Si è svolto martedì scorso un flash mob al Centro Direzionale dinanzi la sede del Consiglio Regionale della Campania. Nessuna protesta, nè presidio, nè sit in, ma un reminder per dire alle istituzioni “ricordatevi di noi“.
Lo scorso 31 gennaio 2022 è stato l’ultimo giorno di lavoro per il residuo dei lavoratori somministrati dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, un manipolo dei quasi 300 che da anni, già prima della pandemia, stavano lottando per conservare il proprio posto di lavoro.
In molti sono riusciti a restare attraverso i concorsi, alcuni rientrando nel bando previsto per i dipendenti che avevano raggiunto un certo numero di requisiti ed anni di servizio, altri sono andati via in altre strutture ed altri ancora sono riusciti ad essere ripescati grazie allo scorrimento delle graduatorie.
Numerose in questi due anni e in questi mesi, le proroghe, i tentativi salvacontratto, gli appelli nelle more alla legge Madia che sembrava presagire appigli per la stabilizzazione, e poi le agitazioni, gli scioperi. E’ stato tentato di tutto, ma per 15 degli Oss somministrati dell’Aorn è finita così.
“Eh sì, dopo 14 anni di lavoro in Azienda Ospedaliera di Caserta, quello – ha riferito Rosa Della Ventura, volto dei somministrati per molti anni, in prima linea nelle battaglie di piazza ed ai tavoli di confronto – è stato il nostro ultimo giorno di lavoro. Tante le lotte portate avanti, fiera di aver comunque lottato“.
“Fino all’ultimo non c’è stata la volontà politica e istituzionale di chiudere questa situazione nel migliore dei modi. Siamo stati licenziati in 7 sugli ultimi 20 rimasti, 6 infatti sono stati ripescati. Ma non finirà qui purtroppo, si tratta di pochi mesi e la situazione si ripresenterà tal quale“.
“Cosa chiediamo? Desideriamo – ha continuato la Della Ventura – che la Regione si assuma le proprie responsabilità. E vogliamo spiegazioni e chiarezza e non essere più palleggiati. Siamo operatori sanitari dell’Azienda Ospedaliera di Caserta e delle ASL di Caserta e provincia ed abbiamo garantito i LEA (livelli essenziali di assistenza) per 15 anni e più perché la Regione non poteva fare concorsi. Abbiamo garantito urgenza ed emergenza e, per concludere, il covid-19; e, dopo tutto ciò, siamo stati licenziati”.
Una luce sembra venire dalla legge di bilancio del 30 Dicembre 2022 (art 1 comma 268 lettera C n.234) che permette la reinternalizzazione dei servizi appaltanti e di reclutare con una riserva posti di personale che ha garantito assistenza ai pazienti in tutto il periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 con almeno 3 anni di servizio.
“Desideriamo una risposta dalla Regione sul perché questa possibilità non viene applicata dai direttori di Caserta mentre a Napoli succede. Il Santobono infatti sta provvedendo applicando la suddetta legge di bilancio. Non si può pensare di stabilizzare solo chi ha 18 mesi di lavoro e non chi, come noi, ha 15 anni di lavoro in background, ed anche più, visto che la legge di bilancio lo permette. Non fermeremo la nostra lotta, ci devono spiegare“.
Gli ex dipendenti dell’AORN Caserta fanno appello a chiunque possa incidere su questa vicenda, dal Presidente del Consiglio a tutti i consiglieri: “Devono assumersi le proprie responsabilità! Del resto, queste forme passate appaltanti sono state create dalla stessa Regione per garantire i LEA e non possono non riconoscerci ciò che ci spetta: sarebbe disumano! A cosa è servito chiamarci “eroi“?”