A seguito di quello che denunciano essere “l’ennesimo silenzio da parte delle istituzioni”, i lavoratori del BACINO DI CRISI DI CASERTA, durante una riunione tra di loro, hanno deciso uno stato di agitazione contro – come è scritto in un loro comunicato – il totale immobilismo da parte della classe politica.
“Ancora una volta, il BACINO DI CRISI DI CASERTA protesta sul nostro territorio per smuovere la classe sociale: i lavoratori vogliono chiarezza sul futuro di Terra di Lavoro.
I motivi di questa agitazione, che scatterà dalla prossima settimana, hanno portato i lavoratori a perdere totalmente la fiducia verso le istituzioni. Vogliamo avere risposte da chi oggi ci rappresenta, invitiamo tutta la nostra società ed essere con noi. Bisogna alzare la voce!
I lavoratori – continua il comunicato – chiedono questi interventi urgenti:
1 – Bisogna intervenire coprendo tutti i mancati pagamenti della mobilità in deroga dei mesi pregressi ( tanti lavoratori senza reddito dal 2015 ),
2 – Bisogna assolutamente assegnare la continuità contributiva che permette agli ex operai di rimanere collegati con i contributi,
3 – Bisogna assolutamente far iniziare al più presto i corsi di formazione (ad oggi, dopo tanto parlare a vuoto, non c’è ancora la conoscenza della data di partenza dei corsi di formazione),
4 – Bisogna assolutamente affrontare con azioni concrete il 2017 con programmi di ricollocazione mantenendo fede ai vari accordi di Programma avviando il sostegno alle famiglie dei lavoratori del Bacino di Crisi di Caserta con la mobilità in deroga fino alla completa rioccupazione,
I Lavoratori del BACINO DI CRISI DI CASERTA sono stufi e si sentono vergognosamente presi in giro da chi dovrebbe rappresentarli. I lavoratori attendono ancora oggi di conoscere quando avverrà – se mai avverrà – l’incontro a Roma con il Sottosegretario Franca Biondelli per conoscere le motivazioni scadenti e nulle di Poletti sull’esclusione di Caserta dalle aree di crisi, ma soprattutto per capire definitivamente quando ci sarà la fine di tutte queste problematiche.
La lotta di classe tanto sbandierata e fortemente cercata – proseguono i lavoratori – si sta di fatto concretizzando nell’indifferenza delle istituzioni e coinvolgendo ceti fasulli appartenenti ad una classe sociale che ad oggi non esiste più, per colpa della politica. Abbiamo sempre ritenuto il nostro ruolo di forte impatto sociale; ed abbiamo approcciato questo problema cercando di credere ancora nelle istituzioni. Ora basta! Nessuno ci fermerà, siamo pronti a questo stato di agitazione che scatterà la prossima settimana da Lunedì. Con questo silenzio, notiamo la volontà della politica di inasprire gli animi e fomentare gli attriti tra noi lavoratori“.
“È drammatico – termina il comunicato – essere privati della nostra libertà, ma soprattutto di non ricevere più la nostra unica fonte di sostentamento economico, non abbiamo più la forza di aspettare, abbiamo valori umani, vogliamo ricordare a tutti che siamo esseri umani, con famiglie. Non vogliamo più essere presi per i fondelli da nessuno. Per questo chiediamo di ripristinare la legalità, ma soprattutto la democrazia. Solo così potremo ancora credere che ci sia un futuro.”
(Comunicato Stampa)