Caserta Cronaca Enti San Nicola La Strada

Associazione, falso in atti pubblici e turbata libertà degli incanti: ordinanza per 9 persone fra imprenditori del verde pubblico e funzionari pubblici di Caserta e San Nicola La Strada

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 9 persone, dei quali 5 agli arresti domiciliari e 4 all’obbligo di presentazione alla p.g., ovvero imprenditori del verde pubblico e pubblici ufficiali dei Comuni di Caserta e San Nicola La Strada.

Gli indagati ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di “associazione per delinquere“, “falso in atti pubblici” e “turbata libertà degli incanti“.

Sono finiti agli arresti il dirigente del Comune di Caserta Franco Biondi; il funzionario dello stesso Ente Michele Amato, di San Marco Evangelista; l’imprenditore Francesco Cerreto e Giuseppe Fazzone, di San Nicola la Strada, ritenuti gli organizzatori del sistema; Raffaele Antonucci, titolare della Antonucci Garden.

Obbligo di presentazione, invece, per Giulio Biondi, ex dirigente a San Nicola e fratello di Franco; gli imprenditori Domenico Natale, della ditta “Un seme per la vita“, Giuseppe Cerullo, della Centro Servizi, e Giovanni Andrea Mingione, della Euro garden.

Nel complesso sono indagate 23 persone, tra cui l’ex assessore di San Nicola la Strada Gaetano Mastroianni, che si è dimesso in seguito all’inchiesta.

Il provvedimento cautelare riflette gli esiti di un’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, riguardante la Pubblica Amministrazione e, in particolare, l’affidamento di lavori a gestione diretta dei Comuni di Caserta e San Nicola la Strada.

Le investigazioni hanno consentito di far emergere, nella fase delle indagini preliminari, un quadro associativo secondo il quale gli indagati avrebbero creato un “accordo-cartello” di imprese che, con la correità di pubblici ufficiali dei due Comuni, avrebbero alterato o turbato il normale e lecito andamento delle aggiudicazioni di lavori pubblici, prettamente per la cura del verde, in entrambi i Comuni, per un importo complessivo stimato in oltre 500 mila euro.

È stato disvelato un vero e proprio fraudolento “sistema gare“, consistente nella scelta “ad hoc” delle ditte da invitare (tutte facenti parte del “cartello“), con la classica tecnica dell’invito a partecipare rivolto a consapevoli ditte “spalla“, ciascuna già consapevole del proprio “turno” di aggiudicazione, in base al quale, pertanto, nelle procedure per le quali non erano interessate, omettevano di presentare l’offerta oppure la presentavano con minore ribasso, così da risultare economicamente svantaggiosa rispetto a quella che, preordinatamente, si era deciso doveva aggiudicarsi la gara.

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