Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando in visita a Caserta.
Parlando con i giornalisti della multa inflitta dall’Ue all’Italia per la vicenda rifiuti in Campania, ha dichiarato: “Abbiamo ricevuto una condanna al pagamento di 25 milioni di euro, e la risposta deve essere data in tempi rapidi“. “La questione è trovare la metodologia più rapida – aggiunge – io credo che in un paio di mesi si possa dare una risposta organica, globale sull’impiantistica sui siti del compost, eccetera. I tempi di risposta devono essere rapidi“.
“Noi dobbiamo dire a Bruxelles – spiega ancora Orlando – come smaltiamo, altrimenti ci fa una multa di 200 milioni di euro. Quindi dobbiamo dire se riteniamo chiudere il ciclo dei rifiuti e come si può fare in alternativa“.
La sanzione “sarà proporzionata al ritardo della chiusura del ciclo. Sarà minore, se ci sono possibilità concrete di aprire impianti di compost e di differenziata. Se invece non abbiamo un ciclo complessivo, la sanzione sarà più alta“.
Inoltre, “nel 2020 l’Unione europea ci dice che vanno eliminate tutte le discariche e in termovalorizzatore (inceneritore, Ndr) vanno solo parti di rifiuti che non sono riciclabili“.
“Il problema principale è che l’Unione europea non si fida di noi – conclude – e perciò dobbiamo dare una risposta rapida“.
“Noi abbiamo un piano che e’ stato presentato e lo dobbiamo rispettare entro il 2020. Non possiamo scrivere delle cose nei piani e poi non farle. I termovalorizzatori (inceneritori, Ndr) sono previsti nel piano, e quindi gli impegni che avevamo assunto, li dobbiamo rispettare“.
In Campania serve anche “rafforzare la raccolta differenziata“, e “accelerare sulla realizzazione dei siti di trattamento“, dice il ministro, visto che “al palo non sono solo rimasti gli impianti di termocombustione, ma anche quelli di compostaggio e le piattaforme per la differenziata. Siamo stati messi in mora dall’Unione europea anche perché questo pezzo di piano non é stato realizzato“.
Orlando inoltre assicura che l’eventuale ricorso al commissariamento ci sarebbe “per accelerare l’attuazione del piano regionale. Non sarebbe fatto per gli inceneritori, ma per fare insieme gli obiettivi contenuti nel piano regionale e per assicurare che, se strada facendo si verificherà che in quello ci sono obiettivi sovrastimati o non più attuali, noi saremo in grado di correggere la linea“.
L’auspicio, ribadisce, e’ quello “nell’arco dei prossimi due mesi, di dare una risposta globale” all’Unione europea.
Intanto le cinque Province campane (Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno) hanno inviato una nota al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e all’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano. Oggetto della missiva una “richiesta urgente di chiarimenti in merito alle competenze inerenti la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, in considerazione dell’imminente scadenza del 30 giugno, stabilita dalla legge. Entro quella data, infatti, è previsto il transito ai Comuni di tutte le competenze relative al suddetto ciclo. La Provincia di Caserta ha promosso questa iniziativa riuscendo ad ottenere la condivisione dei presidenti delle altre Province campane su tale posizione“. ”Allo stato il disegno di legge regionale relativo alla problematica in questione, sebbene più volte annunciato (e addirittura fatto oggetto di presentazione da parte dell’Assessore competente alle organizzazioni sindacali di comparto), ad onta della pressoché totale mancanza di coinvolgimento delle Amministrazioni Provinciali nell’elaborazione del testo, non risulta ancora formalmente approvato dalla Giunta Regionale ed appare estremamente problematica, per non dire praticamente impossibile, una sua effettiva approvazione in tempi rapidi” si legge nella nota a firma del presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, del presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, del commissario straordinario della Provincia di Avellino, Raffaele Coppola, del presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile e del presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone.
“Anche ammettendo – prosegue la missiva – che effettivamente si giungesse all’approvazione della nuova legge regionale entro il termine del 30 giugno 2013, ciò determinerebbe comunque una condizione di assoluta confusione ed incertezza, non sussistendo i tempi tecnici minimi per assicurare un ordinato passaggio delle consegne”.
Gli scriventi hanno sottolineato come ”nonostante i limiti di azione legati all’indisponibilità effettiva di risorse adeguate, le società provinciali abbiano garantito la funzionalità del ciclo dei rifiuti sul territorio regionale, evitando l’insorgenza di nuove e drammatiche emergenze ambientali”.