Pier Paolo Pasolini in un meraviglioso programma dal titolo la forma della città, andato in onda sulla RAI nel 1974, sottolineava l’importanza di difendere finanche una comune strada selciata della città di Orte con lo stesso accanimento, buona volontà e rigore con cui si difendono opere d’arte di un grande autore. Perché anche le più piccole opere dell’uomo ci raccontano qualcosa di noi e di chi siamo.
A Sant’Angelo in Formis è successo qualcosa di ancor più grave: è crollata una parte del muro costruito dagli antichi romani per proteggere dalle frane il tempio di Diana Tifatina, dove fu poi eretta la Basilica benedettina.
Lo avevamo denunciato in un articolo pubblicato sul nostro sito giusto un mese fa.
Questo crollo mette ancora più a rischio la Basilica perché il muraglione romano, che forma una sorta di “L” attorno al monumento benedettino, svolge ancora oggi l’importante funzione di argine. Il Monte Tifata è infatti soggetto non solo a frane, ma anche a fenomeni geologici di sprofondamento del terreno.
Il cedimento ha riguardato una parte del muro romano vicino l’arco d’ingresso della piazza dove, nel tempo, sono state costruite, a ridosso del muro stesso, case poi divenute ruderi. In altri punti dell’antico muraglione la situazione è ancora più critica: vi sono crepe lunghe e profonde e spanciamenti. La situazione è aggravata poi dall’incuria in cui si trova il bene e dalle infiltrazioni di acqua.
E’ necessario un intervento urgente. C’è un problema di incolumità pubblica e di sicurezza, oltre che di tutela di beni culturali.
L’associazione Apollon Onlus, presieduta dalla dottoressa Laura Lonardo, con la collaborazione dell’ex Soprintendente per i beni culturali della Provincia di Caserta, la professoressa Maria Luisa Nava, ha denunciato più volte il problema e presentato anche un progetto di restauro, senza, però, ottenere al momento alcuna risposta.
A seguito del crollo, il coordinatore della Cisl Funzione Pubblica MIBACT, Claudio Calcara, ha scritto una lettera aperta al Ministro per i beni e le attività culturali e del turismo, per sollecitare il suo intervento e denunciare la situazione di degrado e incuria in cui sono abbandonati questo e altri beni del nostro Paese.
( Francesco Capo )