Ha approfittato del rifiuto di una minorenne per una gravidanza non voluta e del desiderio di una coppia di avere figli per portare a termine la compravendita di un neonato. Valore 25mila euro.
Protagonista della squallida vicenda e’ stato un medico ginecologo di 57 anni, Andrea Cozzolino (nella foto) di Scafati (Salerno), arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta su ordine del gip di Santa Maria Capua Vetere Giuseppe Meccariello.
Il medico e’ accusato di concussione per induzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e violazione della legge in materia d’adozione.
Il giudice ha invece disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per i due coniugi che avevano ‘acquistato’ il piccolo, residenti nel salernitano: si tratta di una donna di 48 anni, e del marito di 54 anni. Nessuna contestazione invece alla giovane madre. Il bambino, nato nell’ottobre del 2011, è ora affidato ad un casa famiglia.
L’indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Raffaella Capasso e dal sostituto Giorgia De Ponte, e’ partita nel gennaio 2012 in seguito ad una segnalazione inviata dal Centro Antiviolenza Eva alla funzionaria della Squadra Mobile Rosa Cimmino, che si occupa di reati sessuali.
A rivolgersi all’associazione era stata la stessa giovane madre. La ragazza ha raccontato che, circa 12 mesi prima, quando era minorenne, dopo essersi accorta di essere rimasta incinta aveva deciso di abortire rivolgendosi a un consultorio, ma aveva ottenuto l’autorizzazione del giudice tutelare solo oltre la soglia prevista per l’aborto legale (3 mesi, ndr); un amico le aveva così consigliato di andare dal dottor Cozzolino, in servizio alle cliniche ”S. Anna” di Caserta e ”Santa Lucia” di San Giuseppe Vesuviano.
”So che lui fa aborti clandestini”, le aveva detto il giovane. Cozzolino convinse però la ragazza a continuare la gravidanza e a partorire nella struttura in cui lavorava. Poi la rassicurò dicendole che avrebbe pensato lui a ”disfarsi” del neonato. Nell’ottobre 2011, un giorno prima del parto, la giovane, divenuta nel frattempo maggiorenne, si è presentata nella clinica Santa Lucia; in stanza con lei trova l’aspirante madre Carmela Giordano, ricoverata da Cozzolino senza un reale motivo.
Lo scambio del neonato avviene fuori alla clinica, non appena la giovane viene dimessa. Poco dopo i due coniugi consegnano 25mila euro in contanti al ginecologo.
Passano tre mesi e intanto la madre della ragazza si accorge che nel suo stato di famiglia compare un nipotino di cui non ha mai saputo nulla; la giovane vuota il sacco e si rivolge al Centro Eva, ma senza mai manifestare l’intenzione di riavere il piccolo.
Partono le indagini, durante le quali viene captata dagli investigatori diretti da vice questore Alessandro Tocco, una conversazione tra il medico e Carmela Giordano, costretta a ridare indietro il piccolo.
”Mi hanno chiamato quelli del Centro Antiviolenza Eva e hanno minacciato di denunciarmi se non avessi consegnato il bimbo ai servizi sociali. Eppure dottore, lei mi aveva promesso che mi avrebbe fatto apparire come la vera madre. Rivoglio indietro i soldi”, conclude, ”non e’ stata colpa mia – si difende Cozzolino – il direttore sanitario e’ stato velocissimo nel registrare la nascita. Pensavo di avere qualche giorno in più”.
La telefonata ha allontanato ogni sospetto dai vertici della clinica, all’oscuro della vicenda e delle pratiche illegali del medico, mentre ha incastrato il ginecologo, che però i soldi non li ha mai restituiti.
Le indagini hanno consentito di appurare che nella vicenda non erano coinvolte altre persone.