“L’informazione ed i rifiuti radioattivi: dall’allarmismo alla realtà“: è stato questo il tema del corso di formazione organizzato dall’Associazione Giornalisti Casertani Trenta Righe a Caserta e che si è tenuto presso il Circolo Ufficiali.
Dopo i saluti del presidente di Trenta Righe Giuseppe Perrotta, del presidente dell’Ordine giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli e del colonnello Di Giacomo, padrone di casa al Circolo Ufficiali di Caserta, è stato il giornalista Elio Romano a moderare la discussione che ha visto la partecipazione di Fabrizio Scolamacchia, responsabile Sogin disattivazione Centrale del Garigliano, e di Marco Sabatini Scalmati, responsabile Media Relations di Sogin.
Il responsabile della struttura di Sessa Aurunca ha spiegato la nascita e la disattivazione della centrale (fermata prima di Chernobil per un problema relativo alla sicurezza sismica del camino) incentrando il suo intervento soprattutto sul lavoro che sta portando avanti la società pubblica per la gestione del decommissioning degli otto impianti nucleari italiani fra cui quello del Garigliano.
In particolare, il lavoro di smantellamento della centrale finirà tra il 2024 ed il 2028 e già nella prossima estate inizierà la demolizione del camino che terminerà entro l’autunno. Il responsabile di Sessa Aurunca ha sottolineato come ad oggi non risulti in alcun modo contaminazione di ambiente o persone. “Nei mesi scorsi, abbiamo fatto un’indagine sui cittadini di Roccamonfina – ha aggiunto Scolamacchia – ed abbiano scoperto che loro, per il solo fatto di vivere nelle adiacenze del vulcano, acquisiscono il doppio della radioattività ambientale rispetto a quella di coloro che vivono, per esempio, sul litorale o lavorano all’interno del sito del Garigliano“.
Il responsabile Media Relations di Sogin Marco Sabatini ha parlato delle le difficoltà e della sfida in termini comunicativi e di informazione nel trattare un tema così delicato per l’opinione pubblica, passando poi ad affrontare la questione del deposito nazionale e del parco tecnologico.
“Sogin ha redatto la carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale che sarà pubblicata solo dopo che i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente ci avranno dato il via libera. Con il loro nulla osta si avvierà una consultazione pubblica con l’obiettivo – vera novità di questo percorso – di arrivare ad una scelta condivisa con la popolazione per arrivare a localizzare il sito dove realizzare l’infrastruttura. Scelta – ha aggiunto Sabatini – che sarà basata su un percorso totalmente trasparente. La consultazione pubblica servirà a chiarire tutti i dubbi sulla realizzazione dell’infrastruttura e anche ad approfondire i finanziamenti diretti ed indiretti di cui il territorio beneficerà. Saranno necessari complessivamente 150 ettari per il deposito nazionale e parco tecnologico, dei quali 40 per il parco. L’investimento totale è stimato in 1,5 miliardi di euro, con un impatto occupazionale a regime di circa 700 tecnici“.