“Il piano di salvaguardia e razionalizzazione non è per fuggire dall’Italia, ma per rimanerci“. Lo assicura Marco Milani, ingegnere, presidente e amministratore delegato Indesit company.
Il piano di ristrutturazione, rivendica Milani, non è solo “fondato sul taglio di 1.425 dipendenti, ma anche su nuovi investimenti“.
“Voglio essere chiaro: per noi l`Italia è importante, nel 2013 produrremo 3,4 milioni di elettrodomestici, ma ne venderemo solo 1,7 milioni e abbiamo una quota di mercato del 25%. Vogliamo rimanere esportatori. Il problema è che la differenza del costo del lavoro fra qui e il resto d`Europa è enorme, la presenza in Italia ci costa 24 euro l`ora con una penalizzazione complessiva di 70-80 milioni. Non abbiamo voluto chiudere nessuno dei tre siti produttivi (Fabriano, Comunanza e Caserta), dove abbiamo 2.400 addetti, dei quali circa 600 sono mediamente non utilizzati e rientrano nei 1.250 in esubero cui vanno aggiunti 25 dirigenti e 150 impiegati. Alla fine del piano produrremo 2,4 milioni di elettrodomestici, più di quello che vendiamo“, ha sottolineato.
Sul piano dei tagli, Milani assicura: “Siamo pronti a discutere con il sindacato degli impiegati e degli operai per trovare i migliori strumenti che evitino la perdita del posto di lavoro e minimizzano l`impatto economico“.