Eventi Provincia di Caserta

Carabinieri Caserta, conferenza stampa di fine anno: “Non permetteremo alla camorra di rialzare la testa. Non daremo loro tregua”

Non permetteremo alla camorra di rialzare la testa“. Così il comandante provinciale dei carabinieri di Caserta, Manuel Scarso, nella conferenza stampa di fine anno tenuta alla sede dell’Arma dei Carabinieri di via Laviano a Caserta in cui ha fornito alla stampa i dati sui reati di cui si è occupata nel 2024 in tutto il territorio provinciale, e ricordato le operazioni di servizio realizzate contro “quegli esponenti del clan che hanno tentato di riorganizzarne le fila dopo essere usciti di carcere in seguito a lunghi periodi di detenzione ricevuti all’inizio degli anni duemila soprattutto per il maxi-processo ai Casalesi “Spartacus” “.

Oltre 215.000 chiamate in dodici mesi al 112 con una media giornaliera di 589 telefonate, dalle quali sono scaturiti oltre 22.500 interventi operativi. Di questi 1500 sono relativi ai reati per il “codice rosso“, in cui rientrano tutte le tipologie di maltrattamenti in famiglia e in generale contro le fasce deboli.

Nel 2024 i carabinieri di Caserta – con 60 stazioni e 10 centrali operative, oltre al comando provinciale – hanno perseguito 27mila reati, circa il 90% di quelli accertati nel casertano. Dieci gli omicidi, tutti risolti, su cui sono state svolte indagini da parte dell’Arma. Nell’anno che volge al termine sono stati 1200 gli arresti eseguiti dai carabinieri mentre oltre 5000 le persone denunciate. Degli arresti circa un terzo (432) sono quelli per furto.

A questo punto il colonnello Manuel Scarso, nel corso della conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il comandante del Nucleo Investigativo Gianluca Galiota, quello della compagnia di Caserta Giovanni Riacà ed il comandante della stazione del capoluogo Antonio Coppola, ha dichiarato: “Le amministrazioni pubbliche lavorino di più sul fronte della videosorveglianza, implementandola perché si tratta di uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini sia come deterrente sia come valido strumento per le indagini“.

Poi l’attenzione è stata rivolta alla camorra.

Questi soggetti pericolosi li abbiamo tenuti sotto controllo e riarrestati” ha aggiunto Scarso, facendo riferimento all’indagine coordinata dalla Dda di Napoli che a settembre smantellò il “riorganizzato” clan Picca, costola dei Casalesi operante tra Teverola e Carinaro e facente capo proprio al vecchio camorrista Aldo Picca, uscito di carcere qualche anno fa.

C’è poi l’arresto a giugno di Emanuele Libero Schiavone, figlio del padrino dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone; il 34enne figlio del capoclan è uscito ad aprile di cella, ha subito cercato di riprendere in mano le redini della cosca per vendere la droga, coinvolgendo un altro “rampollo del clan“, Francesco Reccia, anch’egli arrestato, figlio di Oreste, storico esponente della camorra casalese tuttora in carcere.

Arresti da cui emerge che non esiste più un’emergenza camorra nel Casertano come fino a qualche anno fa; ma nei prossimi mesi altri vecchi camorristi potrebbero uscire di cella per cui, dice Scarso, “continueremo a non dar tregua a queste persone“.

Devono sapere – ha sottolineato – che non possono più tornare a fare quello che facevano. C’è bisogno però anche di uno scatto culturale perché questo territorio si affranchi definitivamente dalla camorra, e da quella mentalità che per anni ha diffuso sul territorio; e lo dico rivolgendomi agli imprenditori, affinché non cerchino scorciatoie, e ai cittadini, che devono avere più fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine denunciando episodi di infiltrazione e illegalità“.

E alle pubbliche amministrazioni chiedo il massimo supporto” aggiunge il comandante dell’Arma a Caserta, reduce da un 2024 in cui i suoi reparti investigativi hanno realizzato importanti indagini su episodi di corruzione e appalti pubblici turbati commessi da politici e amministratori locali, nessuno dei quali, è emerso durante la conferenza stampa, ha però collaborato con le indagini, né durante né dopo l’esecuzione di arresti o altri provvedimenti giudiziari.

Nel corso del 2024 i carabinieri hanno avanzato proposte di sequestro di beni per complessivi 45 milioni di euro.

Da segnalare le due indagini che hanno colpito il Comune di Caserta, in cui è al lavoro dal mese di agosto una commissione d’accesso per verificare condizionamenti della camorra, e la Provincia, che ha portato alle dimissioni del presidente Giorgio Magliocca. Un’ultima infine ha coinvolto il consigliere regionale Giovanni Zannini. Si tratta di reati “poco percepiti dai cittadini, ma che poi – ha commentato – si traducono in carenza o assenza di servizi e che quindi incidono sulla qualità della vita dei cittadini”.

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