C’è una questione delicatissima che continua a pendere come “la spada di Damocle” sull’intera collettività di Caserta e comuni limitrofi e cioè la funesta ipotesi (per la qualità della vita e la salvaguardia della salute dei cittadini) della realizzazione di un biodigestore nel mezzo di un’area densamente popolata, a soli 570 metri di distanza in linea d’area dalla Reggia di Caserta.
A che punto è il progetto del Comune di Caserta che vuole realizzare un Biodigestore anaerobico in località Ponteselice, a pochi metri in linea d’aria dalla Reggia di Caserta ed a ridosso dei centri abitati? E’ confermata l’ubicazione scelta dal Comune?
Sono gli interrogativi che ha posto il consigliere regionale Gianpiero Zinzi all’Assessore regionale all’Ambiente Fulvio Bonavitacola nel corso della seduta di Question Time svoltasi in Consiglio Regionale questo venerdì mattina.
“Il Comune di Caserta, dopo gli annunci dei mesi scorsi, si è chiuso – ha dichiarato Zinzi – in un inspiegabile mutismo che fa male ai residenti del rione Acquaviva ed a tutti i cittadini casertani. Ritengo invece che, su questo tema così impattante, vada fatta chiarezza e le mie interrogazioni in Regione ed il mio tentativo di portare l’argomento in Consiglio comunale a Caserta un mese fa lo dimostrano. Le continue giravolte rischiano di determinare anche la perdita del finanziamento. Ecco perché ho chiesto alla Regione Campania di prendere in mano la situazione, considerando anche l’interesse manifestato dal Comune di Maddaloni nel realizzare un analogo progetto su un’area lontana dai centri abitati ed a ridosso del termovalorizzatore (NdR: inceneritore) di Acerra. Bisogna scongiurare due disastri: la costruzione di questo impianto nella già satura città di Caserta, oggi previsto in località Ponteselice, e la perdita dei finanziamenti”.
In risposta, l’assessore regionale Bonavitacola ha spiegato in Aula che, se l’ufficio competente riterrà il progetto presentato dal Comune di Caserta non assoggettabile alla Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), allora ci sarebbero ancora i presupposti perché l’impianto si realizzi laddove il Comune ha ipotizzato ossia a Ponteselice.
Se al contrario invece si riterrà necessaria l’assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, la fonte di finanziamento non sarebbe più compatibile per sforamento dei termini. In questo ultimo caso il Comune di Caserta potrebbe comunque candidare nuovamente il progetto, ma per un’altra fonte di finanziamento diversa dall’attuale oppure la Regione aprirà alla possibilità di candidature provenienti da altri Comuni.
Al netto di tutto ciò, Bonavitacola ha confermato che non c’è motivo di ritenere che l’impianto non si realizzi a Ponteselice come indicato dal Comune di Caserta.
In precedenza era arrivata una buona notizia, sebbene su un tema del tutto diverso. Ed è stato lo stesso Zinzi, in qualità di presidente della Commissione Anticamorra e Beni Confiscati in Consiglio regionale, a renderla nota.
“Siamo lieti – ha dichiarato – che l’Agenzia per la coesione territoriale abbia accolto il nostro appello. L’ulteriore proroga dei termine (NdR: la scadenza è stata prorogata fino al prossimo 31 marzo) per la presentazione delle domande relative al bando di 250 milioni di euro per la valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie, rappresenta una buona notizia per i tanti Comuni in difficoltà che vogliono lanciare un messaggio di legalità sul territorio. Ora bisogna accelerare e rimboccarsi le maniche“.