Beni per mezzo milione di euro sono stati sequestrati ad Emilio Di Caterino (nella foto), elemento di spicco del clan camorristico dei Casalesi.
Di Caterino arrestato nell’ottobre del 2008, due anni e mezzo piu’ tardi ha intrapreso una collaborazione con la giustizia. Attualmente e’ sotto protezione.
Gli agenti della Direzione investigativa antimafia gli hanno sequestrato un terreno e una villa.
I provvedimenti di sequestro nei confronti del collaboratore di giustizia Emilio Di Caterino (ex elemento di vertice dei Casalesi) e di quattro persone ritenute appartenenti al clan Fabbrocino (Mario Fabbrocino, la moglie Anna Giannone, e di Pietro e Lorenzo Fabbrocino, entrambi figli di Mario) sono stati emessi, rispettivamente, dalle Sezioni Misure di Prevenzione dei Tribunali di Santa Maria Capua Vetere e Napoli.
L’ordinanza eseguita ora dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli nei confronti del clan Fabbrocino e’ una estensione di un altro sequestro preventivo attuato alcuni giorni fa. Riguarda un’impresa individuale con sede legale a San Gennaro Vesuviano (Napoli), intestata ad Annunziata Giannone, sorella della moglie di Mario Fabbrocino.
Emilio di Caterino e’ stato condannato per ricettazione nell’ambito del processo sull’omicidio di Nicola Di Maio, ucciso il 6 settembre del 2002, e poi bruciato in un’auto che, secondo i giudici, era stata messa a disposizione proprio da Di Caterino. L’ex affiliato ai Casalesi – nei confronti del quale fu emesso un provvedimento di fermo il 3 giugno del 2005 per il reato di estorsione aggravata in concorso – venne arrestato il 17 ottobre del 2008 dopo oltre tre anni di latitanza.