Seconda gemma consecutiva della Juvecaserta che, nel giro di sei giorni, conquista gli eccelsi e storici scalpi di Bologna e Siena. Domenica, in un buon Palamaggiò, sono caduti i campioni d’Italia in carica (ma, sinceramente, non fa tanto notizia visto che la Mps ha, spesso e volentieri, perso con la Juve in queste stagioni di A) che hanno patito le fatiche della battaglia europea contro l’Olympiacos di tre giorni prima. Questo non deve minimamente togliere meriti alla splendida affermazione dei casertani che, col cuore e la difesa, hanno sancito la crisi mensanina (cinque stop di fila in questo terribile marzo). Vittoria giusta, meritata, voluta: sempre avanti nel punteggio, Caserta ha scricchiolato nel terzo quarto ma ha avuto la bravura di erigere un muro visto che l’attacco si era inceppato. Poi la fase offensiva è tornata incisiva presa per mano dal classico ‘eroe per caso’ di giornata che risponde al nome di Dan Mavraides. L’americano ellenico ha infilato la banderilla sul toro senese ma tutti, veramente tutti, hanno messo la firma. E’ finita in festa con campo invaso dalla gioia di Iavazzi e Galimberti, dai sorrisi dello staff tecnico, dalla pazza energia di una squadra che ha smesso di stupire e continua a sognare.
LA CLASSE OPERAIA IN PARADISO. La vittoria contro Siena porta la firma della ‘classe operaia bianconera’. Di quei giocatori che non hanno le luci della ribalta puntati addosso ma che, col lavoro oscuro e certosino, ricamano successi incredibili. La svolta è arrivata con quella bomba di capitan Maresca, fuori equilibrio e quasi fuori tempo massimo, pescata dalla spazzatura. Un colpo rocambolesco che è stato un pugno sul volto dei mensanini. Il resto l’ha fatto Dan Mavraides: il ragazzo dalla faccia pulita del New England ha infilato 11 punti (il suo bottino totale) nel quarto periodo distruggendo la difesa di Banchi sia da fuori che in penetrazione. Che dire di un Andrea Michelori tornato il guerriero che scalda il cuore? Un muro a difesa del canestro, una concretezza unica, una cattiveria agonistica con pochi eguali. Ovvio che Akindele c’ha messo la firma, Gentile anche, ma sono stati i tre ‘operai’ del parquet a cambiare la sfida.
SACRIPANTI E SIENA. CASERTA – Pino Sacripanti si conferma avvezzo a battere la Montepaschi. Aveva iniziato a bastonare i senesi già nei campionati giovanili quando era a Cantù, ha continuato da allenatore ‘senior’. Quella di domenica è la sua vittoria numero 12 contro i mensanini (tra campionato e Coppa) in 39 gare. Dal suo esordio (stagione 2000/01) solo Ettore Messina ha fatto meglio in Italia, battendo la Mens Sana in 13 occasioni (19 gare dal 2000). Mi sa tanto che i senesi faranno gli scongiuri quando lo rivedranno da avversario.
BENVENUTO GALIMBERTI. Era la prima ufficiale, a Pezza delle Noci, per il nuovo proprietario Gianluca Galimberti che, comunque, era presente, in incognito almeno per tutto il popolo bianconero, alla sfida contro la Virtus Roma. Il dente della prima vittoria se l’era tolto a Casalecchio, nella sfida del ‘cuore’ contro la Virtus Bologna (lui, si sa, è fortitudino), ed aveva voglia di ‘rompere il ghiaccio’ anche in casa. L’impresa contro Siena è andata benissimo. Il neo patron si è sentito, veramente, a casa anche per gli applausi copiosi del popolo bianconero; Galimberti era decisamente emozionato ed ha salutato con la mano il suo nuovo pubblico. Emozione grande per tutti anche per lo striscione in tribuna (Magnum gaudium pecuniam: Habemus Galimberti ovviamente parafrasando e mutuando le parole ‘papali’). E la gioia arrivava anche guardando gli spalti. Buonissima cornice di pubblico nella Reggia del Basket italiano che ha regalato la presenza di 3400 tifosi; presenza che si è sentita e vissuta visto l’incitamento costante.
IL COLORE DEL PALAMAGGIO’. Tra gli spettatori, nel parterre presidenziale, anche la gradita presenza dell’ex Alex Righetti (senza squadra dopo l’infortunio occorsogli a Ferentino dove aveva iniziato, alla grande, la stagione) salutato da tutto lo staff tecnico, dirigenziale e dai tifosi. Emozioni forti anche per Deji Akindele sceso in campo coi genitori seduti ad ammirarlo (entrambi ‘vestiti’ Juve). Non è mancato il tifo anche da parte del sindaco Pio Del Gaudio, ormai presenza fissa a Pezza delle Noci. Da sottolineare anche un bellissimo striscione nella tribuna bianconera in ricordo del compianto Giovanni Gavagnin e, del suo storico amico e compagno di tante battaglie, Remo Maggetti (Remo e Giovanni sempre ‘giganti’ firmato i tifosi della Juvecaserta di ieri e di oggi). Bello anche il messaggio letto dal club e l’applauso scrosciante del popolo bianconero che non dimentica uno dei suoi eroi storici. Striscione ‘frecciata’ per la situazione delicata della Montepaschi: in curva 4 stelle un gigantesco ‘Vincenti con i derivati?”. Dulcis in fundo, la stoica presenza di sette tifosi mensanini con tanto di striscioni e sciarpe oltre alla fantastica Verbena cantata a squarciagola.
VERITA’. Qualche tifoso, la scorsa puntata, mi ha bonariamente bacchettato quando ho scritto che la salvezza era archiviata e bisognava puntare in alto. Non ho la sfera di cristallo, ma ho semplicemente fatto un calcolo: Biella non avrebbe mai vinto cinque partite ma, anche volendo, erano cinque le squadre che dovevano superare i bianconeri. Poi, guardando avanti, non erano tanto distanti le ultime piazze playoff. Premesso che l’obiettivo è centrato, ma sull’onda dell’entusiasmo credo che la Juve (il calendario non è impossibile) abbia lecito diritto di giocarsi un biglietto per il grande ballo dei playoff. Poi, se non dovesse riuscirci, fa nulla. Gli americani cantavano nella loro ‘American Prayer’: “When you get to the top of the mountain, will you tell me what you see; if you get to the top of the mountain, remember me”. Alla lettera è: “Quando si arriva alla cima della montagna, mi dirai quello che vedi; se si arriva alla cima della montagna, ricordati di me”. La Juve ha scalato la sua montagna, ma può salire ancora.
(Fonte: Camillo Anzoini per Sportcasertano.it)