Caserta Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Condannato a 21 anni di reclusione Gabriel Ippolito, l’assassino in piazza Correra a Caserta del 18enne Gennaro Leone

Era la notte di sabato 28 agosto del 2021 quando, a seguito di una lite scoppiata per motivi talmente futili da essere quasi inesistenti, l’allora 19enne Gabriel Ippolito di Caivano (a dx nella foto) uccise il 18enne Gennaro Leone di San Marco Evangelista (a sn nella foto), pugile dilettante, infliggendogli una coltellata in una gamba e recidendogli l’arteria femorale.

Il “fattaccio” avvenne in piazza Correra, lungo via Vico, nel pieno centro di Caserta durante la “solita” movida incontrollata.

Colpito da una emorragia massiva ed inarrestabile, Gennaro spirò alle prime luci dell’alba della susseguente domenica presso l’Ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta ove era stato ricoverato.

Stavolta la movida violenta a Caserta ha provocato un morto: deceduto un 18enne accoltellato

Oggi la Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere si è pronunciata sull’omicidio emettendo il suo verdetto: Gabriel Ippolito è stato condannato a 21 anni ed un mese di carcere.

I giudici gli hanno riconosciuto le attenuanti generiche, come sollecitato anche dal pm Chiara Esposito (che, in prima battuta, aveva chiesto una condanna a 23 anni di reclusione), considerato l’atteggiamento collaborativo  che ebbe l’imputato subito dopo essere stato identificato ed arrestato dai carabinieri.

Ad Ippolito i giudici hanno anche inflitto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, il risarcimento verso le parti civili (che sarà in seguito quantificato economicamente in sede di processo civile) nonché una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro nei confronti dei genitori di Gennaro, di 70mila euro per ciascun fratello, 7mila euro per il Comune di Caserta e 5mila per la fondazione Polis.

Inoltre i giudici hanno anche disposto la trasmissione degli atti in procura sia per due ragazzi – tra cui la fidanzata di Gabriel – ed i sanitari del nosocomio casertano che ebbero Gennaro in cura durante quella tragica notte.

Tra i primi commenti alla sentenza quello del deputato della Lega e capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale a Caserta, Gianpiero Zinzi: “La sentenza sull’omicidio di Gennaro Leone mette un primo punto a una vicenda che ha turbato profondamente la nostra comunità. Resterà per sempre una delle pagine più brutte per Caserta ed il pensiero, oggi come allora, va alla famiglia del giovane pugile. La nostra priorità resta la sicurezza e il controllo del territorio, la speranza è che un episodio del genere non si ripeta mai più”.

A questo punto, come si suole dire, “Giustizia è stata fatta!”, anche se dubitiamo che questa sentenza serva a lenire, anche solo in parte, il dolore dei genitori e dei fratelli di Gennaro Leone la cui vita è stata violentemente interrotta per sempre in una notte in cui il giovane casertano era uscito di casa per trascorrere qualche ora in piacevole compagnia degli amici.

Quel che ancora oggi ci domandiamo è cosa mai passi per la testa di un 19enne come Ippolito che, per trascorrere una serata con gli amici, si mette in ghingheri, prende l’orologio, il portafoglio e quanto altro occorre, ma soprattutto ritenga importante ed imprescindibile portare con sé un coltello a serramanico, come se il semplice possesso di quell’arma serva a testimoniare a sé stesso ed agli altri del suo “gruppo” di essere un “Uomo vero” con la vocale iniziale maiuscola.

Gabriel, a differenza di Gennaro, avrà ora tutto il tempo per riflettere su ciò. Speriamo che quando – considerando tutti di sconti di pena di cui usufruirà – uscirà a circa 35 anni dalle patrie galere, potrà concretamente vivere il resto della sua vita testimoniando nei fatti di aver cambiato radicalmente modo di agire ed essere.

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