E’ morto a 72 anni Nunzio De Falco, il boss del clan camorristico dei casalesi condannato perché riconosciuto come mandante dell’omicidio di don Peppe Diana, ucciso a Casal di Principe il 19 marzo del 1994.
De Falco era agli arresti domiciliari da una settimana per gravi motivi di salute nell’abitazione della sorella in via Piacenza a Villa Literno, ma le sue condizioni di salute si sono rapidamente aggravate al punto da richiedere da qualche giorno il ricovero in una clinica di Tora e Piccilli ove è deceduto: l’uomo, difatti, era un malato terminale. Per questo motivo il giudice del tribunale di sorveglianza di Napoli aveva accolto l’istanza presentata a metà febbraio dall’avvocato Gaetano Pastore, legale di De Falco, disponendo la scarcerazione del boss, che era a Poggioreale, ed i domiciliari a casa della sorella a Villa Literno ove sarebbe dovuto restare fino al prossimo ottobre.
De Falco era già uscito dal carcere il 26 luglio del 2021, quando era detenuto in Sardegna. Su decisione del magistrato di sorveglianza di Sassari la prosecuzione della detenzione sarebbe stata in contrasto “in maniera grave e lampante con il principio di umanità e con il divieto di trattamento inumani o degradanti”. Tale scarcerazione provocò numerose polemiche. De Falco finì così per sei mesi ai domiciliari e, alla scadenza, tornò in carcere.
Conosciuto anche come “ ‘O lupo”, Nunzio De Falco fu arrestato a Valencia in Spagna nel novembre del 1997 ed estradato in Italia nell’aprile del 2000.
E’ stato condannato a due ergastoli: per essere stato il mandante dell’omicidio di don Diana e per l’omicidio di Mario Iovine, ucciso a Cascais in Portogallo il 6 marzo del 1991. Iovine, tra i fondatori del clan camorristico dei Casalesi, era ai vertici della cupola camorristica di Casal di Principe,.
La salma giunge questa domenica a Castel Volturno per la cremazione prima di essere consegnata ai familiari. Non vi è ancora una comunicazione ufficiale da parte della Questura di Caserta, ma, come si è già fatto in passato in occasioni del genere, tutto lascia ipotizzare che sia disposto il divieto del corteo funebre.