Più che un dissesto, potremmo definirlo come un “disastro annunciato”! Ma tant’è…
Infatti, dopo la Corte dei Conti regionale, anche la Corte dei Conti a Sezioni Riunite di Roma ha bocciato sonoramente il piano pluriennale di riequilibrio di bilancio proposto dalla giunta del sindaco Carlo Marino.
A questo punto, al di là dei risvolti meramente politico-sociali, non vi è altra chance per il Comune capoluogo che proclamare il secondo dissesto economico-finanziario con i cittadini casertani che continueranno così a pagare le tasse comunali con le aliquote più alte d’Italia, già conseguenza del primo dissesto da cui gli amministratori (???), passati ed attuali, non sono neanche riusciti ad uscire dopo sei anni.
Certo però è che dichiarare due dissesti in poco più di cinque anni, se non è un record da “Guinness dei primati” (…di cui in verità avremmo fatto volentieri a meno…), poco ci manca!
Un disastro, finanziario e politico, che fa letteralmente schiumare di rabbia il sindaco: “Non è colpa nostra! L’attuale è un’amministrazione virtuosa che proseguirà senza esitazioni la politica di risanamento dell’Ente”.
Già, ma di chi sarebbe la colpa?
Mentre l’assessore locale alle Finanze Federico Pica se la prende con la gestione della Commissaria Prefettizia colpevole di aver lasciato un’eredità difficile “da digerire”, Marino invece punta decisamente l’indice contro Pio del Gaudio, reo – a suo dire – di una gestione economico-finanziaria scellerata.
A fine 2011 il dissesto delle finanze comunali venne proclamato con debiti ammontanti a circa 130 milioni di euro a cui si poi si aggiungeranno altri 24 milioni cumulati tra il 2012 ed il 2015. Marino urla: “Abbiamo ridotto quei debiti da 24 a 10 milioni di euro riducendo i fitti passivi in modo drastico, rivedendo i rapporti con i concessionari, attuando un piano di pensionamento anticipato per circa 100 dipendenti comunali, abbattendo costi e spese inutili. Inoltre abbiamo dimezzato anche la massa debitoria relativa al dissesto del 2011, non abbiamo contratto da giugno 2016 un solo euro di debito, paghiamo ai fornitori regolarmente le fatture entro 60 giorni”.
Ridotto, dimezzato… ma, prendendo per vero ciò che dichiara Marino e facendo un pò di calcoli, permarrebbero – sempre se sappiamo far di conto – ancora 75 milioni di euro di debiti a cui poi vanno aggiunti i contenziosi.
Già, i contenziosi!
Perchè questo sarebbe il grave problema, il punto dolens, il bubbone indigeribile.
Una mole di contenziosi che, secondo quanto confermato dall’assessore Pica, è pari a circa 200 milioni di euro che rappresenterebbero una gravosissima eredità del passato, per nulla semplice da gestire, soprattutto perchè si concludono quasi sempre con il Comune soccombente.
Ritorniamo pertanto ai calcoli. 75 + 200 = 275 milioni di euro di debiti …sempre se sappiamo far di conto e sempre se, quanto riferito, corrisponda al vero…
Insomma, pregressi o non pregressi, eredità del passato o situazione attuale, la mole debitoria comunale comunque permane altissima e certamente la corte dei conti romana non è delegata a fare le pagelle, attribuendo di conseguenza le “patenti di buono o cattivo amministratore” a chicchessia, ma “solo” a fare i conti senza nulla tralasciare affinché gli stessi “tornino”.
La domanda a questo punto è: ma tutto ciò l’avv. Carlo Marino, essendo stato prima un importante assessore nelle giunte Falco e poi, una volta passato all’altra sponda, consigliere comunale di opposizione (…avendo quindi alla spalle una non indifferente esperienza politico-amministrativa), non lo sapeva già prima di candidarsi a sindaco di Caserta? Ed ora, dopo che ha voluto ardentemente la bicicletta, si lamenta di aver incontrato sulla sua strada una salita con una pendenza assai irta?
Sembra quasi la scenetta dello studente universitario che, bocciato ad un esame, accusa il professore di “cattiveria” avendogli fatto domande troppo difficili…
Nel frattempo la città capoluogo continuerà a “dover fare i conti” con un dissesto economico-finanziario ben lungi dall’essere colmato.
E sicuramente continuerà, forse con maggiore lena, anche l’esodo dei casertani che, come numerosi hanno già fatto, abbandoneranno la città per andare a risiedere nei comuni viciniori o nei piccoli centri dell’alto casertano nel tentativo di sfuggire alla morsa delle tasse ingravescenti che sempre meno si possono oramai permettere di pagare “senza colpo ferire”.
Il tutto con una fiducia dei cittadini verso gli amministratori e le istituzioni locali tendente addirittura a superare in negativo il “livello zero”.
Ora, stante così le cose, come si può pretendere tale fiducia in altri progetti come, ad esempio, quella di realizzare il biodigestore a Ponteselice?
E – in questo caso – se, una volta realizzato, dovesse scattare un’altra emergenza rifiuti in Campania ed un qualsiasi Prefetto o Commissario governativo – insomma un’autorità superiore a quella del Sindaco – dovesse emettere un’ordinanza con cui metterà a disposizione l’impianto di compostaggio limitrofo a viale Carlo III, chi dovranno poi maledire i cittadini di Caserta, San Nicola la Strada, S. Marco Evangelista, Recale e Capodrise? E, nel caso di questa malagurata ipotesi (ma neanche tanto fantasiosa), che farà l’avv. Carlo Marino che potrebbe, al tempo, neanche rivestire più la fascia tricolore? Urlerà ai quattro venti – estremamente maleodoranti! – che è stato stravolto e tradito il suo progetto? Sarebbe forse la prima volta che si dimostrerà che le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni?
Siamo esagerati e catastrofisti? Allora – tanto per fare un altro esempio – perché in pieno centro a San Leucio cioè nei capannoni che ospitavano l’ex setificio De Negri è stato permesso l’impiantarsi di una industria insalubre di prima classe che fa termoformatura di materie plastiche? Chi lo ha permesso? E chi non si occupa con la massima urgenza di effettuare la delocalizzazione di tale industria? E chi, nel frattempo, sta subendo e sopportando il fetore (…per non scrivere altro…) che si sparge in tutta la frazione casertana?
Insomma, i Del Gaudio ed i Marino – con tutto il dovuto rispetto! – passano, ma Caserta resta! … a fare in particolare i conti con lo sfascio, i debiti, le tasse esorbitanti e la “munnezza”, puzza compresa…