“Oggi compiamo uno straordinario passo in avanti, affermiamo il modello dell’accoglienza diffusa“. Così il ministro dell’Interno, Marco Minniti alla firma, nella ‘”Sala dei Baroni” del Maschio Angoino di Napoli, del protocollo d’intesa “Città Rifugio”, valido fino al 31 dicembre 2018, con 265 sindaci (su un totale di 550) dei comuni della Regione Campania finalizzato al miglioramento del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo ed alla realizzazione di una equa distribuzione dei migranti sul territorio
Oltre a Minniti, presenti i prefetti della Regione, i sindaci che hanno comunicato la loro adesione, l’ANCI, il sindaco della città metropolitana di Napoli Luigi De Magistris, i direttori del Parco archeologico di Pozzuoli (Anna Imponente) e della Reggia di Caserta (Mauro Felicori) .
Con l’intesa, i migranti potranno realizzare lavori socialmente utili anche nei luoghi simbolo del turismo in Campania, dalla Reggia di Caserta agli scavi di Pompei, dove a breve partirà una sperimentazione.
“Questo non è – ha sottolineato Minniti – un pezzo di carta, ma un impegno, una riforma dell’accoglienza, una visione comune che ci consente di affrontare una questione storica del nostro paese tenendo insieme 4 principi: accoglienza, umanità, integrazione e sicurezza“.
L’obiettivo del protocollo “è quello dell’integrazione. Una sempre più forte accoglienza diffusa – ha proseguito il Ministro – ci permetterà di superare i grandi centri di accoglienza: se ogni comune accoglie, noi già nei prossimi mesi possiamo superare tutti i grandi CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria)“.
In tutta la Regione Campania vi sono 402 CAS e solo 79 SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati che poi è la rete comunale dell’accoglienza, coordinata dal Servizio centrale, che il ministero dell’Interno ha affidati all’Anci (Associazione nazionale comuni italiani)).
“L’accoglienza diffusa vuol dire – ha detto Minniti – superare i centri di accoglienza straordinaria nei prossimi mesi, come ha chiesto il sindaco di Napoli De Magistris. Vanno superati perché non producono integrazione. Invece l’accoglienza diffusa ci consente di affrontare la situazione senza che si alzino i muri”.
I Comuni della provincia di Caserta che entreranno a fa parte della rete Sprar sono il capoluogo Caserta e poi Ailano, Alife, Alvignano, Aversa, Carinaro, Casapulla, Capodrise, Castel Morrone, Castello del Matese, Cesa, Ciorlano, Falciano del Massico, Francolise, Galluccio, Gricignano d’Aversa, Letino, Marcianise, Maddaloni, Macerata Campania, Parete, Piedimonte Matese, Pietramelara, Pietravairano, Raviscanina, Riardo, Rocchetta e Croce, Ruviano, San Nicola la Strada, Santa Maria Capua Vetere, San Cipriano d’Aversa, San Maro Evangelista, Santa Maria la Fossa, Succivo, Trentola-Ducenta, Orta di Atella, Valle Agricola, Vairano Patenora, Sant’Arpino, Vitulazio, Valle di Maddaloni, San Pietro Infine, San Prisco, Rocca d’Evandro.
In totale 44 Comuni che accoglieranno 2.977 richiedenti asilo e rifugiati e che, avendo aderito al protocollo, potranno accedere ai fondi Fami (Fondi asilo migrazione e integrazione) per la gestione delle problematiche sociali ed amministrative legate alla presenza di richiedenti asilo sul territorio. Per gli Enti locali è previsto inoltre il sostegno economico dello Stato: con questi finanziamenti gli Enti locali avranno così la possibilità di ristrutturare sedi e immobili abbandonati in cui alloggiare non solo i rifugiati, ma anche i senzatetto. Il sistema può rappresentare inoltre un’occasione di sviluppo dei territori in quanto crea nuovi posti di lavoro, rivitalizzando alcuni centri (specie quelli dell’entroterra casertano) interessati dallo spopolamento.
Tra gli enti della Provincia di Caserta che ospiteranno più rifugiati e richiedenti vi sono il capoluogo (244), Aversa (170), Marcianise (127), Maddaloni (125), Santa Maria Capua Vetere (105).
Va infine ricordato che, secondo quanto previsto, nell’accordo stipulato nel dicembre del 2016 tra il Viminale e l’Anci vi è la cosiddetta “clausola di salvaguardia” che, in buona sostanza, afferma che, quando un Comune entra in un progetto Sprar, non è poi obbligato ad accogliere anche un CAS.
Ecco la tabella SPRAR per la Provincia di Caserta