Caserta Cultura

Al Don Bosco in scena Alfonso Grassi con “Uscita di emergenza” per la stagione Silver

Dopo il successo di pubblico e critica ottenuto da Paolo Caiazzo con il suo “Boomer”, il Teatro Don Bosco si appresta ad inaugurare anche la stagione del cartellone Silver. Domenica 13 ottobre con inizio alle ore 20:00 toccherà ad Alfonso Grassi portare in scena la sua “Uscita di sicurezza”.

Abbiamo molte aspettative circa la stagione silver” le parole di Lello Giaccio con Gianni Allocca Direttore Artistico delle due stagioni teatrali,  “In scena si alterneranno signori attori, ottime compagnie e gli spettacoli proposti sono decisamente originali”.

Sulla stessa falsariga di Giaccio anche Gianni Allocca. Spiega l’attore: “Come per la stagione gold, anche per la silver abbiamo cercato di coniugare la comicità alla prosa. Siamo certi che i protagonisti non tradiranno le attese. A cominciare proprio da domenica”.

Uscita di sicurezza” è stata scritta  nel 1978 da Manlio Santanelli, questa opera trae spunto da una condizione di vita vissuta dallo stesso autore nei suoi anni a Pozzuoli.

L’adattamento straordinario di Manlio Santanelli, la regia di Gianni Di Nardo e le interpretazioni coinvolgenti di Paolo Capozzo e Alfonso Grassi promettono uno spettacolo che mescola comicità e dramma in modo magistrale, offrendo un’esperienza teatrale che lascerà senza fiato.

Sabato 19 ottobre, poi,  toccherà, nuovamente alla Gold ed a Ciro Ceruti con “Shit Life“. Buio in sala, su il sipario, luci accese sul palco, si comincia!

Lo spettacolo di “Uscita di sicurezza“:

Cirillo e Pacebbene, interpretati da Paolo Capozzo e Alfonso Grassi, si sono rifugiati in un appartamento che il bradisismo dei Campi Flegrei ha reso pericolante. Messi a dura prova da un’esistenza che ha lasciato loro soltanto l’amaro sapore della memoria, i due vivono in uno stato di precarietà crescente che ad ogni sussulto del terreno allarga le crepe dei muri e della loro esistenza rimescolata continuamente da brandelli di ricordi. Minacce, sospetti reciproci, equivoci e travestimenti sono ormai il loro gioco quotidiano, un gioco ricorrente e ripetitivo che riempie il vuoto di una vita imprigionata in un appartamento-tana-rifugio dal quale non riescono o non vogliono scappare. Parole ossessivamente ripetitive li avvolgono in una spirale comica e drammatica che li riporta ogni volta al punto di partenza.

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