Maddaloni

Senza fine “lo strazio” al cimitero di Maddaloni dopo il crollo della cappella

Continuano le indagini per appurare le cause del crollo della Cappella “Concenzione Nuova” al cimitero di Maddaloni che rimane interdetto al pubblico.

Si fa sempre più strada l’ipotesi della continua e costante infiltrazione d’acqua che avrebbe di fatto demolito le fondamenta. La Cappella “Concenzione Nuova”, che si è completamente accartocciata su se stessa, già tempo era pericolante considerato che erano stati fatti degli interventi provvisori e lavori di restauro quattro anni fa.

Due sono le indagini: uno di carattere tecnico da parte dei tecnici del Comune di Maddaloni; l’altra invece penale da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

E dopo circa una settimana si continua a scavare tra le macerie per recuperare le 400 salme (secondo una stima effettuata dagli agenti della polizia municipale insieme ai tecnici comunali) rimaste coinvolte nel crollo, ma il lavoro degli addetti, coadiuvati dai vigili del fuoco e dalla protezione civile, non è affatto semplice, oltre ad essere particolarmente penoso e straziante.

Difficile infatti dare una precisa identità a cadaveri che sono finiti sotto le macerie dell’edificio che si è sbriciolato ed a resti umani frammisti a pietre, travi e calcinacci.

Per questo prolungarsi dei lavori “di riconoscimento”, data anche la gran mole delle macerie da rimuovere, la sede cimiteriale non è stata ancora riaperta al pubblico né è facile prevedere quando lo sarà, dopo l’ordinanza firmata dal commissario straordinario Samuele De Lucia che ha infatti disposto la chiusura temporanea del cimitero comunale fino al momento in cui sarà ultimato il recupero e la sistemazione delle salme.

Contemporaneamente i tecnici del Comune, dopo la chiusura e l’inibizione all’uso della Cappella Corpo di Cristo Vecchio e Soccorso Vecchio, stanno procedendo alla messa in sicurezza delle aree vicine alle cappelle oggetto del crollo.

In tutto ciò, si fa sempre più drammatica anche la situazione relativa alla sepoltura di persone decedute in questi giorni e che, data la chiusura, non possono essere tumulate nel locale cimitero, considerato anche che l’ipogeo, ove si praticava l’inumazione, è finito sotto le macerie.

Insomma si è venuta a determinare una situazione davvero complicata e di difficile risoluzione nell’immediato, situazione che, da un momento all’altro, potrebbe anche avere non auspicabili ripercussioni di “ordine pubblico”.

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