Caserta Sindacato

Venerdì 29 novembre, quarto sciopero globale per il clima. A Caserta in piazza anche i pensionati

Questo venerdì 29 novembre ci sarà il quarto sciopero globale per il clima organizzato da Fridays For Future: l’obiettivo della manifestazione è contestare un modello di sviluppo e consumo non più sostenibile.

La FLC CGIL di Caserta sostiene l’iniziativa e la piattaforma rivendicativa alla base dello sciopero e, come già per il 27 settembre, parteciperà alla manifestazione.

Oltre a sostenere le ragioni dello sciopero del 29 e partecipare attivamente come sindacato – dichiara la segretaria generale FLC CGIL Caserta Gaetanina Ricciardiè necessario intensificare la campagna di informazione e sensibilizzazione della nostra categoria su questi temi. Per questo la FLC CGIL di Caserta sarà impegnata in assemblee in tutte le scuole sui temi dell’ambiente e della sicurezza.”

Invitiamo insegnanti, studenti, genitori e tutta la cittadinanza – conclude Ricciardi – a scendere in piazza per protestare contro l’inattività di governi e per mettere in campo soluzioni efficaci per arginare i cambiamenti climatici.

Ma venerdì a Caserta scendono in piazza anche i pensionati.

I sindacati SPI-CGIL, FNP-CISL, UILP-UIL daranno infatti vita nella giornata ad un Presidio nel Piazzale antistante la Prefettura dalle ore 10,00 alle ore 12,30 che avrà al centro la rivendicazione di una legge nazionale sulla non auto-sufficienza.

A sostegno di questa rivendicazione è in corso in tutto il Paese una raccolta di firme che sarà effettuata anche durante il presidio.

Da anni il sindacato confederale e in particolare le Federazioni dei Pensionati – è scritto in un comunicato – sono impegnati in una battaglia per ottenere una legge nazionale sulla non autosufficienza.

Si tratta di una battaglia per ottenere una legge di civiltà a sostegno non solo delle persone colpite da patologie invalidanti ma anche delle loro famiglie sulle cui spalle cade tutto il peso del sostegno al familiare che non è più in grado di provvedere a sé stesso.

Tutto ciò determina non solo gravi problemi di ordine psicologico ai familiari impegnati nell’assistenza alla persona non autosufficiente, ma sovente anche una situazione di impoverimento di quelle famiglie per i costi che quell’assistenza comporta.

Gli ultimi dati ufficiali stimano a 3 milioni il numero di persone non autosufficienti in Italia: la maggior parte di questi sono anziani, sopra i 65 e sopra i 75 anni.

Gli studi più recenti confermano che l’aspettativa di vita aumenta: in futuro, la popolazione anziana sarà sempre più numerosa, ma non tutti godranno di buona salute. Se il numero degli anziani non autosufficienti è destinato a crescere, non aumenterà, invece, la disponibilità dei familiari che potranno prendersene cura.

Le statistiche dicono, infatti, che nasceranno sempre meno figli e nipoti, in grado di occuparsi dei loro anziani; pertanto il tema della non autosufficienza può diventare una vera e propria bomba sociale.

Per le persone  over 65 non autosufficienti, la parte maggiore, nel carico di cura e nel sostegno economico, è affidata alle famiglie.

Il problema sta in una risposta delle istituzioni finora inadeguata, disorganizzata e frammentata nella spesa, nelle risorse, negli interventi, nei servizi e nelle responsabilità tra enti diversi.

Occorre quindi – conclude la nota – una legge nazionale sulla non autosufficienza che abbia al centro i seguenti punti: 

  • individuare criteri uniformi a livello nazionale per la valutazione dei bisogni,
  • definire criteri uniformi sul piano nazionale per l’accreditamento dei servizi residenziali, semi-residenziali, di assistenza domiciliare e familiare.
  • contestualizzare il riconoscimento dello stato di non autosufficienza, la presa in carico e il piano individuale e assistenziale
  • rafforzare l’integrazione tra politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie
  • garantire la trasparenza delle risorse destinate ai non autosufficienti nei bilanci di aziende sanitarie e distretti.” 
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