenze necessarie. Non ho nulla contro tali dipendenti, ma è necessario dotarsi di personale che possa garantire una gestione manageriale. Mi è stato detto che la mia gestione era negativa; a mio avviso abbiamo però raggiunto risultati importanti ed oggi la Reggia di Carditello è un sito all’attenzione di tutti”.