Oramai è “guerra aperta” tra la Lega Pallavolo Serie A Femminile e la società retta da Nicola Turco e Rosalia Santoro (nella foto), marito e moglie nella vita privata, presidente e direttore generale nell’attività sportiva.
Dopo la vergognosa cancellazione del murales dedicato alle “Quattro Stelle” che cingeva le mura della struttura di proprietà pubblica “PalaVignola” (https://www.radioprimarete.it/2019/10/chi-ha-vergognosamente-cancellato-il-murales-delle-quattro-stelle-dalle-mura-del-palavignola/), la Santoro ha indetto una conferenza stampa nella quale, oltre giustamente a stigmatizzare le due scritte improvvisamente comparse a danno del marito, ha confermato, tra l’altro, la non appartenenza della coppia alla vita ed alla storia della collettività casertana di cui sono ora chiamati a difenderne l’immagine.
“Come voi ben sapete – ha infatti testualmente affermato la Santoro in conferenza stampa – noi non siamo di Caserta e non conoscevamo il significato di quel disegno. Quello che posso aggiungere, oltre alle scuse alle famiglie che hanno perso i propri cari in quella tragedia, è che ormai di celebrativo non c’era più nulla, visto che le mura erano piene di immagini falliche disegnate con lo spray. Abbiamo deciso di pitturarlo per dare un maggior decoro alla struttura visto che avremo dovuto ospitare 13 squadre del Nord Italia e non ci avremo fatto una bella figura. Per cercare di rimediare, la società ha chiesto alla Lega di poter osservare un minuto di silenzio nella prossima gara casalinga in ricordo delle quattro vittime, annunciando che “il presidente si è già attivato per poter realizzare un nuovo murales a loro dedicato“”.
“Piccolo” inciso in merito: ma la società di Turco-Santoro ha in gestione la struttura di proprietà pubblica denominata “PalaVignola”? Ha firmato con l’Amministrazione Comunale di Caserta una regolare concessione che è stata sottoposta al vaglio ed approvazione di Giunta e Consiglio comunale? Se così non fosse, ogni intervento di carattere edilizio e manutentivo è puramente arbitrario (e quindi perseguibile per legge). Ma se invece anche così fosse, ogni intervento edilizio – quindi anche lavori di pitturazione – deve comunque essere autorizzato dal proprietario.
In altre parole: nelle quattro mura di casa mia, io faccio ciò che voglio (…e neanche!), ma in una struttura non di proprietà affidatami in gestione debbo comunque chiedere il permesso (l’autorizzazione) anche per cambiare un …rubinetto.
Dall’analisi di quanto dichiarato dalla Santoro, si deduce che, per quanto attiene alla cancellazione del murales con l’inopinata verniciatura, non sia stato chiesto niente a nessuno e che pertanto tale cancellazione debba essere quindi interpretata come una arbitratria iniziativa personale (di qui, le scuse …alquanto tardive!).
Aggiungiamo: se quel murales era – come affermato dalla Santoro – imbrattato di immagini in contrasto con il pubblico decoro, bastava allora modificare quei tre, quattro punti “incriminati” e riportare il murales alla sua originalità. Si chiama “restauro” e si fa per le opere più importanti, figurarsi se non si può fare per un murales… e costa poco, sicuramente meno dell’ora promesso rifacimento ex-novo dell’intero murales, rifacimento che ci auguriamo venga davvero realizzato in tempi brevissimi.
Santa Chiara, ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro!
Chiuso l’inciso, ritorniamo alla citata conferenza stampa in cui la Santoro si è poi scagliata contro la Lega Pallavolo Serie A Femminile che ha risposto diffondendo un comunicato preciso, circostanziato e durissimo nei toni (che riportiamo integralmente http://www.legavolleyfemminile.it/?p=108217&fbclid=IwAR2fpiY5cU1g5ipkHLnexgB8IEPvl_IgkV2_4Vl5RFemrrkKYcyxaEgzd_I) con cui ha smantellato punto per punto quanto affermato pubblicamente dalla moglie di Turco, tacciandola altresì ripetutamente di essere rea di affermare il falso e di essere offensiva (…definendola persino, in un passaggio, addirittura “penosa”).
Certamente l’attuale situazione – e soprattutto le prevedibili “esplosive” conseguenze – tutto porterà, ma certamente non lustro né difesa dell’immagine della città di Caserta e della sua collettività…
In chiusura, va doverosamente segnalato che il sindaco Carlo Marino si è subito sperticato, dopo la comparsa delle due frasi minacciose a Turco, di diffondere un comunicato per esprimergli solidarietà (NdR: solidarietà giusta e doverosa!), ma invece non si è sperticato affatto né ha proferito una parola – sottolineamo: neanche una! – sulla vicenda della cancellazione del murales (e dell’offesa recata alla memoria dei quattro nostri concittadini, periti nella tragedia di Buccino, e delle loro famiglie) e della conseguente gestione privatistica della struttura collettiva che lui stesso è chiamato a sovrintendere in qualità di massimo amministratore pubblico.
Come mai, signor sindaco, “due pesi e due misure”?